Le sfilate dell'Alta Moda per la prossima primavera-estate

Parigi, tutti i colori della nostalgia Gonne corte come negli Anni Sessanta Le sfilate dell'Alta Moda, per la prossima primavera-estate Parigi, tutti i colori della nostalgia Gonne corte come negli Anni Sessanta NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE PARIGI — Non per niente i compleanni e gli anniversari si sprecano a Parigi. Se Yves Saint Laurent ha invitato mille persone al Cabaret Lido per festeggiare con la 40' collezione i vent'anni della sua «griffe» gloriosa. Jean Louis Scherrer ci fa sapere che «vent'anni di alta moda sono vent'anni di passione: La moda della prossima primavera-estate e tutta una nostalgia: c'è da scegliere, come a Roma, dove la civetteria è di prammatica e il passato può essere in passerella, ma gli anni delle case di moda non si festeggiano, in un eterno presente. Quindi gonne corte? Certo. Vent'anni dopo, come per i moschettieri di Dumas, omaggio alla minigonna di Mary Quant, giacché gli anni passano anche per lei. Però con charme romantico. Non le cortezze aspre, insultanti, difficili, gonne secche e strette, bensì svolazzanti e abbondanti, fanciullesche e ingenue con malizia, come dire una speranza di uso per quasi tutte le donne. Aria di famiglia per noi. dopo aver visto André Laug, fra i tailleurs classici, giacca asciutta e gonna al ginocchio, di Nina Ricci e quelli in nero e bianco, blu e bianco, contraddetti da particolari in pizzo, del sarto di piazza di Spagna: qui invece della valencienne, ci sono fiori sulla spalla e in guipure sono le magiostrine, fornite di veletta, non importa se il modello è un tailleur pantalone in flanella rigata tennis. Cardin, cosi felicemente evocato nella gonna a palloncino di Valentino, ha l'imbarazzo della scelta nel riportare a galla le proprie idee, che i suoi colleghi dell'haute couture declinano con allegra pervicacia. Lui che ha fatto quasi tutto ci regala per la primavera-estate 82 misuratissimi tailleur, gonna attillata, giacca doppio petto, ben stretta al busto da dieci bottoni schierati a due a due dal collo all'orlo, ma con le maniche gonfiate a cuore all'avambraccio o dilatate a disco. Dicono che Jean-Louis Scherrer abbia pensato moltissimo a Lady Diana nel dirigere la corrente della nostalgia nelle pastellate lande di Oainsborough: ha potuto in effetti contemplarlo quanto ha voluto nella mostra al Grand Palais e studiare i dissonanti accordi fra una blusa da quacchera in pizzo, uria gonna in flanella bianca e una giacca in scozzese blu, frangiata di bianco o fra una giacca da piccolo lord in flanella bianca e il kilt scozzese frangiato di bianco. Tuttavia le nostalgie di Scherrer non sono tutte inglesi: ecco le donne alla Renoir, gonne corte e camicie a maniche ampie, in sete stampate alla , Monet, una cintura in gardenia di tulle e seta, ecco una gentile dama, provvista a ogni buon conto di parasole, come uscisse dal famoso campo di papaveri del maestro impressionista. Non manca il ragazzino in cotta di pizzo che aiuta la messa (vedi Courbet) finché la sera le cascate di ricami al collo e alle spalle in abiti da lady divine, cioè Lady Diana, si sono ispirate nel loro color champagne alle luci del Canaletto, per raggiungere in violente organze nere la drammaticità di Goya. Invitata d'onore, come sempre, alla sfilata di Christian Dior, la principessa Carolina di Monaco. Che cosa avrà,preferito? Le gonne corte e svasate in rigoroso tessuto maschile, principe di Galles bianco e nero, gessato tennis grigio-azzurro e bianco, beige e biscotto con la blusa in crèpe de chine gialla o invece blu o caki e la giacca blouson tagliata tuttavia come un blazer, nuova versione di uno svelto tailleur più simile a un due pezzi? Oppure quegli abiti «lingerie» che in organdis, in pizzo bianco, in plumetis, sono tutta una nervatura, un plissé, ripetuti ora in verticale ora in patchwork? Dior propone ma lascia disporre alla donna: la lunghezza infatti è definita variabile, prova ne siano i bei vestiti da pastorella in crèpe de chine fondo bianco e pallini rossi, di diversa misura fra gonna, collaretta e morbido bustino, che coprono il ginocchio. Infatti se c'è un grembiule di seta in aggiunta, ecco che tutto si può rialzare in drappeggio fino alla vita e comunque ci si potrà sempre orientare verso intramontabili gonne pantalone, purché siano in pizzo Chantilly nero e si completino con sportivo blouson da sera in luccicante serpente. Inutile chiedere il prezzo dell'abito corto da sera di Dior, indicato nel programma di sfilata della collezione al n. 52 come abito e blouson di taffetas rosso. E' una furia di patchwork, di volant, di nervature (quattrocento per l'esattezza), che si è scatenata per novanta ore di sola preparazione e per altre cinquantatré di esecuzione prima di diventare abito. Ma se dobbiamo captare la nostalgia che fa voltare le spalle sull'oggi ai grandi couturiers per guardare alla donna di ieri, più bello l'abito diritto, sottile, in satin bianco e nero, con geometrici inserti di pizzo nero e cintura di serpente, lucidamente nero, come le calze nelle gambe rivelate Lucia Sollazzo Parigi. Due modelli di Nina Ricci (a sinistra) che ricordano gli Anni 40; le proposte di Ghane! (al centro) e un abito multicolore disegnato da Ungaro (Tel. Upi e Ap)

Luoghi citati: Galles, Monaco, Parigi, Roma