A Mosca digiunano due pentecostali rifugiate nell'ambasciata americana (che minaccia di consegnarle ai russi)
A Mosca digiunano due pentecostali rifugiate nell'ambasciata americana (che minaccia di consegnarle ai russi) A Mosca digiunano due pentecostali rifugiate nell'ambasciata americana (che minaccia di consegnarle ai russi) sto, sostenendo che prima i 7 devono tornare nella loro città. Augustina e Ljdia Vashchenko sono state avvisate dai funzionari Usa: se le loro condizioni fisiche peggioreranno, al punto di far temere per la loro vita, l'ambasciata non esiterà a consegnarle ai sovietici. Fino a sabato sera le due donne si sono nutrite con una «dieta liquida» (tè e succhi di frutta); da domenica, invece, hanno eliminato anche i liquidi. Le loro condizioni di salute, per ora discrete, potrebbero peggiorare rapidamente. E' presumibile che esse abbiano preso la decisione dopo il clamore suscitato dal digiuno di Sacharov. sperando forse di ottenere un analogo successo. Ma i Vashchenko non sono Sacharov. e le autorità sovietiche non hanno difficoltà a ignorare la protesta, forse anche incoraggiate dal rifiuto americano di trovarsi fra qualche giorno con due vittime in casa. Il 15 gennaio, l'ex presidente Carter aveva telefonato a Ljubov Vashchenko. figlia di Augustina e sorella di Ljdia. N<»'la conversazione, durata 15 minuti. Carter aveva chiesto alla ragazza che convincesse madre e sorella a desistere. Anche quell'intervento, però, si è dimostrato inutile. Non è la prima volta che Augustina Vashchenko ricorre all'arma del digiuno per attirare l'attenzione sul suo caso. f.gal. DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Da quattro settimane, dal 28 dicembre per l'esattezza, due dei 7 pentecostali che nel giugno 1978 superarono lo sbarramento dei miliziani ed entrarono nell'ambasciata americana a Mosca (dove vivono da allora), sono protagonisti di un digiuno limitato che nelle ultime 48 ore si è trasformato in completo sciopero della fame. 1 Augustina Vashchenko. 52 anni, e sua figlia Ljdia. 31 anni, vogliono in questo modo attirare l'attenzione sul loro caso. Accusano i funzionari americani di non essersi suffi i cientemente adoperati per far loro ottenere un visto d'espatrio, ma al tempo stesso rifiutano l'invito delle autorità sovietiche a tornarsene a casa — è stato promesso loro che non saranno denunciate — e a fare regolare domanda d'espatrio. Il caso dei 7 pentacostali. tutti provenienti | dalla città siberiana di Chernogorsk e per questo soprannominati -i sette della Siberia», ha già creato non pochi problemi all'ambasciata Usa. I pentecostali, infatti, hanno ripetutamente rifiutato di lasciare l'edificio, e gli americani si sono visti costretti ad asse gnare loro un piccolo appartamento, in cam bio di un aiuto nei lavori di pulizia e di manu tenzione dell'edificio. Le autorità sovietiche ; hanno a loro volta respinto le richieste di vi¬
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