Referendum sulle liquidazioni Tutti adesso sono preoccupati di Gian Carlo Fossi
Referendum sulle liquidazioni Tutti adesso sono preoccupati Le prime reazioni dopo la sentenza della Corte Costituzionale Referendum sulle liquidazioni Tutti adesso sono preoccupati Il governo teme per il tetto del 16% - Gli imprenditori spaventati da un onere aggiuntivo di 13-14 mila miliardi - Il sindacato preferisce trattare per un'intesa soddisfacente ROMA — Non è stato un fulmine a ciel sereno perché se ne parlava da più di un anno, ma è certo che il «via libera» della Corte Costituzionale all'abrogazione del blocco della contingenza nel calcolo dell'indennità di liquidazione ha suscitato preoccupazione nel governo, reazioni decisamente negative fra gli imprenditori, perplessità e disorientamento tra gli stessi sindacati. Il governo teme che una soluzione non sufficientemente meditata del problema possa incidere negativamente sullo sforzo comune di contenere l'inflazione entro il tetto del 16 per cento nel 1982, ed entro limiti ancor più bassi nei prossimi due anni. Oli imprenditori (e lo ha affermato ieri chiaramente il presidente del comitato piccola indUQtria della Conf industria, Pichetto) ritengono assurdo che si possa soltanto pensare di chiedere alle aziende di sostenere un aggravio di 13.000-14.000 miliardi. I sindacati si rendono conto delle difficoltà del governo e degli imprenditori insistono per ricercare insieme una «ipotesi ragionevole», ma nello stesso tempo prendono le distanze da ogni conclusione «improvvisato ed affrettata*: tanto più che, proprio sul tema dell'indennità di anzianità, sono venute dalla recente consultazione nelle fabbriche critiche e accuse nei confronti dei vertici della federazione Cgil-Cisl-Uil. La sentenza rende 'ancor più necessaria e urgente — ha osservato il prof. Giugni, presidente della commissione tecnica istituita da Spadolini per studiare la questione delle liquidazioni — una trattativa fra governo, sindacati e imprenditori: La commissione dovrebbe terminare i lavori entro il 15 febbraio, ma già lunedi o martedì si potrebbe avere un quadro abbastanza preciso dei suoi orientamenti. •Abbiamo già valutato cinque ipotesi diverse, quella dell'Ires-Cgil, il progetto di legge del pei, la piattaforma sindacale di Montecatini e la proposta del prof. Filippi con due alternative. Stiamo valutando gli oneri e le rispettive convenieme, ma è evidente che non possiamo svolgere una mediasione su un argomento così delicato che investe direttamente la competenza delle parti sociali. Noi dobbiamo solo fornire alla presidenza del Consiglio e alle parti stesse utili elementi conoscitivi per un proficuo negoziato: Un accordo preventivo, secondo Giugni, è indispensabile anche perché si sono già delineate due opinioni netta mente contrapposte sugli effetti pratici che avrebbe l'immancabile accoglimento del referendum da parte dell'e lettorato. «La prima opinione — ha chiarito il presidente della commissione—è che l'abrogazione della legge del 1977 (che ha congelato la contingenza) non farebbe automaticamente tornare in vigore la normativa preesistente. La seconda, che giudico più plausibile, è che invece questa vecchia normativa rivivrebbe touteourt. Però, anche, se dovesse prevalere la prima tesi, non si avrebbe certamente una "scomparsa" dell'istituto di fine lavoro, ma si creerebbe un vuoto legislativo esclusivamente sulle modalità di calcolo: di conseguenza, la questione verrebbe risolta dalla magistratura, e in ultima analisi dalla Corte di Cassazione, con un ritardo di sei o sette anni per ogni causa di lavoro tendente ad ottenere il pagamento dell'indennità: Ancor più complesso e contrastato il problema del «pregresso» : c'è chi sostiene che la contingenza debba essere scongelata dal 1977 in avanti solo per chi andrà in pensione nel 1982 e negli anni seguenti, ma non pochi ritengono che debba essere ricalcolata pure per coloro che hanno lasciato il lavoro fra il 1977 e il 1981. Fra questi due gruppi di pensionati si creerebbe una disparità notevole, che però •sarebbe non irrazionale e quindi ammissibile — ha dichiarato il giurista Rodotà — in quanto un eventuale si al referendum demoproletario costituirebbe un cambio di disciplina normativa, deciso, invece che dal voto parlamentare, direttamente dal corpo elettorale, e come tale non retroattivo: Solo una valutazione di opportunità politica, ha aggiunto Rodotà potrebbe spingere il governo, dopo il voto referendario, ad «un intervento diretto per attenuare questa disparità, attraverso l'introduzione di una disciplina che ride finisca il complesso dei rapporti: Camiti per la Cisl e Verzelli della Cgil giudicano essenzia le la trattativa tra le parti so ciali, più che il «via libera» al referendum. •Queste cose — ha detto Camiti — non si possono regolare a colpi di legge. Comunque, il referendum non può favorire, né intralciare il negoziato con la Confindustria, per il semplice motivo che nessun negoziato è stato mai avviato». Verzelli: «£' preferibile tentare di raggiungere un accordo tra le parti, piuttosto che andare alle urne». Per Benvenuto, leader della Uil. sarebbe un errore grave improvvisare •soluzioni pasticciate pur di evitare il referendum». •Dobbiamo batterci — ha proseguito Benvenuto — per conquistare un buon accordo che sia in grado di tutelare le liquidazioni, erose fortemente dall'inflazione, e sappia armonizzarsi con la strategia anti-inflazione che la Federazione unitaria porta avanti pure con riferimento all'importante nodo delle pensioni». La reazione di Merloni è stata immediata. «Se si vuole — ha osservato — nonostante un sistema pensionistico che è fra i più cari del mondo, tornare ad avere liquidazioni completamente indicizzate, occorre contemporaneamente esaminare le altre voci del sa¬ lscgnem In Sicilia il comandante Guardia di Finanza PALERMO — Il generale Nicola Chiari, comandante generale della Guardia di Finanza, è giunto a Palermo per incontrarsi con il procuratore generale Ugo Viola e il consigliere istruttore Rocco Chinnici. Non sono stati resi noti i motivi dell'incontro, ma non si esclude che possa essere messo in relazione con una recente indagine della Guar d^ X Finanza palermitana - sulle posizioni economiche di 200 persone, disposta dopo ! una serie di segnalazioni fat| te dal giudice istruttore Gioi vanni Falcone, il magistrato ! che ha completato, tre giorni I fa. l'indagine formale lario. E' quanto abbiamo sostenuto partecipando alla commissione costituita dal governo. La revisione delle norme sulle liquidazioni deve essere esaminata congiuntamente a tutti gli altri aspetti e componenti delle retribuzioni. E siamo pronti a ritirare la nostra rappresentanza se questo principio non verrà accolto». Gian Carlo Fossi
Luoghi citati: Gioi, Montecatini, Palermo, Roma, Sicilia
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