Processi per terrorismo oltre cento alla sbarra di Claudio Cerasuolo
Processi per terrorismo oltre cento alla sbarro La corte d'assise impegnata contro reversione Processi per terrorismo oltre cento alla sbarro Si comincia il 3 febbraio per «Controinformazione» - In marzo appello contro i 73 della colonna Peci - Banda armata per IO «PI» Il nuovo anno giudiziario è stato appena inaugurato e già si prepara per Torino una densa stagione di processi per fatti di terrorismo. Le due aule costruite a tempo di record nella primavera dell'Sl per ospitare i processi alle Br e a Prima Linea, funzioneranno quasi a tempo pieno. Il primo appuntamento è per il 3 febbraio, quando compariranno davanti ai giudici popolari dell'assise i venti imputati del processo al periodico «Controinformazione». E' un procedimento che riunisce tre diversi «filoni» dell'eversione. Il primo è quello dei redattori e dei collaboratori del periodico, accusati di attività sovversiva. Tra essi non figura l'ex-direttore della rivista Antonio Bellavita, tuttora latitante. Bellavita fu arrestato in Francia ma non fu concessa l'estradizione per il reato di banda armata. Il secondo gruppo è costituito dal •Collettivo politico lodigianom, il retroterra politico organizzativo e militare da cui i capi storici delle Br (Curcio e soci) attingevano le nuove leve (Massimo Maraschi, Laura Allegri, Giuseppe Battaglia, Paolo Gastaldi, tra gli altri). Nel terzo gruppo figurano brigatisti a tempo pieno come Tonino Parali e Arialdo Lintrami, già processati per banda armata assieme ai vecchi compagni (il nucleo storico delle Br) e ora rinviati a giudizio per reati specifici. Una posizione a parte spet ta a Mario Rossi, aderente al la banda XXII ottobre, l'ex fattorino convertitosi in carcere ai Nap (Nuclei armati proletari). E' un procedimeli to che arriva dalla Procura di Genova ed è stato unificato a questo processo. Gli imputati di «Controlli formazione* erano comparsi per la prima volta in assise il 18 aprile '79 ma il processo fu sospeso perché la corte aveva accolto l'eccezione dell'auto difesa sollevata dai legali dei brigatisti e aveva inviato gli atti alla corte Costituzionale (che, come è noto, ha poi negato la possibilità dell'autodi fesa). Il secondo appuntamento è forse il più importante. Il 2 marzo comincerà davanti ai giudici della prima sezione della corte d'assise d'appello 11 giudizio di secondo grado per 73 imputati della «colonna guidata dal pentito Patrizio Peci, gli stessi già giudicati proprio in questa aula alle Vallette lo scorso anno. Parecchi tra gli accusati erano stati condannati per semplice partecipazione a banda armata e i termini di carcera zione preventiva avrebbero dovuto scadere proprio in questi giorni. Ma un recente provvedimento della sezione istruttoria della corte d'appello ha raddoppiato i termini della carcerazione preventiva rendendo obbligatorio il mandato di cattura (e quindi la permanenza in carcere) Ai primi di marzo si svolgerà inoltre il processo contro il gruppo Andrea Coi, Ingeborg Kitzler, Giuseppe Mattioli, le sorelle Cadeddu, Nicola Valentino e Rosaria Biondi, (questi ultimi due già condannati all'ergastolo per l'assassinio di un magistrato). Furono tutti catturati prima dell'individuazione della «colonna» di Patrizio Peci e processati per detenzione di armi. Ora devono rispondere del reato di banda armata. Il 29 marzo, infine, saranno processati per banda armata dieci appartenenti a Prima Linea (tra i quali i fratelli Matta, i fratelli D'Ursi). Prima dell'estate i giudici istruttori che lavorano alle due poderose inchieste sugli omicidi, le rapine e gli altri reati specifici commessi dalle due bande, Br e PI, contano di terminare il loro lavoro. I due processi presumibilmente potranno essere celebrati verso la fine dell'anno e impegneranno le due corti d'assise per alcuni mesi. Claudio Cerasuolo
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