Due killer pagati dal «racket» della droga uccisero una donna, simulando una rapina

Due killer pagati dal «racket» della droga uccisero una donna, simulando una rapina Clamorosa svolta nelle indagini sul delitto della scorsa settimana a Roma Due killer pagati dal «racket» della droga uccisero una donna, simulando una rapina DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Tamara Montebovi, la giovane donna uccisa a rivoltellate da due giovani nel tardo pomeriggio di sabato 9 gennaio in una tabaccheria di Montesacro, non è stata vittima di rapinatori occasionali che le hanno sparato per impadronirsi della sua pelliccia. La sua morte sarebbe invece il risultato di un piano omicida abilmente preparato e che per deviare le indagini mirava a far passare l'assassinio come l'azione inconsulta di un rapinatore drogato. In realtà la donna sarebbe stata uccisa in maniera premeditata, da due killer, per punirla di un grave sgarro ai trafficanti di stupefacenti: l'aver comprato una partita di cocaina con assegni a vuoto e avere poi cercato di tener lontano la vendetta con la minaccia di «cantare» alla polizia. E' questa la pista sulla quale si stanno muovendo attualmente gli investigatori della capitale e che si sta rivelando sempre più ricca di inquietanti conferme. Tamara Montebovi era infatti già nota al Nucleo Antidroga della Guardia di Finanza: la sua voce compare più volte nelle registrazioni delle telefonate fat¬ te dalla donna ad alcuni componenti di una banda di spacciatori (19 di loro sono stati arrestati nei giorni scorsi) che riforniva di eroina e di cocaina le zone romane di Valmelaina, Tuf elio e Montesacro. A introdurre Tamara nel mondo della droga era stato il suo convivente Angelo Codognato, 34 anni, arrestato fin da lunedi scorso. L'uomo aveva precedenti penali per spaccio di cocaina ed è stato arre¬ stato perché trovato in possesso di una 38 special non denunciata e con i numeri di matricola limati. Ma forse l'arma è soltanto un pretesto per bloccare il Codognato, in attesa che maturino le indagini sul caso. Dall'autopsia di Tamara è emerso che la donna era dedita alla cocaina. Ma forse il suo contatto con la droga non si limitava a questo. La Guardia di Finanza ha trovato alcuni assegni a vuoto per oltre 100 milioni, firmati da Tamara Montebovi, che quasi sicuramente erano il controvalore di una partita di coca da distribuire sulla piazza romana. Ciò fa supporre che la donna facesse in qualche modo parte del giro. La mattina della sua morte, Tamara, secondo gli inquirenti, era partita per Roma da Verona, dove viveva con il padre commerciante di mobili, subito dopo aver ricevuto una telefonata. Appena giunta a Termini aveva cercato di mettersi in contatto telefonico con uno della banda. E probabilmente non l'ha trovato. E' quindi andata a casa e subito dopo, per evitare intercettazioni attraverso il suo telefono, è andata a telefonare in una tabaccheria nella quale si recava spesso proprio per usare il telefono. Mentre aveva ancora la cornetta in mano, i colpi dei killer l'hanno freddata. Nell'agendina che la donna aveva in mano e che è stata recuperata, la polizia ha trovato sicuramente delle indicazioni utili. Il giorno dopo il delitto, a Venezia è stato arrestato l'attore Emilio Bonucci. Un altro arresto è stato fatto lo stesso giorno a Roma. Si tratta di un'amica di Tamara (la sua identità non è stata ancora rivelata) e in rapporti molto stretti con il suo convivente. Rapporti di droga? Per adesso l'accusa è di ricettazione. Le indagini proseguono. Le persone sospette interrogate sono numerose. Il giallo appare aggrovigliato e complesso ma gli investigatori sembrano ottimisti.

Persone citate: Angelo Codognato, Codognato, Emilio Bonucci, Tamara Montebovi

Luoghi citati: Roma, Venezia, Verona