Eni e Agip si sono accorti del petrolio fatto in casa di Andrea Rossi
Eni e Agip si sono accorti del petrolio fatto in coso Sta per vincere la sua battaglia l'industriale Andrea Rossi Eni e Agip si sono accorti del petrolio fatto in coso Firmato finalmente un accordo fra le due grandi industrie e l'inventore del brevetto Previsti sgravi fiscali per gli idrocarburi che vengono ricavati dai rifiuti urbani MILANO — Sta per vincere la sua battaglia l'industriale milanese che riesce a ricavare petrolio e carbone dai rifiuti solidi urbani e industriali. E' stata la battaglia di un David armato di pazienza, fantasia e costanza contro i muri eretti da incredulità, diffidenza e burocrazia. Della scoperta del dottor Andrea Rossi, laurea in filosofia, industriale per tradizione familiare, s'è parlato finalmente in Parlamento. Un disegno di legge predisposto da un sottosegretario, l'on. Colucci, sta per essere approvato in via definitiva con la conseguente pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. La legge consentirà, dopo anni di attesa, la costruzione su scala industriale degli impianti e il conseguente ricavo di combustibili dai rifiuti in maniera sistematica e non sperimentale come si è fatto finora. La storia-odissea del dott. Rossi e del suo brevetto merita d'essere raccontata. Comincia nel '77-78. L'imprenditore-filosofo ha a Caponago, periferia di Milano, un'industria che progetta e costruisce inceneritori di rifiuti. Sono impianti costosi che fornisce a Comuni, ospedali, industrie. La comunità non sa come disfarsi di queste enormi quantità di residui organici, preferisce bruciarli, mandando in fumo anche chissà quanti miliardi per l'acquisto e la manutenzione degli impianti inceneritori Il dott. Rossi, andando un po' contro i propri interessi ha cominciato a chiedersi: perché sprecare tanti rifiuti, non potrebbero essere ricicla ti e diventare una vera e propria materia prima? Dal dub bio alla riflessione. Carbone e petrolio si formano in natura da residui organici vegetali sottoposti per millenni a variazioni di temperatura e di pressione. Era possibile in laboratorio riprodurre gli stessi processi e, accelerandoli, ottenere idrocarburi? L'utopia di un sognatore idealista o Tuo vo di Colombo? Nel corso di qualche mese, l'intuizione dell'industriale è diventata realtà. Lunghi esperimenti in laboratorio profusione di fondi, difficoltà, diffidenze, poi un giorno ecco il «miracolo»: gocce di petro Ho, polvere di carbone ricavate dai rifiuti sottoposti ad un particolare procedimento. Successive analisi chimiche hanno confermato la qualità dei prodotti. Per dimostrare che voleva fare sul serio il dott. Rossi ha costruito a fianco della sua azienda un impianto pilota per convincere gli scettici, E' cominciata, a partire da febbraio '78, anche la vera e propria produzione industriale dell'impianto con immediato ostruzionismo burocratico-fiscale. Sugli idrocarburi ricavati dai rifiuti, le autorità pretendevano le stesse imposte cui sono soggetti i prodotti petroliferi importati. Un assurdo, ma la legge è legge e cosi l'imprenditore s'è visto costretto a chiudere l'attività perché i costi di produzione risultavano superiori ai ricavi. Ma cocciuto com'è, non s'è arreso. Ha mobilitato politici e ministri, ha tenuto dibattiti, ha abbattuto muri di omertà e di interessi precostituiti. Finalmente, in dicembre, lo sblocco: la firma di un accordo con l'Eni e con l'Agip nucleare, poi il disegno di legge che prevede sgravi fiscali per gli idrocarburi ricavati dalla conversione di rifiuti e destinati alla combustione. «Are prevediamo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale — dice l'ing. Luigi Cavalloni, presidente della società costituitasi con l'Eni, la Petrolrifiuti — tra una ventina di giorni. Nel frattempo stiamo rimettendo in funzione l'impianto di Caponago rimasto fermo dal giugno dell 'anno scorso». Quanto costerà e quanto produrrà un impianto-tipo? « Uno stabilimento in grado di smaltire i rifiuti di una città di 160 mila abitanti costerà sei miliardi e mezzo. Se ne ricaveranno trenta tonnellate il giorno di petrolio e 40 di carbone. L'impianto di Caponago sarà pronto per maggio-giugno. Una commessa può essere esaudita nel giro di 24 mesi». Richieste di impianti. dall'Italia e dall'estero, continuano ad arrivare, l'entrata dell'Eni nella società sta dissipando diffidenze dure a morire. Nel frattempo continueranno gli esperimenti per migliorare la qualità dei prodotti e il rapporto costi-ricavi che è pur sempre attivo. E' importante comunque che le ricerche continuino in Italia e che i ri fiuti urbani vengano considerati una materia prima da riciclare e non da bruciare. Guido J. Paglia
Persone citate: Andrea Rossi, Colucci, Luigi Cavalloni
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