Osborne ex arrabbiato ora ricorda con nostalgia

Autobiografia del drammaturgo inglese Autobiografia del drammaturgo inglese Osborne ex arrabbiato ora ricorda con nostalgia rabbia» divenne la bandiera del teatro Rovai Court, le file al botteghino non finivano più; dalla commedia fu tratto un film con Laurence Olivier, e John Osborne divenne il commediografo vivente più famoso del mondo. Ma le cento pagine in più dell'autobiografia, per l'editore Faber, non si potevano pubblicare: troppe persone avrebbero fatto causa. E, conoscendo Osborne, possiamo immaginare quale carica di odio e quali vituperi quelle pagine contenessero. Osborne non voleva cambiare ti testo. Si mise di mezzo l'editore americano, sostenendo che gli ultimi capitoli, a suo giudizio, non andavano bene: li avrebbe tagliati. L'America è potente e lo sa anche Osborne. Così quella parte non è uscita e l'autobiografia si ferma quando lo scrittore è ancora alle porte del successo. Osborne, a quel punto, aveva 27 anni. Aveva già fatto l'attore (per la prima volta nel '48 in «No room at the Inn»J ed un suo testo teatrale era stato allestito ad Harrogate nel '55 f« Personal Enemy»;. Gli altri testi famosi verranno più tardi: «The Entertainer», «Lutero», .Inadmisstble Evidence», «A Patriot for Me», e la sceneggiatura del film «Tom Jones» (1964) con la quale vinse ti premio Oscar per la migliore sceneggiatura. Dopo il '65 comincia la decadenza, la •fatalità dell'odio» prende il sopravvento con «A Bond Honoured». (1966), «The Hotel in Amsterdam» (1968), «Time Present» ("67), «West of Suez» (71) eccetera. I suoi testi sconosciuti sempre pia numerosi, alcuni non vengono neanche messi in scena. Eppure John Osborne era stato il bello, il bravo, il rabbioso che, con odio, aveva descritto un'Inghilterra decaduta, sema Impero, quando ancora nessuno se ne era accorto. Era la bandiera della finta rivoluzione di Cornaby-Street, del vestiri sgargianti, dei Beatles, anche se i club al quelt appartiene Osborne sono gli eleganti Savile e Garrick, a Mayfatr. Nella sua autobiografia, Osborne ricorda la propria Infanzia In dettaglio: t nonni materni e quelli paterni, e il ta piazzata in questa Bisanzio di mediocrità ante-guerra dalla sorella di mio padre, Nancy». E ancora: «La casa della nonna non potrebbe essere descritta come tipica In quanto era il simbolo stesso, n corridoio consisteva in una piccola, scomoda area fiancheggiata da un lato da un gabinettino e bagno; e dall'altra da una stanza che veniva generalmente chiamata, chissà perché, la camera del gioco». L'odio per t luoghi che lo videro bambino e poi adolescente, il disprezzo che Osborne rovescia nella sua prosa, giunge al culmine nella descrizione della propria madre, una poveretta tuttora In vita che, dopo la morte del padre, tirò su il difficile ragazzo. Ecco, per esempio, con quale freddezza Osborne riferisce un episodio della sua adolescenza. Dopo il Natale del '40 John, che se ne stava leggendo in cucina, sente la madre che urla. La trova in contemplazione del padre, in piedi sulle scale, bianco, pallido, nudo. •"Guardalo", urlò, "Oh, mio Dio! E' diventato cieco! ". Rimase fermo per un padre, sempre malato. Nel '36 i genitori, che spesso avevano vissuto separatamente, si rimisero assieme ed andarono a vivere a Stoneletgh, vicino alia casa della nonna. «La nonna Osborne era sta- Jolin Osborne

Persone citate: John Osborne, Laurence Olivier, Lutero, Tom Jones

Luoghi citati: America, Amsterdam, Inghilterra