A Torino c'è un gruppo (la Gor) che vende impianti al Giappone

A Torino c'è un gruppo (la Gor) che vende impiantì al Giappone Produce cruscotti per la Nissan, con un materiale «rivoluzionario» A Torino c'è un gruppo (la Gor) che vende impiantì al Giappone TORINO — C'è una società torinese, la Oor, che non ha paura dei giapponesi, anzi li ha come propri clienti. Fornisce componenti auto, fatti con un materiale «rivoluzionario», il Woodstock. Questo è stato brevettato nel '73, è una plastica che non è completamente plastica in quanto è composta anche dai residui della lavorazione del legno. Serve per i cruscotti, per le cappelliere delle auto (sotto il lunotto posteriore) e per l'interno delle portiere. La Oor ha un accordo di fornitura con la Nissan, tempo fa ha raggiunto un'intesa con la Ford americana: la casa di Detroit userà il Woodstock e lo stamperà nella sua «divisione plastica». L'importo si aggira sul milione di dollari annui, inoltre la società torinese fornirà tecnologia e macchinari per 550 mila dollari. Recente è l'accordo con la Jugoplastica: anche in questo caso il protagonista è il Woodstock, oltre a macchinari e tecnologia per 900 mila dollari. L'ordinativo, spiegano alla Oor. è giustificato dall'ampliamento della produzione di pezzi che saranno utilizzati dalla Volkswagen jugoslava e dalla Zcz. Lo scorso mese il gruppo Oor ha portato a termine due aumenti di capitale: il primo da 600 milioni a 1,5 miliardi per la Oor Applicazioni Speciali spa (detentrice del brevetto Woodstock) il secondo da 300 milioni a un miliardo per la Resinatura Meridiona¬ le Spa. L'operazione è stata portata a termine con la completa sottoscrizione da parte dei vecchi azionisti, cioè da Alberto Ardissone. la famiglia Raballo e dal gruppo Solvay Alberto Ardissone. che ha alle spalle l'ambizione di diventare attore e una breve esperienza di produttore cinematografico (realizzò un film con Ottavia Piccolo), iniziò la sua carriera di imprenditore diventando socio di una piccola azienda (20 dipendenti) che produceva ovatte saldabili (a Venaria). «Allora l'auto» spiega Ardissone «era in fase espansiva (inizio Anni Settanta), e all'auto si pensava soprattutto. Non sono mai stato un tecnico, ma ho avuto intuizioni tecniche, mi ha sempre interessato l'utilizzazione della plastica. Feci fare esperimenti con i residui della lavorazione del legno: tempo fa si buttavano via, anzi bisognava pagare per farli portar via.. 'Per certi pezzi» dice Ardissone, moggi noi siamo leader mondiali». L'avventura giapponese è stata quella più difficile, ma anche la più entusiasmante, dicono alla Oor. Iniziò tutto con la Kasay del gruppo Nissan, nel '76-77: la società comprò una prima linea per produrre Woodstock e know how per costruire impianti di stampaggio. Le linee diventarono poi tre. Il fatturato è di 26 milioni di dollari. Si fanno 100 mila pannelliporta il mese e 800 mila cappelliere l'anno. La Kasay lavora per la Honda oltreché per la Nissan. La Oor vuole differenziare i suoi prodotti, non lavorare solo per l'auto. Ha in mente di applicare i nuovi materiali per l'edilizia e per l'arredamento. E' allo studio una sedia in Woodstock. p. m. f as.

Persone citate: Alberto Ardissone, Ardissone, Kasay, Ottavia Piccolo, Raballo

Luoghi citati: Detroit, Giappone, Torino, Venaria