Abbiamo copiato anche noi (e bene) dal Giappone

L'influenza dell'arte orientale L'influenza dell'arte orientale Abbiamo copiato anche noi (e bene) dal Giappone QUANDO si parla del Giappone e dei giapponesi la gente comune pensa subito che i giapponesi vanno in giro per il mondo a copiare tutto. A parte che per copiare bisogna prima capire, vediamo invece che cosa gli occidentali hanno copiato dal Giappone. Questo libro «Giapponismo» di Siegfried Wichmann, è il primo documento di tutto ciò che artisti, architetti, grafici, hanno «copiato» dall'arte giapponese. Diciamo pure che si sono ispirati, che hanno scoperto un altro modo di fare arte. Il contagio avvenne nelle grandi esposizioni internazionali verso la fine dell'Ottocento nelle città di Londra e Parigi. Gli artisd più sensibili di quel periodo scoprirono e applicarono nuovi modi di organizzare lo spazio del dipinto o del disegno, trovarono nuovi e più raffinati accordi cromatici, regole di asimmetria inedita, formati nuovi delle tele, specialmente il formato stretto e alto come quello dei kakemono. Van Gogh si mise a disegnare a grossi tratti e punti neri come Hokusai, Gauguin applicò la tecnica di Ishizuri nelle nuove posizioni dei corpi umani e degli animali, Toulouse Lautrec si ispirò alle smorfie delle maschere giapponesi, le stampe e i kimono influenzarono Klimt (dal quale pare che Kandinsky trasse idee per le sue opere astratte). E poi Manet, Degas, Bonnard e molti altri, trovarono spunti per le proprie opere. Senza la conoscenza della architettura tradizionale giap¬ ponese, quella fatta di legno, paglia e carta e anche regole di modulazione dello spazio, non ci sarebbero le architetture di Neutra, di Wright, di Mies Van der Rohe, di Philip Jonson, di Le Corbusier. Anche altri, applicarono l'uso di grandi spazi aperti e la fusione armonica dello spazio interno con quello esterno alla casa. Il moderno «open space» nasce dalla casa giapponese, dalla quale abbiamo ancora da scoprire e da applicare l'uso umano dei materiali gradevoli, il rapporto con la misura umana, l'economicità di progettazione, la pulizia di costruzione (a incastro), i colori neutri dei materiali naturali, la circolazione naturale dell'aria, e molte altre cose. Se poi vogliamo considerare la grafica, dal segno spontaneo usato nei disegni artistici e nelle calligrafie, al segno grafico dei marchi e dei simboli, non possiamo ignorare tutti quegli artisti, da Appel ad Hartung, Kline, Bissier, Soulages, Bradley. Mathieu, Chillida, Masson e mola altri che sono stati ispirati dalla calligrafia giapponese. Non solo dal semplice segno tracciato in mille modi diversi, ma anche dall'aspetto materico del segno stesso dovuto alle diverse densità dell'inchiostro diluito o emulsionato. Perfino certi soggetti mai considerati in Occidente come elementi primari in una composizione pittorica come: una roccia, l'onda del mare, il vento, le strutture, l'aria, la neve... sono stati scoperti e dipinti o disegnati anche da nostri artisti. Una delle recenti invenzioni dell'arte occidentale: la Torino Vasco Bendini. Artista bolognese che, come scrisse Calvesi, «è uno dei pochissimi esponenti fortemente validi e autenticamente problematici di una generazione difficile e sacrificata*. Come dimostrano queste opere che espone alla Galleria Weber, la sua è sempre stata un'assidua ricerca dell'io interiore, tramite l'uso di materiali molto diversi. Fino al 27 febbraio. Roma Renzo Piano. Questo giovane architetto genovese, famoso per essere uno degli autori del Centro Pompidou di Parigi, ha incarichi in ogni parte del mondo e in svariati campi della progettazione. In questa mostra all'Istituto Nazionale di Architettura vengono presentati i suoi numerosi progetti e modelli, a partire dal 1964. Fino all'8 febbraio. Firenze Iride. Si tratta di una manifestazione organizzata dall'Istituto Culturale Tedesco di Villa Romana, in collaborazione con il Comune. Mediante opere e materiale documentario di una cinquantina di artisti, fa il punto della odierna situazione artistica fiorentina. Comprende arti visive, architettura, teatro, musica e varie altre forme d'arte. Fino al 15 febbraio.

Luoghi citati: Firenze, Giappone, Londra, Parigi, Roma