Canta Napoli,Napoli umoristica

Quattro dischi di Nino Taranto Quattro dischi di Nino Taranto Canta Napoli, Napoli umoristica CERTI autori sono a lungo ignorati, per anni, e poi all'improvviso rispuntano fuori. E' il caso di Nino Taranto. In epoca di nuovi comici, forse non è «à la mode» rivolgersi ai «vecchi» comici. Ma è il caso di dire che si casca sul sicuro. Nino Taranto dopo l'epoca d'oro delle sue celebri macchiette (M'aggià cura, Carlo Mazza, Ciccio Formaggio), aveva avuto un periodo altrettanto fortunato (forse più) dal punto di vista commerciale, con le sue frequenti apparizioni ai vari Festival di Napoli. Non sempre però le sue macchiette erano rimaste all'altezza e più volte avvilivano la sua partecipazione (sempre notevole) su un piano di quasi-banalità (fu il caso ad esempio di canzoni come O Matusa, del •67). Ora dopo un periodo di relativo silenzio discografico, la Fonit -Cetra pubblica uno dietro l'altro, nella serie economica «Pellicano», ben quattro suoi LP che rendono omaggio non solo al grande protagonista di «macchiette», ma anche al grande attore di teatro napoletano «verace». Il primo album Uscito è per il XXXI anniversario della morte di Raffaele Viviani e raccoglie una serie di canti, canzoni, cori e liriche di Viviani, interpretati appunto da Nino Taranto. Altri due LP sono invece dedicati alle Poesie Napoletane (Voli. 1 e 2) con musiche di sottofondo, sempre discretissime e di grande gusto, di Roberto De Simone. Taranto recita poesie di Di Giacomo, Russo, Bovio, Capurro, Galdleri, Muralo, Fiore. Nicolardi... ma la più deliziosa è certo A ' livella di Totò, tenerissima storia di fantasmi. L'ultimo album, che forse prelude a una riedizione delle famose «macchiette», si intitola: Scenette comiche e vi troviamo una serie di numeri classici del teatro napoletano di rivista, che sta ora rivivendo un suo momento magico con le varie rivisitazioni e ri¬ dove si dichiarano le carte a furia d'equivoci verbali. Qui musica non ce n'è, ma ricordando le celebri macchiette, non si può non pensare a che diverrebbero, messi in canzone, versi come: •Seguitemi int'a grotta e faci te cu'mmè ponza a ponza» detto per sbaglio invece di: •Seguitemi nella lotta e fate con me alleanza» (da O Cumizio e' d'onorevole). La satira non può finire, nuovi protagonisti (e oggetti di essa) abbondano, e l'allusività che una volta pareva un po' «greve» di canzoni come Carlo Mazza oggi appare invece di grande levità, e nello sfrenato gioco verbale d'inseguimento del senso con il non-senso o con l'altro senso (il senso «vietato») c'è ancora una grande freschezza inventiva. Se si pensa che nel film Tango della gelosia il popolarissimo «nuovo comico» Diego Abatantuono, In coppia con Monica Vitti, interpreta ancora 11 numero «classico» della lettera scritta sotto dettatura, c'è solo da concludere che oggi tutto appare «nuovo» a chi (e sono purtroppo tanti) non si dà pena d'ascoltare 1"«antico». Questa fornita dai quattro LP di Nino Taranto è un'occasione preziosa. Gianfranco Manfredi proposte dei figli dei De Filippo, e dei fratelli Gluf f rè. Qua e là, tra scenette «eterne» (come la famosa dettatura della lettera) e barzellette musicali, spunta anche una nuova macchietta gustosissima: l'onorevole Raganelli. Qui si incentra il gioco comico sul classico scambio delle pa¬ role del tipo: «Piglio 'a pummarola» invece di •piglio la parola» e cosi via. Solo che il gioco di parole non è occasionale ma è uno scambio continuo a valanga, che va a capovolgere il senso d'un comizio, per esemplo, o a rendere selvaggia una partita a carte bert Soudant con la partecipazione del basso Evghenlj Nesterenko. Ornella Vanonl toma questa sera al lido di Cantatore dove si esibirà sotto i riflettori della «Bussoladomani». Sempre questa sera, da Pistola (Auditorium di via Panconi) comincia la nuova tournée del cantautore Pierangelo Bertoli.

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