La vita in verde

Pavese traduce Esiodo Pavese traduce Esiodo Un'ondata di libri su fiori, giardini, natura La vita in verde IL «rude marinaio ma uomo dalla mente squisita» che Samuel T. Coleridge canta ne La ballata del vecchio marinaio e che Jonathan Swift ricorda nei Viaggi di Gulliver era in realtà un curioso e spietato pirata. Si chiamava William Dampler, aveva interessi per una vita gaudente e per l'idrografia. Trasferiva il proprio scorbutico carattere da una nave all'altra, da una terra all'altra: Terranova. Oiamaica, Cina, l'Australia, Colombia. Yucatan. Passava con estrema disinvoltura dal comando di un legno pirata a quello affidatogli all'oscuro di questa sua duplice personalità, dall'Ammiragliato britannico. L'unica passione sulla quale Dampier non faceva mistero erano i fiori. Aveva attraversato su una fragile canoa mezzo Oceano Indiano, si era sprofondato nelle foreste della Nuova Guinea, era entrato nel Messico a piedi per cercare, trovare, raccogliere una pianta, un fiore, un seme che Londra o l'Europa non avessero ancora visto. Il pensiero di raggiungere il colore e la forma di un fiore sconosciuto era capace di privarlo di un qualsiasi scrupolo: incendiava villaggi, profanava chiese, abbandonava gli uomini del suo equipaggio su isole deserte (uno di questi fu Alexander Sellarli che diventò il modello per il Robinson Crusoe di Daniel Def oe). Oggi che gigli, magnolie, dalie, crisantemi e orchidee e rose si comprano al mercato sotto casa o per corrispondenza, l'atteggiamento di Dampier può sembrare eccessivo, unico. Al contrario i «cacciatori di piante» sono stati, net secoli scorsi (già cinquemila anni fa i cinesi costruivano giardini) un esercito di avventurieri botanici disposti a precipitare da orribili montagne, a farsi scotennare dagli indiani, soffocare da serpenti tropicali, per arricchire la propria borsa o l'orto botanico della città natale o del signore che aveva finanziato la spedizione. Se Aristotele s'inchinava ad ogni erba, Plinio il Vecchio s'accorse troppo tardi Fra U '47 e il '-«Cesare Pavese stava lavorando ad un suo nuovo romanzo, la «Casa in collina». Come al solito, un po' per vezzo ma soprattutto ricordando i tempi in cui la carta era poca e preziosissima, scriveva sul retro delle bozze di un libro che sarebbe stato da 11 a poco pubblicato, Dai romantici a Hitler di Viereck. Insieme al nuovo romanzo Pavese si provava come traduttore di Omero con gli inni ad Afrodite e a Dioniso. Insieme a questi inediti, trovati presso la sorella, c'è anche una traduzione della Teogonia di Esiodo che risulta essere stata la matrice di alcuni dialoghi del libro di Pavese pubblicato alla fine del '47, I dialoghi con Leucò. Entrambi gli inediti, curati da Attilio Dughera, verranno pub-' bilicati da Einaudi all'inizio del '82. me se non l'esistenza. Basterebbe chiedersi di quante piante o fiori che vediamo nei vasi o in campagna sappiamo il nome. Ma è di questi anni la parola «ecologia», con gli appelli a salvare la natura, a fondare comuni agricole, a difendere parchi e foreste. Sono questi gli anni in cui l'editoria si è accorta che poteva svolgere un ruolo archeologico e di proposte. Sono nate collane come «L'ornitorinco» di Rizzoli, che ha raggiunto i venti titoli; curati da Ippolito Pizzettl o quelle della Edagricole di Bologna; e quasi tutti gli editori italiani hanno ormai in catalogo più di un libro sulla natura. Ne «L'ornitorinco» oltre a libri come quello di Tyler Whittle su / cacciatori di piante ci sono, usciti da poco due manuali dedicai 1 uno alla storia e alia cultura delle de nascere botanici come Linneo. Commerson. Bartram, moltiplicarsi le cattedre di botanica, la passione dei giardini, il gusto del collezionismo. Linneo, racconta Wlttle. con un vestito leggero di tessuto grezzo senza pieghe, foderato di saia rossa, con piccoli polsini e un colletto felpato; calzoni di cuoio, una parrucca rotonda, un berretto di cuoio verde, e un palo di stivaletti, attraversa la Lapponia semideserta pei* disegnarne la flora. Bartram cacciò per quarant'an- • ni. disturbato dalla moglie, dagli Indiani e da ogni genere di bestie feroci, nel Nord America e riuscì a regalare all'Inghilterra vittoriana la magnolia. Commerson. Botanico Reale, che viaggiava _ accompagnato da un serva "Bàret. cnefe 'realtà era una" graziosa signorina, classificò tutta la flora del Madagascar e arricchì 1 giardini delle Tuileries e di Fontainebleau. In un'epoca come l'attuale dove la frattura fra il mondo della Natura e quello industriale, urbana appare insanabile o comunque di difficile sutura ed equilibrio, la nostalgia e l'attenzione verso un «eden»' più sognato che realizzabile si fanno sempre più acute. La natura che ipotizza l'uomo di città 6 una parentesi, un'ombra protettrice ai meccanismi sempre più faticosi e innaturali del vivere quotidiano. Ritornano allora le utopie di un vivere a contatto della natura, una ricerca della felice spontaneità con essa, ignorando come invece questo rapporto sia sempre stato difficile, aggressivo, inquieto fino a tentarne la rimozione, ad ignorarne il no¬ Terra. E' 11 caso del volume della Fabbri 17 pianeta verde, un condensato della sua enciclopedia della natura, un .viaggio che fra ricerca del passato ed ecologia del presente, testimonia l'evolversi animale e naturale del nostro mondo. Con una attenzione alla nostra dipendenza e sopravvivenza legata al mondo della natura il botanico Inglese David Bellamy ha scritto e pubblicato con la Sei 17 libro del verdeuri grido d'allarme contro lo sfruttamento indiscriminato che l'uomo opera a danno delle risorse naturali. Sulla progettazione dei giardini, la pianificazione del paesaggio, sul rapporto città e verde, Alessandro Chiusoli ha scritto per la Edagricole /( giardino della natura, una raccolta di progetti, per in'' ventare e.. intervenire, nel, ''difficile equilibrio fra uomo e paesaggio. che la lava lo avrebbe ricoperto sul «campo di osservazione», alle pendici del Vesuvio. Alessandro il Grande durante le sue campagne militari incoraggiava i soldati ad assaggiare piante e radici per conoscerne il loro grado di commestibilità: Carlo Magno chiedeva ai suol soldati di non tornare dalle guerre contro gli infedeli senza avergli preso qualche seme, una piantina, un fiore. Umberto Eco nel suo romanzo. /I nome della rosa ricorda come un discepolo di Tommaso d'Aquino. Alberto Magno, fosse uno del primi ricercatori sistematici di piante. - Il Settecento vede allargarsi l'Interesse scientifico ed estetico per la natura, ve- orchidee, scritto da Rebecca Tyson Northen. e l'altro alle antiche rose da giardino, di Graham Stuart Thomas. Chi verso la natura nutre anche un atteggiamento più esoterico, una attenzione simbolica o sémplicemente curativa può trovare nell'Erboristeria sul balcone e ne Le nostre erbe e piante medicinali, tutte le erbe curative di cui ha bisogno e i modi per farle crescere. Può leggerli insieme ad un altro libro appena pubblicato da Fogola. / fiori raccontano di Gigliola Magrini e illustrato da Giuseppina Avigdor. E' una storia dei fiori che non dimentica la loro assunzione letteraria e pittorica, il linguaggio amoroso e magico attribuito loro nel secoli. Ci sono anche opere di respiro più vasto. cl>e supera-, no lo.spazio dei balcone p del' giardino, e torniscono immagini e notizie del pianeta Tyler Whlttle, «I cacciatori di pianta» Rluoll, pag. 256, lira 11.000. Robecca Tyson Northen, «Le orchidee», Rluoll, pag. 515,-Hr* 30.000. —- Graham Stuart Thornaa, Ti.* roso antiche da giardino», Rizzoli, pag. 215, lire 16.000. Gigliola Magrini, «I fiori raccontano», Fogola, pag. 323, lire 38.000. A.A.W .Erboristeria sul balcone» Rizzoli, pag. 249, Uro 12.000. Giorgio Do Maria, «Lo nostro orbo o pianto medicinali», Sagtp.pag.269, lire 12.500. «Il pianeta verde». Fabbri, pag. 576, Un* 40.000. David Bellamy .Il libro verde», Sei, pag. 208, lire30.000. Alessandro Chiusoli .Il giardino dalla natura», Edagricole, pag. 191,lire 16:000. ' " '• -Mila Mastrorocco, «Le mute».', zloni di Proteo», Sansoni, pag. 197, Uro 40.000. hà