Un «piano Marshall» sovietico per aiutare l'economia polacca di Fabio Galvano

Un «piano Marshall» sovietico per aiutare l'economia polacca Un «piano Marshall» sovietico per aiutare l'economia polacca DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Il Comecon — il «mercato comune» dell'Est europeo — ha concluso il suo vertice di Mosca esprimendo, in una dichiarazione diramata dall'agenzia sovietica Tass, il pieno appoggio per le misure interne adottate da Varsavia e la condanna alle 'interferenze» delle quali si sarebbero macchiati gli Stati Uniti e gli altri Paesi Nato. Ma soprattutto emergono, dal documento, due elementi d'interesse: l'annuncio di un vasto piano d'aiuti per la Polonia e il monito all'Occidente che le sanzioni potrebbero avere un «effetto boomerang». I Paesi del Comecon, si legge nella dichiarazione, «forniscono e forniranno al fraterno popolo polacco tutto l'aiuto necessario a superare le difficoltà economiche, a restaurare il normale processo produttivo, ad assicurare le condizioni per lo sviluppo socialista del Paese». Quest'assistenza, si limita a spiegare il documento, sarà data •anticipando la fornitura dei beni necessari alla Polonia», ma anche attraverso •forniture supplementari» e lo sviluppo dei legami di collaborazione. Non una cifra, quindi, né un esplicito impegno sulla quantità—o sui generi—delle forniture. Di questo, probabilmente, hanno parlato in forma più riservata, dietro le quinte del vertice, il capo del gosplan sovietico Nikolaj Baibakov e la sua controparte polacca Zbigniew Madej. Si sa che hanno avuto una serie di colloqui, dei quali tuttavia s'ignora per ora il contenuto. Va ricordato che tre settimane fa l'Unione Sovietica aveva già concesso a Varsavia un prestito di 2,7 miliardi di rubli (circa 3,4 miliardi di dollari), una cifra pari al previsto disavanzo polacco negli scambi bilaterali con l'Urss per il biennio 1981-82. L'Est europeo in soccorso a Varsavia, quindi, in quello che ambienti diplomatici occidentali definiscono «un piccolo piano Marshall», mentre si intensificano i moniti all'Occidente. «La riduzione unilaterale dei rapporti commerciali, economici, tecnici e scientifici — afferma il documento del Comecon — in ultima analisi metterà a repentaglio gli interessi di chi avvia tali azioni o di chi le segue». L'implicita critica agli Stati Uniti, che hanno adottato sanzioni economiche contro Polonia e Urss, e agli alleati Nato, che hanno sospeso i crediti commerciali alla Polonia, è fin troppo evidente. Questa 'Sordida pratica» deve finire, dice l'Est europeo, definendo le sanzioni contro Varsavia «una grossolana violazione delle regole generalmente riconosciute nei rapporti internazionali». Il Comecon riafferma invece la convinzione che l'azione militare del 13 dicembre fosse necessaria, e ribadisce il suo appoggio alle iniziative «per rafforzare la legge e l'ordine socialisti e per proteggere gli interessi vitali del popolo polacco». I fatti di Varsavia, conclude il documento, «non devono più essere usati come pretesto per accrescere le tensioni internazionali e per distrarre l'attenzione dei popoli dalla soluzione dei più importanti problemi della pace e della sicurezza». Fabio Galvano

Persone citate: Nikolaj Baibakov, Zbigniew Madej