Holderlin tragico tra mito e utopia di Luciano Curino

Holderlin tragico tra mito e utopia CONVEGNO AL GOETHE INSTITUT DI TORINO SUL GRANDE POETA URICO Holderlin tragico tra mito e utopia Per quasi quarantannTORINO — Per quasi quarantanni isolato dal mondo in una torre di Tubinga, in quieta follia con momenti di lucidità. Holderlin compose gli ultimi inni. «La piacevolezza del mondo ho già goduto, i La gioventù è da lungo, da lungo trascorsa. / Aprile e maggio e luglio sono lontani, i lo non son più nulla, non ho voglia di vivere più». (Trad. di Sergio Lupi). Friedrich Holderlin. uno dei più grandi poeti lirici e una delle figure veramente tragiche della storia della letteratura tedesca, è da alcuni anni al centro di un rinnovato dibattito culturale. Si è appena concluso al Goethe Institut di Torino il convegno: •Holderlin fra mito e utopia politica», introdotto da Claudio Magris. Vi hanno partecipato i maggiori studiosi europei di Holderlin: i tedeschi Dietrich Sattler, Klaus Jeziorkowski, Jochen Hieber; il francese Pierre Bertaux; gli svizzeri Beda Allemann e ni chiuso in una torre a Tuao n di e z i a e i o di o e e tni o eio: ia uiohi e il gli e ! Bernard Bòschenstein; gli italiani Giovanni Scimonello, Remo Bodei e Anna Giubertoni. Perché questo grande interesse europeo per Holderlin? Risponde Cesare Cases. germanista dell'Università di Torino, che a stimolare l'interesse è l'edizione delle opere del poeta curata.dallo studioso Sattler. Del romanzo Iperione e di molte poesie, ripetutamente rielaborate, si hanno tre o quattro diverse redazioni. Sempre gli editori, per una loro propria interpretazione, hanno scelto questa o quella redazione. Invece Sattler. grazie a una tecnica editoriale assolutamente nuova, usando i facsimili dei numerosi abbozzi, offre i manoscritti holderliniani nella loro integrità, Altro motivo di questo ravvivato interesse, dice Cases. sono le polemiche sugli entusiasmi rivoluzionari di Holderlin. Fino alla guerra furono privilegiati gli elementi mseajamcnpadltsatbrdlgtlQnHlsta ubala in quieta follia - Gmitici della sua opera. Fu essenzialmente il poeta pieno di ammirazione per l'antichità jreca. che tentava di fondere a classicità pagana col sentimento 'cristiano. Lamentava che gli dei avessero abbandonato la terra; la funzione del poeta era quella di evocarli, anticipare il loro ritorno. Holderlin affermava la fede nel loro ritorno, e alla lunga «notte» sarebbe seguito il luminosissimo «giorno». Proiettato anche nel canto della patria tedesca, di lui si servi Goebbels senza scrupolo né pudore, con isteria nazionalistica. Dopo il vergognoso periodo della nazificazione di Holderlin e il successivo silenzio, negli ultimi anni si sono rivalutati gli elementi storico-rivoluzionari della sua opera. Quando scoppiò la Rivoluzione francese Holderlin. come Hegel e Schelling e altri intellettuali tedeschi, si entusiasmò per i «diritti dell'umanità», la sua opera fu ispirata agli ideali rivoluzionari e del Gli ideali rivoluzionari a o . e a l giacobinismo. Il Terrore e la Restaurazione spensero molti entusiasmi, quasi tutti gli in tellettuali ripiegarono, Hòl derlin mantenne fede a quegli ideali. Dopo penose esperienze, diede segni di follia e fu «un assente della vita» per trentasei anni, finché mori. Secondo uno dei partecipanti al convegno torinese, il francese Bertaux (ma pochi studiosi lo seguono su questa strada), Holderlin non fu pazzo ma simulatore. Deluso dagli avvenimenti e incapace di vivere nella Restaurazione, finse la follia e scelse l'isolamento nella torre di Tubinga, affidato alla sorveglianza di un falegname. Compose qui gli ultimi inni in strofe libere che anticipano per molti rispetti la poesia moderna, firmando con pseudonimi diversi, tutti italiani, e uno era Buonarroti. Intendendo con questo nome non Michelangelo, ma il rivoluzionario Filippo Buonarroti. Luciano Curino

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