La nostra salute in gioco tra mosche e fantascienza

La nostra salute in gioco tra mosche e fantascienza L'antropologo Georges Lambert ai «Venerdì letterari» La nostra salute in gioco tra mosche e fantascienza TORINO — -Fra ventanni biologia, chimica, medicina, farmacologia ci porteranno a risultati talmente eccezionali e sofisticati, che sarà la catastrofe-, dice l'antropologo Georges Edouard Lambert, consulente dell'Organizzazione mondiale della sanità e fondatore del Centro europeo di ecologia umana di Ginevra, studioso di fama internazionale. — Come la catastrofe? •Oh, i risultati saranno straordinari, ma si allargherà l'abisso fra le realizzazioni d'avanguardia e le situazioni sociali disperate, alle quali l'uomo pensa troppo poco da anni e anni. Se non vogliamo ridurci alla sconfitta, bisognerà d'ora in poi dedicarci con vero impegno ai vecchi problemi di base, non soltanto trastullarci con le iniziative avveniristiche. Le mie conferenze ai "Venerdì letterari" dell'Associazione culturale italiana — qui a Torino come a Firenze, Milano, Roma, Bari — avranno questo messaggio principale-. — Lei fornirà degli esempi agli ascoltatori... • Ecco un esempio: un Paese centroafricano ha di recente chiesto con insistenza a una nazione europea d'esser dotato di un istituto per terapia con il laser. Sarebbe un fiore all'occhiello per i politici locali, ma servirebbe a ben poche decine di malati. Mentre in quel Paese c'è una mortalità infantile spaventosa, c'è la tragedia della cecità generata dalla sporcizia. Basterebbe poco, una goccia di pomata antibiotica ogni giorno, negli occhi dei bambini esposti al rischio del tracoma, per evitare gli eserciti di ciechi adulti-. — E l'eliminazione delle cause d'infezione? «51, un'opera di riorganizzazione sociale e del territorio, di educazione sanitaria, di eliminazione delle lordure e del¬ le mosche che passeggiano tranquillamente dappertutto, dovrebbe essere compiuta parallelamente. Comunque, dovrebbe essere compiuta prima di spendere miliardi nel laser 0 in un centro di cardiochirurgia su modello statunitense-. — Questo vale per i Paesi sottosviluppati, poveri, dove fra gli altri problemi da risolvere con precedenza assoluta ?'è quello della denutrizione. Ma nel mondo industrializzato? -Fatte le proporzioni, si tratta dello stesso squilibrio. Da noi in Europa e negli Stati Uniti si tende con pervicacia alla medicina elitaria, al farmaco "miracoloso": alla delega della tutela sanitaria. Qui bisogna dare alla gente una parte del potere medico monopolizzato da poche classi: una parte del potere necessario a \far gestire, individualmente. 1 la salute-. — Sono possibili degli | esempi? •Prendiamo i diabetici. E' I provato che il malato di diaI bete che vive e controlla me| glio la malattia è quello che I per tre o quattro giorni è stato ricoverato in un ospedale ed è ! stato informato chiaramente e convincentemente dell'origi1 ne del disturbo e dei meccani! smi correttivi: che non sono soltanto farmacologici, ma riguardano la dieta, gli esercizi fisici, il comportamento in genere. Il paziente così "educato" non solo vive meglio, ma può addirittura compiere qualche oculata trasgressione terapeutica, perché diventa consapevole, principale amministratore della propria esi sterna'. — E nelle malattie di piU difficile controllo? -Anche nelle cardiovasculopatie, che nel mondo occidentale mietono il maggior numero di vittime, un'educazione sanitaria corretta capillare, tambureggiante, provoca effetti assai positivi. Lo si è visto negli Stati Uniti, dove una campagna a tappeto di giornali, televisione, organismi pubblici (scuole comprese) ha ridotto l'indice di mortalità per infarto e vasculopatie. Ciò è avvenuto in buona parte per i l'avvento dei betabloccanti farmaci largamente usati, ma in maggior misura per l'adesione ai consigli di non mangiare troppi grassi, di non superare il peso forma, di non abusare con alcol e tabacco-. — Come in Africa si dovrebbe combattere la sporcizia, da noi si dovrebbero dunque prima di tutto combattere alcol, fumo, stravizi di gola e sedentarietà? 1 -Proprio così, ma non è facile. Prendiamo l'alcol. Quale nazione si azzarderebbe a metterlo al bando o a educare la collettit>ità a farne minimo | q1consumo? Con gli interessi dimiliardi in gioco, nessuna. Ep-pure tutti sanno che l'alcol è un "moltiplicatore" di una se-rie di forme patologiche, dalla : tubercolosi al cancro. Stessa j cosa per le sigarette. Si arriva 1 persino al controsenso dei mo-nopoli statali. Ecco perché di- co che è in utile fare progressi giganteschi in campo medico1 -scientifico sema curarsi di sij tuazioni che. incancrenendosi, vanificheranno ogni risultato "di punta" sul piano del progresso storico-. f. gii.

Persone citate: Georges Edouard Lambert, Georges Lambert