Naufragio Cee sulle sanzioni per la Polonia di Renato Proni
Naufragio Cee sulle sanzioni per la Polonia Per il voltafaccia della Francia Naufragio Cee sulle sanzioni per la Polonia BRUXELLES — L'Europa ha trattato, tra lunedi e ieri, il problema politico delle sanzioni da applicare all'Urss per la soppressione delle libertà civili e sindacali in Polonia come una normale, frustrante disputa sul latte. Ieri sera, infatti, la Francia, con un colpo di coda inatteso, ha bloccato praticamente tutte le decisioni che i ministri degli Esteri della Cee avevano già approvato lunedi in una riunione non formale. E' stata una figuraccia: lunedi sera, Leo Tindemans, presidente di turno del Consiglio dei ministri della Cee, aveva telefonato al segretario di Stato americano Alexander Haig, a Ginevra, per informarlo dei sostanziali progressi compiuti dai «Dieci» verso l'imposizione delle sanzioni economiche, ancorché limitate, all'Urss. Ma proprio mentre Haig incontrava Gromyko, il sottosegretario agli affari europei per la Francia approvava, in via formale, soltanto le misure riguardanti l'abolizione della vendita — con lo sconto del 15% sul prezzo mondiale — di quarantacinque miliardi di lire di derrate alla Polonia. La Francia ha invece opposto «una riserva politica» alla decisione presa lunedì di riclassificare in sede Ocse l'Urss come «Paese relativamente ricco», in modo che in futuro paghi lo 0,50 oppure lo 0,25 per cento in più — a seconda della durata — sui crediti alle esportazioni. La Francia sostiene che tocca ai singoli governi e non al Consiglio dei ministri prendere un simile provvedimento. La delegazione francese ha posto anche una riserva di carattere procedurale sull'approvazione dell'impegno da parte europea di non vendere all'Urss le merci ad alta tecnologia sulle quali l'America aveva posto l'embargo e sull'incarico alla Commissione europea di studiare limitazioni delle importazioni russe, come le automobili, il caviale, i diamanti industriali, le pellicce e la vodka. E' chiaro che, a sei settimane dalla dichiarazione dello stato di assedio in Polonia, il tentativo di arrivare ad una posizione comune europea (per non parlare neppure di quella atlantica! sta per naufragare, I commenti, ieri sera, erano molto mesti nei corridoi di Palazzo Charlemagne. Si prevedono disaccordi tra i governi europei, che nessun tentativo di riconciliazione dissiperà del tutto. C'è il sospetto che, come nelle politiche economiche e monetarie, ciascun Paese europeo ormai abbia deciso di fare per proprio conto anche negli affari esteri. La Francia, quando le carte sono state in tavola, si è schierata di fatto con la Germania sul problema delle reazioni politiche ai fatti di Varsavia, lasciando malamente spiazzate sul fronte politico interno e su quello diplomatico esterno l'Italia e l'Inghilterra. Renato Proni
Persone citate: Alexander Haig, Gromyko, Haig, Leo Tindemans
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