Mangiatori di erbe organizzati

Mangiatori di erbe organizzati IN ITALIA SONO GIÀ CENTINAIA I CIRCOLI PER UNA VITA SANA Mangiatori di erbe organizzati Qualche gruppo si ispira a filosofie orientali, pratica yoga, alimentazione macrobiotica e conoscenza del corpo - Una scuola naturistica (con dodici sedi) abbina la cucina vegetariana al nudismo - Bandita la carne, ci si associa per avere grano, crusca, riso, frutta e verdure coltivati senza concimi chimici né antiparassitari - Tra utopia e sfruttamento commerciale Al risveglio né caffè né sigaretta, ma pulizia della lingua con un cucchiaino di legno e mezzo litro d'acqua pura sorseggiata lentamente. Un po' di ginnastica. Prima colazione a base di frutta, yogurt, miele vergine, pane integrale. Ai due pasti principali niente carne, verdure crude e cotte a vapore, riso integrale, formaggi (esclusi quelli fusi o conservati in buste di plastica). E' ammesso un bicchiere di vino. Al posto del caffè una tazza di bardana, orzo tostato, tarassaco o dente di leone, come si beveva fino alla metà del Cinquecento, quando i veneziani introdussero in Europa la nuova droga. Dopo cena buone letture, mai film polizieschi, angosciosi, violenti. E' una delle tante proposte di alimentazione in armonia con i principi della vita secondo natura. Proposta volutamente esasperata, nella sua ricerca di perfezione, per indicare con immediatezza la difficoltà del passaggio dagli alimenti sofisticati e nocivi a quelli genuini e salutari. L'acqua pura da bere a digiu¬ no: non volendo accettare il dubbio meccanismo delle acque minerali, si dovrebbe raccogliere quella piovana, filtrarla, arricchirla di sali. Chi ha i mezzi e il tempo per farlo? Il miele dovrebbe essere vergine, il pane e il riso integrali non dovrebbero avere all'origine né concimi chimici né diserbanti né antiparassitari tossici. Altrettanto si dica per frutta e verdura. O si cambia l'intero sistema produttivo e distributivo, nell'agricoltura e nell'industria, o si trova rifugio soltanto nei tentativi di salvezza individuale: la ricerca della fattoria biodinamica, la coltivazione del proprio orto biologico e del proprio frutteto, o, più sbrigativamente, l'acquisto di prodotti garantiti da associazioni e circoli. Stanno moltiplicandosi a centinaia, dall'Alto Adige alla Sicilia, con etichette rivelatrici di un sogno bucolico molto diffuso tra i giovani. Milano ha «Il papavero» e -Il germoglio»; Renna "Il girasole» e -L'albero del pane»; Torino -La finestra sul cielo». Potenza ha un polemico •Centro macrobiotico terronia». Ben poco in comune col movimento americano dei •Gladiatori della buona salute» di cui ha parlato Ennio Coretto nel suo recente articolo. Là il culto della forza e della bellezza fisica, da raggiungere con le maratone, il jogging, la frequentazione di istituti specializzati, l'obbedienza a dietologi feroci. In Italia, ben distinto dal boom delle palestre per ginnastica dimagrante, rassodante, tonificante, affiora un movimento che prende le distanze dai nuovi miti imposti dalla pubblicità e tende a realizzare equilibri naturali nell'alimentazione come nei modi di vita. Più. o meno consapevolmente, si ricalcano esperienze giovanili americane dei primi Anni Settanta. Fondo ideale comune è quello non violento e ecologico: naturismo, agricoltura biodinamica, ritorno alla terra, diventano forme pacifiche di ribellione alla società dei consumi e delle armi, al sistema politico-economico che ne vive. Alla marcia della pace del 24 ot- tobre vegetariani, antinucleari, non violenti, erano insieme. Qualche gruppo si ispira a filosofie orientali, e pratica lo yoga, estendendo l'interesse dall'alimentazione alla conoscenza e alla rieducazione del corpo, al rapporto col prossimo e l'ambiente fisico. C'è una scuola naturista che associa alla cucina vegetariana la pratica del nudismo; ha dodici centri in tutta Italia, compreso quello dei •Nudisti del Po» con sede a Milano. A Genova il centro •Artemisia» è all'ultimo piano di un antico palazzo affacciato sul porto. Due stanze ingombre di sacchi di riso non brillato, di grano e crusca prodotti da fattorie biodinamiche. Negli scaffali vasetti di miele non pastorizzato né raffinato, pappa reale, erbe officinali e aromatiche, sale marino non raffinato, olio d'oliva spremuto a freddo. Non mancano cosmetici e profumi indiani, radici di ginseng, miscugli per il tè •mu» (ginseng, ginepro, zenzero, liquirizia, cannella, scorza d'arancia, chiodi di garofano, ortica marina, cardo, mandorle di pesco e forse qualcosa d'altro). «Non ci limitiamo a vendere, sia pure a prezzi inferiori a quelli di negozi che sfruttano il momento favorevole. Facciamo anche opera di informazione e di approfondimento. Nella sala da tè ci riuniamo per discutere, come amici in cerca di una vita più armoniosa, o meno innaturale», dice Paolo Vallarino, che gestisce •Artemisia» insieme con Angelica Cassis. Il fumo è ammesso nelle riunioni? «Impossibile rompere da un giorno all'altro con certe abitudini. E' tollerato. Non si fuma, ovviamente, nel corso delle lezioni di yoga». La conversione a una vita sana e naturale richiede gradualità e buona conoscenza della composizione degli alimenti, anche delle loro combinazioni maggiori. L'associazione naturista bolognese (via Castiglione 25) pubblica un apposito manuale corredato da ricette che fanno scoprire un mondo insospettato di delizie sema drastiche rinunce ali infuori di quella della carne. «Il problema più serio sta nella conoscenza degli alimenti. Però non è facile accertare se il polline comprato a caro prezzo non ha origine da una campagna chimicamente avvelenata. Chi ci garantisce che la conserva di pomodori decantata come fatta in casa non contenga qualche sostanza in più? Corriamo il rischio di ingurgitare riso e grano integrale carichi di antiparassitari, fissati nella corteccia», dice Gigi Lojacono, uno dei fondatori della Lega di difesa del consumatore sorta a Torino nel 1975 e poi entrata nel movimento come «Lega naturasalute». Nella sede di via Tollegno i soci possono comprare a prezzi equi prodotti alimentari garantiti; in pia ricevono schede informative con gli indirizzi di agricoltori, mugnai, viticoltori, frantoiani, dai quali fornirsi di patate, riso, farina, legumi, ortaggi, vino, olio, prodotti senza ricorrere alla chimica, secondo i principi della biodinamica. Il ristabilimento di un rapporto naturale tra consumatore, produttore, suolo coltivato e ambiente, è l'aspira- sione massima. Diventa ideale di vita e spinge molti giovani a associarsi in cooperative o comunità per coltivare terre abbandonate usando metodi tradizionali, concimi organici, insetticidi non tossici, irrigazione a goccia per risparmiare acqua. In Piemonte, in Lombardia, in Toscana, esistono numerose cooperative agrobiologiche. A Milano ha sede l'Associazione per l'agricoltura biodinamica. A Roma la casa editrice •La stampa alternativa» pubblica un giornale di coordinamento Aam (agricoltura, alimentazione, medicina) e una serie di manuali dai titoli invitanti come Vivere bene. Stare bene. Curarsi con le erbe. In qualche caso l'impegno ecologico e biodinamico si associa a quello religioso, producendo comunità cristiane molto attive, come quelle del Cuneese. Il movimento per una vita più sana e consapevole è frammentato, anche tormentato da contraddizioni e da fallimenti. Come tutte le espressioni di minoranze si scontra con abitudini radicate nella stragrande maggioranza, ancor più con interessi economici formidabili. Al tempo stesso fa da esca a nuove mode. La pubblicità nel settore alimentare oggi gioca molte carte sul «mangiar bene e sentirsi in linea», sulla crusca energetica, sul germe di grano. Riviste specializzate annunciano «La vita stitica sconfitta dalle fibre di cereali», «Con l'auto-ipnosi in audiocassette guarite l'insonnia e la frigidità». Libri come Mantenersi sani. Curarsi con le erbe raggiungono alte tirature. Ma dietro la grande messinscena commerciale e dietro il volontarismo, o l'utopia, dei naturisti puri si può intravedere un altro segno dei tempi. La storia ha annotato i prodigi dei farmaci e dei vaccini con raddoppio della vita media nel giro di mezzo secolo; sta annotando l'ingresso del consorzio civile in un nuovo ciclo segnato dalla volontà di vivere non più a lungo ma senza guerre e senza veleni. Mario Fazio

Persone citate: Ennio Coretto, Gigi Lojacono, Mario Fazio, Paolo Vallarino