La Galleria d'Arte moderna tace ormai da troppo tempo
La Galleria d'Arte moderna tace ormai da troppo tempo Chiusa da un paio d'anni, riaprirà nell'85; un grave vuoto culturale La Galleria d'Arte moderna tace ormai da troppo tempo L'assessore per la cultura, Giorgio Balmas: «Abbiamo fatto male i conti, la ristrutturazione è nata sbagliata» -1 socialisti: «Un ritardo che indica una precisa volontà politica» La Galleria d'Arte Moderna è inattiva da un paio d'anni, riaprirà nell'85 se tutto fila liscio. Cinque anni di vuoto, per uno spazio che è stato in passato un importante punto di riferimento culturale per Torino e fuori Torino, sono molti. I socialisti, nel documento sulla cultura sommersa illustrato alcune sere fa dal vicesindaco Enzo Biffi Gentili e dal consigliere Elda Tessore, muovono precise accuse di ritardi ingiustificati e su come è stato gestito il problema Galleria d'Arte Moderna. Le cause? 'Strutturali*, risponde l'assessore per la cultura Giorgio Balmas. E aggiunge: «Abbiamo sbagliato i conti con gli uffici tecnici che devono predisporre il progetto. La ristrutturazione della Galleria, nata sbagliata, si è rivelata più complessa di quanto s'immaginava. In estate sarà pronto il progetto definitivo e cominceranno i lavori, non facili, di sgombero del materiale-. L'impressione comunque è che si sia perso troppo tempo. ■ L'idea politica di fare questo lavoro l'abbiamo avuta suoi to. Riconosco che si arriva tardi per una serie di complicazioni burocratiche, per scel te di priorità e perché, ripeto, la ristrutturazione della Galleria richiede uno sforzo enorme». Ritardo «strutturale» per l'assessore, parentesi astuta a sfondo machiavellico per il psi: «Certi ritardi sottendono la precisa volontà di mettere in frigorifero, mediante la consumata tecnica della dila zione, una pubblica struttura che dovrebbe invece rappresentare Torino a livello nazionale ed internazionale: A che fine? «Per gestire in modo diretto e quindi monopolistico, senza alcuni interlocutori esperti e di prestigio, mostre monoculturali in altri spazi come la Mole, il Foyer del Regio, Palazzo Madama» Insomma un travaso di poteri: dall'azione concordata tra comitati di esperti (Galleria d'Arte Moderna), alla gestione esclusiva, quindi politica, della cultura attraverso l'as sessorato (Mole e simili). Risponde Balmas: «La Mole è uno spazio alternativo, il luogo in cui far vivere la Gal leria in attesa della sua riatti vazione». Però il comitato di nomina amministrativa non è stato rinnovato e manca da sette anni il direttore della Galleria. Balmas: «C'è un regolamento-capestro vecchio e che cercheremo di adeguare alle esigenze attuali. I vincitori di due concorsi hanno optato per altre sedi. C'è un nome all'orizzonte? ''mEsìsie'una rósa "da'cui 'scégliere la persona giusta. Il comitato? Quello vecchio mi ha sostenuto in più occasioni. Vale per tutte la mostra sul futurismo. Sarà rinnovato, al momento di affiancarlo al futuro consulente. Penso tuttavia che dovrà essere formato da membri non indicati dalle forze politiche, ma scelti secondo le loro capacità scientifiche». Assessore, è inutile nascondersi dietro un dito: finita la stagione delle grandi mostre monografiche, l'immagine di Torino si è sbiadita. Balmas: «Devo ammettere che mi è mancata l'intelligenza manageriale. Se avessi, sui due filoni di ricerca peraltro concordati con il comitato della Galleria, innestato un paio di mostre monografiche di grande richiamo, adesso non saremmo qui a parlarne. Detto questo, aggiungo che mai ho inteso chiudere un rapporto con gli operatori privati o meno. I socialisti: «C'è un contenzioso elevato di occasioni mancate. Torino ha perso smalto e pensare che basta un minimo di immaginazione e iniziativa». Il vicesindaco Biffi Gentili ricorda che con pochi milioni «abbiamo immesso in circuito nazionale e inter- nazionale la mostra sul "Piano del colore" che ha toccato Verona, Bologna, Lille, Tourcoing. Il 10 febbraio a Bologna sarà presentata la mostra "La luce della città di Torino: Ancora i socialisti: «Iniziative del genere trovano assente l'amministrazione, come mai? E non parliamo delle esposizioni monografiche, dell'incontro pubblico-privato che in altre città ha fornito occasioni di enorme interesse culturale, commerciale e turistico». Balmas: «Jn effetti, assumendo questo incarico, è sfuggito per un certo periodo il risvolto economico. Certo, si possono fare grandi mostre filologicamente buone, fornire strumenti didattici di lettura destinati a non estinguersi con la chiusura di una manifestazione. Per il prossimo triennio sto definendo i particolari per tre importanti appuntamenti con l'arte contemporanea. Non posso fare anticipazioni ma i nomi saranno una bomba». H psi: «Ss un mutamento di rotta è in corso, prendiamo atto che i nostri suggerimenti erano necessari. Che il nostro documento sulla gestione della cultura non è un espediente meschino ma uno strumento stimolante. Peccato tuttavia che si cominci a fare solo oggi un discorso meno chiuso, meno provinciale». Pier Paolo Benedetto
Persone citate: Balmas, Biffi Gentili, Elda Tessore, Enzo Biffi Gentili, Giorgio Balmas, Pier Paolo Benedetto
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