CgiI, Cisl, Uil sono in difficoltà sul piano contro l'inflazione di Gian Carlo Fossi

CgiI, Cisl, Uil sono in difficoltà sul piano contro l'inflazione I ritardi e i contrasti hanno provocato il rinvio dei Consigli generali CgiI, Cisl, Uil sono in difficoltà sul piano contro l'inflazione ROMA — n Mezzogiorno è in notevole ritardo nella consultazione dei lavoratori sulla proposta sindacale contro l'inflazione, mentre nelle 13.500 assemblee (circa il 40% del totale) svoltesi fino ad oggi, soprattutto nell'Italia centrale e settentrionale, sono emerse indicazioni, talvolta contrastanti, che meritano una approfondita riflessione preliminare da parte dei vertici della federazione Cgil-Cisl-Uil. Per questi due motivi la segreteria unitaria ha deciso ieri di rinviare al 2, 3 e 4 febbraio la riunione del consigli generali, già fissata per il 25 e il 26 gennaio, in modo da consentire al segretario confederale Uil, Mattina, di acquisire tutti gli elementi necessari e le opportune valutazioni per suggerire, nella sua relazione introduttiva, eventuali modifiche e aggiustamenti sui punti che hanno suscitato il maggior interesse delle assemblee. I consigli, inoltre, non si raduneranno a Roma, ma a Firenze e per un giorno di più, nella previsione di un dibattito particolarmente vivace. «La consultazione in corso — sottolinea una nota della segreteria — è un grande fatto democratico che dimostra la volontà dei lavoratori di partecipare in modo diretto alle scelte del sindacato. Di queste scelte dovranno tenere conto i consigli generali: La nota ribadisce, comunque, la inscindibilità dei dieci punti che compongono la proposta sindacale, che «in concreto, oggi, significa la richiesta di un cambiamento profondo della politica economica recessiva' ed annuncia che i risultati del confronto con il governo, dopo i consigli generali, saranno sottoposti alla verifica dei lavoratori quasi certamente attraverso una assemblea dei quadri e dei delegati. A favore della proposta complessiva del sindacato si sono espressi i due terzi dei lavoratori consultati: la percentuale — ha osservato il segretario confederale della Cgil Rastrelli — risulta assai più significativa nelle piccole e medie aziende; nelle grandi fabbriche i risultati »sono stati alterni: In Lombardia, ha ricordato Rastrelli, l'Alfa Romeo ha respinto la proposta come la Beretta, la Ocean, la Idra, la Innocentl-Santeustacchio, mentre proprio ieri il primo turno della Pirelli-Bicocca (presenti 5000 lavoratori) ha votato al 90% per il «si». Risultati positivi alla Carlo Erba e alla Borletti, negativi alla TBB, alla Telefunken e alla IBM dove i lavoratori non hanno votato. In Emilia, su 1000 assemblee il 75% dei lavoratori si è pronunciato a favore e il 15% contro; in Umbria su 10.000 consultati, l'88% ha detto «si», il 7,4% «no», il 3,5% s< è astenuto. In Liguria indicazioni «alterne» nelle grandi fabbriche, positive nelle piccole e medie; in Basilicata l'orientamento prevalente è favorevole. A Brescia, su 19.000 lavoratori di 312 aziende i voti contrari sono stati 9272. i favorevoli 6856 e gli astenuti 1098. Anche in caso di votazioni favorevoli, sono passati emendamenti contro il 16% come livello programmato di inflazione. Solo in Lombardia, sono stati proposti 850 emendamenti. Quasi ovunque si è fatta presente la necessità di una adeguata soluzione della vertenza sull'indennità di liquidazione; al Nord si è spesso registrato un orientamento contrario al « fondo nazionale di solidarietà». La segreteria unitaria, ha aggiunto Rastrelli, non potrà non raccogliere le critiche della base e gli stimoli per una maggiore incisività nei confronti delle controparti pubbliche e private. «La consultasione — ha concluso — ha messo in luce le difficoltà del mercato: il peso della crisi, le conseguenze delle polemiche all'interno della federazione unitaria, la paralisi del movimento del 1981-. Gian Carlo Fossi

Persone citate: Beretta, Borletti, Carlo Erba