Il racconto dei feriti sull'Italicus

Il racconto dei feriti sulTItalicus Processo a Bologna Il racconto dei feriti sulTItalicus o i BOLOGNA — n ricordo non è sbiadito. La voce rotta per l'emozione, Giovanni Villa racconta la morte di un eroe silenzioso nell'aula della Corte d'assise di Bologna dove si celebra il processo per la strage sull'Italicus. •Lo scoppio, il treno che si arresta, il fumo, le urla della gente, i gemiti dei feriti. Mi trovavo sulla vettura sventrata dalla bomba ed ero rimasto illeso. Accanto a me c'era un ferroviere, neppure lui era rimasto ferito, dopo un attimo saltò nuovamente sul treno in fiamme, afferrò un estintore e si gettò nel rogo. Più tardi, in ospedale, mi dissero che era morto anche un ferroviere». Quell'uomo Giovanni Villa non lo vide più: forse era Silver Sirotti, morto nel tentativo di soccorrere i passeggeri e al quale è stata conferita la medaglia d'oro al valor civile. Di quel viaggio Villa non ha dimenticato neppure i dettagli: .Durante tutto il tratto, da Roma fino al punto dello scoppio, non notai niente, ogni cosa mi era parsa assolutamente normale». Prima di lasciare il pretorio Villa si è voltato a osservare i volti degli imputati, Luciano Franci, Pietro Malentacchi e Mario Tuti. .No, questi non li ricordo». In quella notte fra il 3 e il 4 agosto '74, alla stazione fiorentina di Santa Maria Novella, dove ritalicus sostò per 19 minuti e dove, secondo l'accusa, fu collocato l'ordigno, .C'era molta animazione, soprattutto erano affollati i treni diretti al Sud e la gente saliva anche dai finestrini». Impossibile, quindi, notare movimenti sospetti, ricordare un volto. La difesa contesta la tesi e sostiene che la bomba fu messa alla partenza del treno, cioè a Roma Tiburtina. Ha ricordato Franco Neri, ferroviere: .Dalla vettura in fiamme, avvolta dal fumo, si udivano grida strazianti». Un altro ferroviere, Sergio Cellini, ha raccontato come, appena partiti da Firenze, trovò due giovani senza biglietto chiusi nella toilette della carrozza poi sventrata dall'esplosione. Toccò a Silver Sirotti fare il verbale e, più tardi, alla stazione di San Benedetto Val di Sambro, dove l'italicus si fermò con il suo carico di morte, i due vennero identificati da agenti della polizia ferroviaria: .Brano terrorizzati e risultarono estranei all'attentato». Ancora la parola alle parti lese: per una coppia di anziani coniugi saliti a Firenze il ricordo più vivo sono i volti di due passeggeri coi quali avevano scambiato alcune parole, qualche minuto prima dello scoppio. Loro poi erano passati in un altro vagone, nell'esplosione erano rimasti feriti leggermente da schegge di vetro, gli altri morirono. Oggi il processo è interrotto, ma davanti ai giudici compare Francesco Sgrò, l'uomo dalle cento verità accusato di calunnia sette anni fa nel processo Italicus, e ancora rinviato a giudizio tre giorni or sono per calunnia nei confronti di quattro giornalisti.

Persone citate: Francesco Sgrò, Franco Neri, Giovanni Villa, Luciano Franci, Mario Tuti, Pietro Malentacchi, Sergio Cellini, Silver Sirotti

Luoghi citati: Bologna, Firenze, Roma, San Benedetto Val Di Sambro