Gaffe del nunzio apostolico in Argentina «E' un paese più tranquillo dell'Italia»

Gaffe del nunzio apostolico in Argentina «E' un paese più tranquillo dell'Italia» Protesta in Vaticano del Comitato per i detenuti e i «desaparecidos» Gaffe del nunzio apostolico in Argentina «E' un paese più tranquillo dell'Italia» ROMA — Alcune dichiarazioni sulla ^tranquillità e la pace» esistenti in Argentina, in contrasto con •l'insicurezza totale» da cui sarebbero dominate le città italiane, espresse dal Nunzio apostolico di Buenos Aires monsignor Ubaldo Calabresi, stanno creando scompiglio a livello diplomatico. E subito ha reagito il Comitato di solidarietà con i detenuti scomparsi, i cosiddetti «desaparecidos», che a migliaia e migliaia costituiscono un drammatico, irrisolto interrogativo nella vita del Paese sudamericano. Ubaldo Calabresi, nato a Sezze Romano 56 anni orsono, ha preso incarico a Buenos Aires l'anno scorso; in precedenza era Nunzio apostolico (l'equivalente curiale dell'ambasciatore) in Venezuela. Nel corso di una delle consuete visite pastorali all'interno del Paese, qualche giorno fa, il Nunzio si è recato a La Rioja, un centro di grosse dimensioni. Un suo discorso è stato ripreso dai giornali locali, e successivamente, dalle agenzie di stampa, fra cui l'Ansa. Secondo il dispaccio trasmesso in Italia, monsignor Calabresi avrebbe detto: «/I periodo che ho passato qui è stato di tranquillità e di pace. Questa è una realtà che non esiste nei Paesi europei. In Italia, nel mio Paese — avrebbe ancora detto monsignor Calabresi — del quale posso dare un giudizio concreto, hanno sequestrato il comandante in seconda della Nato; il sequestro è un evento che si ripete periodicamente. Ci sono furti, rapine, un'insicurezza totale delle città. In cambio in Argentina voi avete una tranquillità regnante che è impagabile e ciò mi ha fatto impressione». •Sono la pace e la tranquillità della morte e della disperazione», ribatte il Comitato di solidarietà con i detenuti-scomparsi •quella di cui parlano i dittatori, e, purtroppo, anche l'ambasciatore della Santa Sede». In una lettera indirizzata al cardinale Ago¬ stino Casaroli, segretario di Stato, e a monsignor Achille Silvestrini. segretario per gli Affari pubblici della Chiesa (il •ministro degli Esteri») il Comitato ripropone il tragico bilancio della repressione: circa trentamila scomparsi, circa duemila detenuti politici, un numero imprecisato di oppositori del regime assassinati. Il documento è firmato da tre donne, madri e mogli di scomparsi: Dora Guagnini, Angela Boitano e Matilde Herrera. Tre delle madri di «Plaza de Mayo», la piazza in cui una volta a settimana si radunano, in muta protesta, le donne i cui parenti sono stati fatti scomparire. Le dichiarazioni che monsignor Calabresi avrebbe rilasciato sono, secondo il testo della lettera, •indegne di un uomo di Chiesa, e comunque ben lontane dalle ripetute prese di posizione di papa Wojtyla in difesa dei diritti umani, e specificamente sul problema dei "desaparecidos" e dei detenuti politici in America Latina. Chiediamo se il Vaticano ritiene compatibile la posizione del Nunzio apostolico a Buenos Aires con il suo ruolo di rappresentante della Chiesa cattolica». E' improbabile che la lettera abbia risposta, ma non che resti senza conseguenze. Molto probabilmente anche se dal Vaticano dovesse parti re, nei prossimi giorni, un «richiamo» per il Nunzio in Argentina, questo sarebbe coperto dal consueto riserbo. m. tos.