L'ultimo trionfo di Toscanini di Alfredo Venturi

L'ultimo trionfo di Toscanini MANIFESTAZIONE A MILANO PER I 25 ANNI DELLA MORTE L'ultimo trionfo di Toscanini DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MILANO — La Piccola Scala ha da ieri un nome illustre, il nome di Arturo Toscanini: ma la capienza è quella che è. non più di seicento persone. Cosi l'omaggio al maestro, venticinque anni dopo la morte serena a Riverdale. New York, si trasferisce all'aperto. Un impianto di amplificazione assicura una larga fruizione alle registrazioni scelte per la circostanza. Dalla piazza e dalle vie adiacenti hanno deviato il traffico, cosi da limitare l'inevitabile sottofondo di estranee sonorità: e qualcuno ricorda il 1901, le bracciate di paglia stese per via Manzoni mentre Verdi moriva in una stanza d'albergo. Accostamento non casuale, perché c'era anche Toscanini in quei giorni a Milano, un Toscanini di trentaquattro anni: e sarà proprio lui a dirigere, il giorno del funerale, i coristi della Scala impegnati nel « Va pensiero L'omaggio milanese al maestro scatta alle quattro di un pomeriggio freddo e limpido, con puntualità tipicamente scaligera. Scorre un tricolore sull'ingresso di via Filodrammatici e scopre la nuova insegna del teatro: Piccola Scala Arturo Toscanini. Ci sono le figlie del maestro. Wally e Wanda, che un applauso saluta pochi minuti dopo, quando si affacciano a un palco. Poi parla il sindaco Tognoli, sui «legami nrtistici e umani- fra questa e Toscanini. sulla din*. e anche civile del maestr. illa esemplarità di quella lunga vita. Una vita ripercorsa da una rapida biografia filmata. E' un programma Rai del 1967, l'anno del centenario della nascita. L'ambiente nativo di Parma, la prima Aida a Rio, il debutto alla Scala nel 1899 (I maestri cantori), il peregrinare transatlantico, lo schiaffo di Bologna per non avere eseguito l'inno fascista in apertura di concerto. La doppia rivincita che si prenderà Toscanini su quello schiaffo: con la Afessa di requiem eseguita a Vienna al funerale di Dollfuss. assassinato dai nazisti, con l'Internazionale diretta pochi anni più tardi, alla notizia della caduta di Mussolini. Poi la musica, musica diretta da Toscanini. invade la sala angusta e affollatissima. Si tratta di filmati inediti per l'Italia: esecuzioni della cavalcata delle Walkine. del preludio e morte d'Isotta, dell'ouverture del Guglielmo Teli. In queste registrazioni Toscanini dirige la «sua» celebre orchestra americana, l'orchestra della Nbc. Applausi vibranti, come se il maestro fosse presente: cosi come poco prima, durante la proiezione della biografia Rai. la commozione della sala aveva salutato Toscanini che. «con il gesto e con la voce» dirigeva in prova. Si sente il maestro che prova Rossini e esclama: u Allegro, allegro, non mi riferisco al tempo, ma alle vostre facce-. Poi tocca a Montale ricordare Toscanini, per la voce di Paolo Stoppa che plana su Piazza Scala. E' un brano del 1958: era un anno dalla morte del maestro, e il futuro Premio Nobel, l'appassionato melomane, scriveva sul Corriere d'informazione dell', uomo che ha lasciato il segno-. La piazza si è andata affollando, a tutti quelli che hanno premuto invano agli ingressi della Piccola Scala si è aggiunta una platea folta e intenta. Ancora Verdi, Rossini. Wagner. Si tratta, stavolta, di registrazioni scaligere. Alcune di particolare significato, anche oltre la qualità intrinseca delle esecuzioni. C'è un'ouverture dalla Gazza ladra del maggio 1946. Era l'inaugurazione della nuova Scala, che le bombe avevano sventrato nel '43 e che Milano aveva ricostruito in tempi rapidissimi. Come ha appena ricordato Tognoli. era stato proprio Toscanini a consegnare al sindaco di Milano. Greppi, il primo milione della sottoscrizione pubblica. Altra registrazione storica: la marcia funebre di Sigfrido dal Crepuscolo degli dei. Fu l'ultima comparsa di Toscanini al podio della Scala, era il 19 settembre del '52. Tre anni dopo s'inaugurava la Piccola Scala, e il maestro ottantottenne avrebbe voluto dirigervi il Falstaff: ma non potè per la salute che già vacillava. Perché la Piccola Scala, che ora gli hanno intitolato, era «sua», come si è sottolineato durante la cerimonia. Aveva infatti incoraggiato il progetto: anche se i bene informati ricordano che non gli andava mica tanto a genio. La Scala, questa si che testò «n cima ai suoi pensieri, durante l'esilio americano e anche dopo: -E' la mia amante-, ripeteva il maestro, con metafora tipicamente padana. Alfredo Venturi

Luoghi citati: Bologna, Italia, Milano, New York, Rio, Vienna