Se vincono i «sì» il conto sarà salato per l'impresa
Se vincono i «sì» il conto sarà salato per l'impresa Se vincono i «sì» il conto sarà salato per l'impresa ROMA — Tredicimila miliardi e la cifra che gira da qualche tempo. Quattordicimila, quindicimila, sono gli arrotondamenti degli ultimi giorni. Tanto avrebbero risparmiato le industrie (solo le industrie, non tutti i datori di lavoro) con la legge che ha escluso dal calcolo delle liquidazioni la contingenza scattata dopo il primo febbraio 1977. Altre stime che riguardino tutti i datori di lavoro ce ne sono, ma più imprecise. Sema la legge del 1977, avrebbero ricevuto questi miliardi, come indennità di anzianità o di buonuscita, centinaia di migliaia di lavoratori che sono andati in pensione, o hanno cambiato impiego, o sono rimasti disoccupati. Se al referendum vincerà il «si» i datori di lavoro dovranno «restituire- tutto questo, tredicimila o ventimila miliardi che siano? Fra aumento dei costi per le imprese e crescita improvvisa della domanda, per l'inflazione sarebbe un disastro. Ma la maggioranza degli interpreti di questo rebus giuridico dice di no, che non si dovrà rifondere chi ha percepito l'indennità di anzianità o buonuscita prima della data dell'abrogazione. La Federazione Cgil, Cisl, UH non ha nessuna intenzione di battersi per questo. Tuttavia l'effetto di una vittoria del «si» sui conti delle imprese sarà ugualmente pesante. Per due ragioni: perché dalla data dell'abrogazione si dovranno applicare, nel calcolare le liquidazioni, nuovi criteri — ammesso che sia chiarito che cosa fare — o perché, nel vuoto giuridico, potrebbe esserci una serie di agitazioni sindacali per ottenere nuove e più favorevoli norme. La legge del 1977 modifica l'articolo 2121 del Codice Civile, sostituendone il vecchio testo con un altro. I giuristi devono decidere se, nel caso sia abrogata la legge del 1977, torna in vigore il vecchio testo dell'articolo 2121 oppure non esiste alcun articolo 2121. Conseguenze pratiche: nel primo caso chi lasciasse l'impiego dopo il referendum (sempre nel caso di vittoria del «si») avrebbe calcolata nella liquidazione tutta la contingenza che riceveva in busta-paga; nel secondo caso l'azienda non saprebbe che fare e dovrebbe adottare un calcolo provvisorio. Non si può quindi fare un conto esatto di quanto costerebbe alle aziende l'abrogazione della legge. Non ci sono dubbi invece su quanto sia costato finora, a ciascun lavoratore, il blocco della contingenza sulle liquidazioni. Il calcolo dell'indennità di anzianità differisce fra operai e impiegati e fra categoria e categoria; ma la contingenza scattata dal 1° febbraio 1977 ad oggi è pari a 154 punti, ovvero a 367.906 lire. Per l'eventuale data di abrogazione, si potrebbero superare le 400 mila. Nel caso più semplice che riguarda la grande maggioranza degli impiegati, queste cifre rappresentano grosso modo quanto •perde» uno che lascia il lavoro per ogni anno di anzianità. Grosso modo perché la retribuzione annua va riportata a dodici mensilità e perché bisogna tener conto delle tasse (il particolare sistema di « tassazione separata» che colpisce le liquidazioni). Le proposte che si stanno facendo di questi tempi per una nuova legge che impedisca il referendum hanno tutte un loro costo, anche se ben inferiore a quello che comporterebbe tornare alle norme di prima del 1977. La Confindustria dice che tutti gli incrementi del costo del lavoro non devono superare nel complesso il 16% nel 1982; nieni'altro potrà essere concesso e gli imprenditori terranno duro. Che spazio rimarrà per i rinnovi dei contratti di lavoro, se alla scala mobile si aggiungeranno anche le liquidazioni? s. I.
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