Nell'Italia dei juke-box alla ricerca dell'autore perduto

Mentre si apre il Festival di Sanremo Mentre si apre il Festival di Sanremo Nell'Italia dei juke-box alla ricerca dell'autore perduto di brani «su misura per il Festival» ma anche in grado di adattarsi a interpretazioni diverse (erano in due a cantare la stessa canzone) e vogliose di durare nel tempo per diventare «classici», «evergreen» della canzone italiana. Gli autori non si limitavano a produrre delle canzoni in grado di funzionare, cercavano anche uno sole, creavano dei personaggi, annusavano (timidamente) l'aria del tempo. Dopo l'età dei Bixio-Cherubini. E. A. Mario, Mascheroni, altri autori erano emersi a rinnovare la canzone. Dagli Anni 50 a oggi direi che i tre più importanti sono stati: Panzeri già autore di canzoni filastrocca come Maramao perché sei mono, ma anche creatore di personaggi popolari come la Orietta Berti del periodo de L'altalena, o come la Cinquetti di Non ho l'età; Migliacci, autore del primo rock italiano Tintarella di luna ma anche di Volare e successivamente ispiratore di personaggi come Gianni Morandi, Nada, Renato Zero; e inf i- PUNTUALE come la gelata d'inverno, ecco il Festival di Sanremo: ha trentadue anni e ne dimostra molti di più però è in piena salute dopo l'edizione 1981. L'album doppio contenente i motivi del Festival (costo 15.000 lire) è stato il più venduto dell'anno. La trasmissione tv delle tre serate è stata la più vista e ha sbaragliato nel gradimento le consorelle del Festivalbar e di Venezia. Ma se la salute del Festival è eccellente, quale è lo stato della canzone italiana? Pessimo. E proprio Sanremo segnala anno dopo anno questa decadenza progressiva: canzoni musicalmente ripetitive e senza idee (sempre e solo giri di Do), poverissime nei testi. Un tempo a Sanremo concorrevano le canzoni. Prima venivano loro, poi si sceglievano i cantano. Era il Fesdval degli autori. Le case editrici musicali lavoravano alla produzione ne Mogol che dopo aver soffiato sul fuoco del primo «beat» ha forgiato il personaggio Battisti. A loro andrebbero aggiunti molti altri, soprattutto gli ottimi traduttori-riscrinori di Hit americani (vedi Beretta) o francesi (vedi Calabrese). Dopo di loro, il vuoto. Nessun autore ha più creato una «maniera», ha imposto nuovi personaggi, a meno che non fosse egli stesso il personaggio cantautore. Perchè questa scarsità di nuovi autori? Il motivo principale credo stia in una progressiva dequalificazione di questo lavoro, diventato oggi poco stimato e poco remunerativo. Per esempio, quando una canzone è destinata a un programma televisivo «importante» è consuetudine che all'autore vero e proprio si aggiunga (nella firma del brano) una specie di collettivo di aventi diritto, formato da cinque o sei persone che possono essere chiunque: l'arrangiatore, l'interprete, il produttore artistico, un misterioso Smith, e soprat¬

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