Il professore che ricostruisce i volti (e i sorrisi)

Il professore che ricostruisce i volti (e i sorrisi) Il professore che ricostruisce i volti (e i sorrisi) A colloquio con Simone Teich-Alasia, 60 anni, da 15 responsabile del reparto chirurgia plastica e del Centro grandi ustionati del Cto - «Troppa gente va a cercare negli ospedali all'estero ciò che in Italia noi facciamo da tempo e meglio» •Noi italiani soffriamo di esteromania, altrimenti non si giustificherebbero certi atteggiamenti. Ma come è possibile — mi chiedo — attraversare l'oceano e spendere decine di milioni per sottoporsi ad un intervento chirurgico al viso, quando da noi esistono specialisti di fama mondiale e di talento indiscutibile?». Il prof. Simone Teich-Alasia, 60 anni compiuti, da 15 responsabile del reparto di chirurgia plastica e del Centro grandi ustionati del Cto, commenta con amara ironia la decisione dei genitori di Ivan Locci, il bimbo genovese ustionato al viso e «costretto» a recarsi in Brasile per sottoporsi ad un intervento ricostruttivo. •E' frustrante — aggiunge — sapere che la gente, i nostri connazionali, non hanno fiducia in noi, mentre all'estero hanno ben altra opinione dei nostri centri. Voglio dire che gli stranieri ci portano come esempio e ogni giorno ci dimostrano il loro riconoscimento». La vicenda di Ivan Locci, portata alla ribalta da Paola Borboni nel corso della trasmissione televisiva «Portobello» (ha offerto i biglietti aerei al bambino) ha suscitato molta amarezza fra il personale medico del Centro grandi ustionati che si è sentito ingiustamente accusato di incapacità. 'Ma non scherziamo — spiega Teich-Alasia —. noi non siamo degli imbecilli. Semplicemente non abbiamo un valido ufficio di public relation e la pubblicità ci interessa poco. A Torino facciamo cose eccellenti, la prova viene dalla decisione dell'Organizzazione mondiale della sanità che considera il nostro centro uno dei migliori del mondo, uno da imitare. Siamo insomma un reparto pilota a livello internazionale e certe considerazioni sono decisamente fuori posto, non corrispondenti ai fatti». Al Centro grandi ustionati e nel reparto di chi rurgia plastica lavorano 15 medici e 60 infermieri. Ogni anno vengono compiuti circa 1300 interventi chirurgici su pazienti con il corpo devastato dalle fiamme. Qui è stato ricoverato il piccolo Ivan dal 1" marzo '81. giorno dell'incidente con una boccettina di alcol che gli aveva ustionato il viso e le mani. Dice il prof. Teich-Alasia: 'L'abbiamo curato con tutti i mezzi e, nonostante le profonde ustioni, a giugno l'avevamo mandato a casa con il viso praticamente ricostruito. Avrebbe dovuto ritornare da noi per la chirurgia plastica, ma i genitori hanno preferito portarlo in Brasile. Perché? Disinformazione, cattivi consigli. Noi di interventi simili ne facciamo parecchie decine all'anno e tutti con successo». Il chirurgo ha un attimo di pprplessità perché teme di essere frainteso, ma alla fine accetta di elencare alcuni successi del centro che dimostrano in modo inequivocabile la fama di cui gode al¬ l'estero e che gli italiani non sempre gli riconoscono. .Siamo conosciuti a Parigi, Londra, Ginevra e in Germania. Ma vado oltre. Il governo argentino ci invia i piloti dell'aviazione per le cure e i medici militari per aggiornamenti, mentre molti studenti stranieri vengono da noi per specializzarsi: C'è scoramento mentre dice queste cose e il prof. Teich-Alasia preferisce chiudere il discorso con due esempi. « Una donna che ha pensato di andare in Svizzera ci è stata "restituita" dai colleghi che le hanno detto: "Guardi, torni a Torino, sono almeno bravi quanto noi": un padre ha scoperto che avrebbe benissimo potuto risparmiare 45 milioni se fosse venuto al Cto». .Con questa mania dell'estero — conclude — il nostro paese spende decine di miliardi all'anno. I pazienti che vengono nel mio centro invece sono assistiti dal Servizio sanitario nazionale e non tirano fuori una lira. E poi non ci siamo solo noi in Italia. A Padova. Verona, Milano, Roma, Napoli e Palermo, tanto per citarne alcuni, ci sono reparti validissimi». Adesso parliamo della chirurgia plastica. •Anche in questo settore — precisa il primario — non siamo secondi a nessuno e a Ivan potevamo benissimo restituirgli il sorriso. Faccio due esempi recenti. Una donna con le mani distrutte dal fuoco oggi è diventata una validissima pittrice, un ufficiale argentino, anch'egli con gli arti semicarbonizzati, mi ha regalato un aereo in miniatura da lui costruito. Cosa vuole di più dalla chirurgia ricostruttiva? Per quanto riguarda la chirurgia estetica non abbiamo problemi: guardi queste foto, prima e dopo i nostri interventi. E'proprio vero, nessuno è profeta in patria. Ma deve comprendere il mio sfogo e quello dei miei giovani colleghi». Emanuele Monta Teich-Alasia: «Buttiamo via soldi»

Persone citate: Ivan Locci, Paola Borboni, Simone Teich-alasia