Nelle fabbriche piemontesi 75 su 100 hanno risposto sì
Nelle 75 su fabbriche piemontesi 100 hanno risposto sì Le maggiori riserve riguardano il tetto del 16% Nelle 75 su fabbriche piemontesi 100 hanno risposto sì TORINO — Gli esecutivi regionali Cgil, Cisl, Vii si sono riuniti ieri per fare il punto a proposito della consultazione sul documento sindacale per lo sviluppo economico. Fino alle 13 si erano svolte 1.450 assemblee su un totale di poco superiore alle 2 mila. Dei lavoratori interessati (310 mila) solo 150 mila, pari al 48,5 per cento, ha preso parte ai dibattiti. «La fascia che in genere è assente — ha detto Levati (UH) — è quella di impiegati, tecnici e quadri. La partecipazione è stata più massiccia nelle fabbriche che non nei servizi e nel pubblico impiego, dove il posto di lavoro è garantito*. Hanno votato circa 107 mila persone, che rappresentano il 71 per cento dei partecipanti, ma solo il 35 per cento degli interessati. I voti favorevoli espressi nelle varie fasi della consultazione sono stati 80 mila, vale a dire il 75 per cento del presenti, e il 26 per cento degli interessati. Nei sì sono comprese le adesioni di chi ha formulato emendamenti. ■In sostanza — è stato osservato — c'è una notevole differenza tra 1 rifiuti netti, i "no" alla piattaforma unitaria dei dieci punti, integrata dal documento regionale, e i voti favorevoli, sia pure critici, di chi ha voluto chiarificazioni e maggiore incisività, in particolare sul decimo punto (il tetto del 16 per cento)*. I «no» (16.500) rappresentano il 15,5, l'il o il 5,5% a seconda che si considerino i votanti, I presenti o gli interessati. Nei tre casi, una percentuale molto bassa. ■Tuttavia è chiaro — ha rilevato Bertinotti (Cgil) —che il problema politico vero non è il rapporto tra sostenitori della linea confederale e contrari, bensì quello tra lavoratori interessati e lavoratori presenti». Un elemento di crisi, rilevato con frequenza negli ultimi tempi: «Ora però è stato quantificato e formalizzato». Avonto (Cisl) ha preci sato: «Le organizzazioni sindacali riescono ancora ad aggregare la maggioranza reale dei lavoratori, in particolare di chi esprìme un'opinione con il voto». Il dibattito ieri è stato affrontato a porte chiuse. In effetti c'era nervosismo tra i delegati, e chi ha parlato con i giornalisti ha dato l'impressione di voler trovare delle giustificazioni piuttosto che fornire una serena analisi delle cifre (anche il documento conclusivo, promesso per oggi, non sembra avere una facile gestazione). Non è mancato un accenno al corteo per il lavoro di sabato scorso: «Il sindacato è trainante sui problemi prioritari, appunto come la lotta per l'occupazione*. Tra I dati più significativi, riferiti ieri, ve ne sono almeno due da sottolineare. Il primo riguarda i «sì» pronunciati dai lavoratori dell'Alto Novarese, pari al 65 per cento (emendamenti compresi). Il secondo è una generale mozione di sfiducia nei confronti degli interventi del governo al Sud. «Sono stati sperperati migliaia di miliardi Se non ci fossero troppi interessi clientelar!, il Mez zogiorno dovrebbe essere ormai un'area florida». Sfiducia dunque anche per l'uso, se non finalizzato, dello 0,5 per cento. Carlo Novara
Persone citate: Avonto, Bertinotti, Carlo Novara, Levati
Luoghi citati: Torino
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