«Svolta importante» nelle indagini sul sequestro del generale Nato?

«Svolta importante» nelle indagini sul sequestre del generale Mata? Vertice in questura ieri a Verona, presenti due funzionari giunti da Roma «Svolta importante» nelle indagini sul sequestre del generale Mata? VERONA — Il prefetto Gaspare De Francisci ha presieduto nella tarda mattinata di ieri un vertice per fare il punto sulle indagini a trentadue giorni dal sequestro, da parte delle Brigate rosse, del generale Dozier. Alla riunione, oltre al questore della città scaligera dott. Zappone, hanno partecipato il capo della Digos di Verona dott. Lelio Di Stasio ed alcuni funzionari giunti da Roma. Di questi ultimi si è appreso soltanto che sono degli «esperti», ma si ignora se siano giunti dalla capitale con delle novità eventualmente emerse dagli interrogatori di Senzani e degli altri brigatisti arrestati nella notte tra l'8 ed il 9 gennaio scorsi, novità, che potrebbero aiutare gli investigatori veronesi nella ricerca della «prigione» dove è rinchiuso il generale Dozier. Il prefetto De Francisci era giunto a Verona nella tarda serata di domenica dopo ave re accompagnato a Vienna il ministro Rognoni per un vertice con i ministri degli Interni di Austria, Germania Fe derale e Svizzera. Una riunione «operativa» si è tenuta anche nella caserma dei carabinieri di via Salvo D'Acquisto, presieduta dal comandante della prima divisione carabinieri «Pastrengo» gen. Attilio Boldoni. Gli investigatori veronesi che si occupano del sequestro del generale statunitense Ja mes Lee Dozier avrebbero acquisito nelle ultime ore elementi tali da imprimere una •svolta importante» alle indagini. E' quanto si è appreso ie ri, per vie non ufficiali, alla questura di Verona al termi ne della riunione 'Operativa» presieduta dal prefetto Ga spare De Francisci, l'uomo in caricato da Rognoni di coordinare a livello nazionale le indagini sul sequestro del sot¬ tocapo di Stato Maggiore delle Ftase. Secondo indiscrezioni, il filo diretto» che collega Verona e Roma dopo l'arresto di Senzani e degli altri brigatisti rossi avrebbe dato i risultati sperati ed ora polizia e carabinieri si muovono in direzioni precise. Che le forze dell'ordine non procedano più «al buio» lo prova il fatto che da qualche giorno le perquisizioni in città e provincia si sono diradate e che gran parte dei 1600 uomini impegnati nelle ricerche del generale Dozier vengono impegnati per creare un im¬ penetrabile cordone di posti di blocco intorno a Verona. Le voci secondo cui rastrellamenti e perquisizioni sarebbero notevolmente diminuiti in seguito ad una sorta di scoramento subentrato tra le forze dell'ordine sono state decisamente smentite da un funzionario della Digos il quale ha spiegato che «si è semplicemente esaurita una delle fasi dell'operazione» e che «ora ne è cominciata un'altra». Il funzionario non ha voluto precisare la natura di questa 'nuova fase» ma si è detto fiducioso sui risultati Anche al comando del gruppo carabinieri di via Salvo D'Acquisto l'atmosfera è più respirabile dei giorni scorsi. Anche qui, nonostante lo stretto riserbo che continua ad essere mantenuto sulla vicenda del sequestro del generale Dozier, si raccoglie l'impressione che qualcosa finalmente si muova nella giusta direzione. Per quanto riguarda gli identikit ed i fotofit dei rapitori dell'alto ufficiale statunitense, la questura ha confermato di aver dato un nome ad almeno tre di essi (ma, secondo indiscrezioni, gli identifi cati sarebbero dieci).