Ucciso a colpi di pietra
Ucciso a colpi di pietra Ucciso a colpi di pietra Oggi la Cassazione sull'omicidio Ceretto La prima sezione della Corte di Cassazione dovrebbe decidere oggi sul caso Mario Ceretto, l'impresario edile di Cuorgnè rapito la notte del 22 maggio '75 e trovato cadavere (lo uccisero sfondandogli il cranio con una pietra) cinque giorni dopo in un campo di Orbassano. Nel novembre '80 i giudici della corte d'assise d'appello condannavano all'ergastolo Giovanni Caggegi, ritenuto l'autore materiale del delitto, e infliggevano 25 anni a Cosimo Metastasio, costruttore della cella che avrebbe dovuto ospitare il sequestrato. A sorpresa (erano stati assolti in primo grado) la corte d'assise d'appello riconosceva colpevoli anche Rocco Lo PresU, presunto boss mafioso della Val di Susa, e Michele Bocco, prestasoldi al Casinò di Saint-Vincent, e li condannava a 26 anni ciascuno. Per i giudici entrambi organizzarono il tragico rapimento insieme a Raffaele La Scala, soprannominato «il padrino di Locri», Demetrio Curatola, detto «Zumimmo», e Sebastiano Giampaolo: La Scala deve scontare 26anni di galera, Curatola e Giampaolo 24 a testa. Teste fondamentale per l'accusa: Matteo, figlio di Caggegi (il ragazzo diventerà terrorista di Prima Linea e morirà in un conflitto a fuoco con la polizia il 28 febbraio '79), che inchiodò con la propria confessione organizzatori e gregari della banda.
Persone citate: Ceretto, Cosimo Metastasio, Curatola, Demetrio Curatola, Giovanni Caggegi, La Scala, Mario Ceretto, Michele Bocco, Raffaele La Scala, Sebastiano Giampaolo
Luoghi citati: Cuorgnè, Locri, Orbassano, Saint-vincent
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