Il corriere di valuta tenta di salvare 2 imputati e rischia una nuova accusa

SI corriere cfi valuta lenta di salvare 2 imputati e rischia una nuova accusa Lionello Torti voleva scagionare i condirettori del «Banco Ambrosiano» SI corriere cfi valuta lenta di salvare 2 imputati e rischia una nuova accusa DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Messo alle corde dalle domande sugli appunti e sulla documentazione contabile sequestrata dalla Guardia di Finanza al momento del suo arresto. Lionello Torti, il direttore della Banca del Gottardo di Lugano, imputato in tribunale con altre 17 persone per un traffico di valuta di oltre quattordici miliardi di lire, si è salvato a fatica da un nuovo mandato di cattura per favoreggiamento reale. Il funzionario elvetico, presunto «corriere» in Italia dei «clienti» dell'istituto di credito svizzero, si è visto con-. testare la nuova accusa dal pubblico ministero al termine di una deposizione caratterizzata da contraddizioni a non finire e dal suo disperato quanto inutile tentativo di rimettere in discussione i ruoli che, nella vicenda, avrebbero avuto gli altri principali im¬ putati, i condirettori del «Banco Ambrosiano» Fernando Ossola e Domenico Gregori. Anche per questo il magistrato dell'accusa ha chiesto al tribunale l'ulteriore imputazione e Gregori, l'unico dei tre giudicato a piede libero, rischia l'arresto. Ossola e Gregori, secondo l'accusa, avrebbero svolto la funzione di mediatori tra la banca svizzera e i professionisti ed industriali italiani decisi a trasferire all'estero le loro disponibilità finanziarie. Una tesi che, ieri, Lionello Torti ha cercato di controbattere parlando di «camere di compensazione» tra «Banca del Gottardo», •Banco Ambrosiano» e società finanziarie estere. Una serie di complicate manovre di trasferimenti di valuta che hanno finito però per cozzare inesorabilmente contro quei riferimenti e quelle annota¬ zioni trovate nelle tasche di Torti. Per l'imputato è stato infatti difficile trovare spiegazioni plausibili per ognuno dei conti correnti intestati a nomi di fantasia. Quando le contestazioni del presidente del tribunale si sono fatte pressanti, Lionello Torti ha dovuto ammettere che era stato incaricato di portare ai «clienti» della banca svizzera gli interessi trimestrali dei capitali da loro depositati alla Banca del Gottardo. 'Sapevo — ha aggiunto — che queste persone non erano in regola con le leggi valutarie italiane, ma non avrei mai immaginato che per la mia attività sarei finito in galera». Al suo autista, Bruno Zappa, anche lui imputato, furono sequestrati 44 milioni di lire appena prelevati dalla casa di Fernando Ossola. Secondo l'accusa era danaro da portare nei forzieri dell'istitu¬ to di credito elvetico. L'imputato, poi, non ha esitato a definirsi un «vigliacco» allorché, subito dopo l'arresto, chiamò in causa Ossola e Gregori, definendoli «i punti di riferimento» della sua attività in Italia. «Non sapevo quello che dicevo — ha affermato rivolto ai giudici —. In realtà avevo chiesto semplicemente ad Ossola, che è da tempo mio amico, di ricevere per mio conto a Roma qualche telefonata o di custodirmi somme di danaro per conto di persone che lui non conosceva'- Resta però il fatto che dietro la sigla «ecologico» di un conto presso la banca svizzera si nascondeva proprio l'Ossola e che quest'ultimo, in un interrogatorio al pubblico ministero, ha ammesso di aver -confezionato pacchetti di danaro» destinati ad «un agente segreto di una finanziaria svizzera».

Persone citate: Bruno Zappa, Domenico Gregori, Gregori, Lionello Torti, Torti