Banda internazionale della droga sgominata, arrestate 40 persone di Giuliano Marchesini

Banda internazionale sgominata, arrestate della droga 40 persone Con una operazione che ha interessato parecchie città del Nord Banda internazionale sgominata, arrestate della droga 40 persone Altre 10 sono ricercate - La gang era capeggiata da un professore di educazione tisica sospettato di appartenere alle «Unità comuniste combattenti» - Scoperta l'attrezzatura per trasformare la morfina-base in eroina - La droga arrivava dalla Turchia DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VERONA — La polizia ha stroncato un grosso traffico internazionale di droga. Cinquanta gli ordini di cattura firmati dal sostituto procuratore della Repubblica di Verona, Guido Papalia. Quaranta persone sono già state arrestate: 34 italiani e 6 turchi. Dei latitanti, uno è greco, uno romeno, 5 turchi e gli altri italiani. Gli inquirenti hanno anche scoperto una quantità di attrezzature per l'installazione di un laboratorio clandestino per la trasformazione di morfina-base in eroina. La vasta operazione è partita da questa citta, che negli ultimi tempi è diventata un •crocevia della droga». Insieme con i funzionari e gli agenti di Verona, vi hanno preso parte quelli delle questure di Milano, Brescia, Rovigo, Vicenza, Novara e Bolzano. Ed hanno collaborato specialisti americani. E' caduto nella rete degli investigatori il personaggio ritenuto il capo in Italia di questa organizzazione che si sarebbe servita di diversi canali per il transito della «roba». E' Raffaele Reggio, 38 anni, professore di educazione fisica. Nativo di Nicotera in provincia di Catanzaro, residente a Milano in via Rombon 39. Quest'uomo, arrestato dopo una serie di controlli, si faceva passare per Bruno Pasquale Gallo, «dottore in matematica», disponeva di 3 o 4 automobili, non usciva mai di casa se non sotto abbondante scorta. Raffaele Reggio era sospettato di appartenenza alle «Unita comuniste combattenti». Il suo nome figure rebbe nelle carte trovate nel covo di Vescovio, presso Rieti, scoperto nel giugno del '79. «Era inserito — ripetono in questura — nel bollettino dei ricercati per terrorismo. Reggio era ritenuto un componente a livello organizzativo*. A suo carico c'era già un ordine di cattura per la rapina al Club Mediterranée di Nicole ra Marina, compiuta 4 agosto del '77 e attribuita alle «Unita comuniste combattenti», che secondo gli inquirenti avreb bero agito in « collaborazione ■ con elementi della malavita calabrese. Insieme con Raffaele Reggio sono finiti in carcere un fratello e un cugino. Dicono anche, alla polizia, che questo personaggio fosse stato in contatto «con uno o due uomi ni notoriamente legati alla 'ndrangheta». Aveva ancora rapporti con il terrorismo? •Questo — rispondono gli in vestigatori — non lo sap piamo». Sul tavolo del capo della squadra mobile di Verona, Vittorio Vasques, c'è la fila di strumenti per il laboratorio clandestino trovati nell'appartamento milanese di Raffaele Reggio. -Forse — dice uno degli inquirenti — il gruppo aveva già ingaggiato il chimico cui affidare il compi to di trasformare la morfina -base in eroina». Il capo della «mobile» racconta come s'è sviluppata questa clamorosa operazione. 'Abbiamo cominciato verso la metà di ottobre con certi controlli a Verona dove il traffico di stupefacenti è particolarmente intenso. Si \ è dncamcdreznvmranminuz'smpsbccdbdvpssc è seguito il canale dell'introduzione della droga da Milano: si trattava di eroina e cocaina. Per il momento, abbiamo dovuto rinunciare a qualche sequestro, per non pregiudicare la possibilità di arrivare al vertice dell'organizzazione». Pedinamenti, intercettazioni telefoniche, indagini sui vari incontri tra i «corrieri» milanesi e quelli veronesi. «/ risultati di questo lavoro — aggiunge Vasques — venivano naturalmente riferiti al magistrato, al quale sono stati inviati diversi rapporti: Da un passaggio all'altro, la polizia è giunta ad accertare che 'organizzazione contrattava spedizioni di stupefacenti a mezzo nave: partenza da Ate¬ ne, scalo in un porto della Turchia del Sud e arrivo in Italia, non si sa dove. «Si è stabilito — dice il capo della squadra mobile veronese — che la droga giungeva nel nostro Paese attraverso altri canali: da Istambul su un aereo, con particolari accorgimenti, fino a Milano, oppure dalla Jugoslavia, nei doppi fondi di alcune auto». Un'altra via era quella che dalla Turchia passava per Francoforte e Zurigo e terminava nel capoluogo lombardo. «i4 volte i corrieri viaggiavano in aereo, altre volte andavano a prendere la "roba" a Zurigo con la macchina». Ricostruiti questi percorsi, s'è fatta scattare la trappola. L'operazione si è compiuta tra il 22 e il 23 gennaio scorso: l'arresto di 10 spacciatori che circolava per Verona, 16 persone bloccate a Milano, le altre condotte nelle carceri delle altre citta in cui si erano svolte le indagini. Altra droga, dicono in questura, era già pronta per essere spedita in Italia a bordo di una nave, in partenza da Atene con un carico di legumi e diretta a uno scalo della Turchia, dove sarebbe avvenuto mil rifornimento degli stupefacenti: Le indagini hanno condotto anche alla scoperta, in casa di uno degli arrestati, di una quantità di banconote false: oltre 2000 da 100 dollari, 240 da 50 mila lire. Giuliano Marchesini

Persone citate: Guido Papalia, Pasquale Gallo, Raffaele Reggio, Vasques, Vittorio Vasques