Il diavolo e l'acquasanta di Mimmo Candito

17 diavolo e l'acquasanta SPAGNA: SI CONCLUDE LA PARABOLA DI DUE PROTAGONISTI 17 diavolo e l'acquasanta L'alleanza tra Suarez e Carrillo fu, nel 1977, una beffarda sorpresa - Cinque anni dopo sono di nuovo e sempre più divisi, anche se il primo ha indossato i panni del socialdemocratico - Ma li accomuna ancora un eguale declino: respinti in una zona d'ombra, appaiono esclusi dalle vicende che si consumano fra le Cortes e il quartier generale dell'esercito ,DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MADRID — La Spagna che s'incontra oggi per le strade mostra contraddizioni sfuggenti, le guardias civlles in tricorno sembrano comparse di vecchi film irrispettosi che Berlanga girava già ventanni or seno; ma nessuna di queste contraddizioni corrisponde a\ giudizi che in quel tempo si rilasciavano sul futuro del Paese dalle capitali dell'esilio, Parigi soprattutto. Le sorprese del postfranchismo hanno irriso ogni previsione, e la più beffarda fra tutte è stata certamente l'alleanza tra Carrillo e Suàrez, che erano allora (ma per molti lo restano), peggio del diavolo e dell'acquasanta. Chi dei due sia il diavolo è una scelta che appartiene interamente ai grandi rancori della storia spagnola, dove i dissensi si consacrano sempre in un rituale di tragedia. Ma oggi che la vicenda politica del Paese attraversa congiunture annoiate e stanche, non c'è più nemmeno lo scenario per simili esaltazioni dello scontro; e anche se la storia pubblica dei due pare scivolare dentro un comune offuscamento al quale gli spagnoli concedono il gran titolo di «Tramonto degli dei», sembra che tanta deferenza abbia la tentazione del sarcasmo più che lo spessore del dramma. I due «dei» hanno mostrato in realtà d'avere un fiuto della politica che consiglierebbe grandi cautele sul futuro del loro ruolo nelle vicende che oggi si consumano tra le Cortes e il quartier generale dell'esercito; ma è altrettanto vero che la gran politica di oggi li lascia al margine del suo corso. E le abitudini della Spagna conoscono bene l'accantonamento di celebri personaggi, bruciati dalla consunzione del tempo o sterili nella loro emarginazione. Fantasmi In questi giorni, 39 ministri di Franco si sono ritrovati a cena tra gli arazzi e le luci d'un ricco salone madrileno per celebrare il libro che Pianeta sta per pubblicare. Franco visto por sus mtnistros. La rimpatriata non allineava soltanto i vecchi fantasmi del regime, dietro occhiali scuri e guance flaccide; c'erano anche gli ultimi notabili della transizione che ave- e a n e . ti a a o e o o, si o è a ra fa no ci i vano accompagnato con molte speranze la gerenza di Arias Navarro e le trame finali dell'Opus Dei, e nella Spagna disattenta di oggi la foto-ricordo dell'incontro apparsa su El Pala vale quanto un documento politico. Sudrez è uno di loro, ha la faccia, la storta e le ambizioni di quest'ultima covata generazionale che si arrampicò sul corpo del franchismo senza ideologia, scalando con cinismo impenitente tutti i gradini della carriera politica. Il fatto che in quella foto oggi lui non ci sia è difficile da attribuire interamente a una capacità manovriera che lui ha più degli altri: c'entra anche questo, certamente, ma nel corso tormentato della Spagna democratica ci sono avventure e imprevisti che riesce ancora arduo attribuire a una razionalità di sequenze programmate. Sudrez che da responsabile del Movlmiento diventa poi l'uomo della legalizzazione del pce è una di queste avventure. Le due vite parallele — la sua e quella di Carrillo — non hanno granché in comune. Sono storie segnate dal loro tempo diverso, la guerra civile per il più vecchio e il regime che si fa sociologia collettiva per il giovane; ma quando i due s'incontrano, a febbraio 77, il loro patto sul futuro ha le radici di una identica concezione della politica. L'opportunismo muove le scelte della collaborazione, però l'iniziativa sta tutta dalla parte di Sudrez, che guida il gioco con spregiudicatezza e gran senso del tempo. A incontrarli già allora, l'impressione che se n'aveva dava subito la chiave delle due vite. Sudrez profumava di successo come un playboy, e non voleva interviste; sorrideva con i denti, gli occhi restavano freddi, i suoi abiti scuri e perfetti non riusciva no. a nascondere un eccesso di cura che pareva un risarcimento di privazioni passate. Si dava il «tu» con quasi tutti i giornalisti, come s'usa nel giro di Madrid, ma la distanza era sempre un abisso, amava essere chiamato «Presidente», e non c'era nessuno che non lo ricordasse. D'altronde, quello che stava facendo era un azzardo straordinario e in Spagna l'adulazione è ritenuta un giusto omaggio al valore, non solo nell'arena. Era un uomo di potere, che nel ricordo di José Oneto, di rettore di Cambio 16, il pia elegante giornale spagnolo, «ha dedicato tutta la sua vi' ta, compresa quella familiare, a conquistarsi questo potere e a conservarlo». /I ritratto è-acido, senza perdoni Non gl'interessa la letteratura, né la pittura, né la scultura, né la musica. Non ha mai letto un libro per intero. Non si è mai allontanato dal dossier o dal digest, il suo unico hobby sono le carte di cui è un gran giocatore; o al più il tennis, col suo vecchio collaboratore José Coderch o con Manolo Santana». Era il tennis che forse lo aveva salvato dall'apparire in questa foto-ricordo del Pais, perché lo aveva messo una volta sul campo contro Juan Carlos e lo aveva fatto conoscere così al re che gli era coetaneo. Sembrano invenzioni da biografie a dispense, ma a tutt'oggi non s'è trovato di meglio; e una carriera che fa un pezzo della più recente storia della Spagna può anche essere debitrice d'una dubbia ricostruzione da rotocalco. rasenbchdap«GPfrmtiincomtiscCgccesppdspassSsdClandestino Con Carrillo era tutto diverso. L'aria da clandestino se la portava addosso, era sempre come se l'intervista dovesse rubare il tempo ai pedinamenti della brigada de seguridad e le sigarette che si consumavano l'una dietro l'altra che pareva davvero che lui le tirasse via già accese dal suo pacchetto. Carrillo sembra un prete di campa gna, bonario, accomodante, ma sotto la scorza molle si tocca poi il ferro; e non è mai una scoperta piacevole per nessuno. Il suo ritratto più bello l'ha disegnato forse -Manolo- Vasquez Montalbàn, che l'ha lutto ammazzare da una coltellata politica nel suo libro di fantaironia Asesinato en el comi té centrai; il morto del giallo è un segretario del pce che si chiama Garrido, e ha tutti i difetti e i tic del suo quasi-omonimo. A Madrid e Barcellona c'è stato gran divertimento die tro quelle pagine, Carrillo ne ha sofferto acutamente perché, come ricorda Montalbàn, «Garrido è il miracolo rinnovato dell'incarnazione dell'avanguardia della classe operaia nella persona d'un segretario generale». £ i mi- racoli vogliono esser presi sul serio. Già Semprun aveva scatenato una bufera con {'Autobiografia de Federico Sanche z. dove il meno che si dica di Carrillo è «fanfarone» e gli appellativi sprezzanti di «Gran Timoniere» e «Gran Pescecane» si ripetono con frequenza malevola. Ma ormai Semprun è fuori del partito mentre Montalbàn sta invece nell'esecutivo, e certe cose sembrano un tradimento. Abbandonato da quasi tuU ti gl'intellettuali, con gl'iscritti che si sono dimezzati, Carrillo teme di veder insorgere nel pc quella che lui chiama «l'epidemia di democratite», e risolve la crisi espellendo chi dissente anche se si chiama Azeàrate e ha più di 40 anni di militanza prestigiosa. Questo fa parte del ferro che lui ha dentro, solo che ora che il partito appare fuori gioco cominciano ad essere in molti coloro che si chiedono con Claudin «se sia stato Carrillo a utilizzare Suàrez, o se piuttosto non sia stato Suàrez che si è servito di Carrillo». Dall'estate don Santiago ha perso sette chili, la sua faccia mostra ora tutti i 66 anni che ci san dietro; frustrato, accorato anche aldilà delle sue ammissioni in pubblico, non può giocare più nemmeno quel ruolo di avanguardia nel rinnovamento che faceva parte del suo carisma. In cinque anni la parabola comune di Sudrez e Carrillo pare aver compiuto Unterò tracciato, portandoli dal centro della vita del Paese a un angolo d'ombre dove la riflessione e l'amarezza non lasciano soverchie speranze. H successo che si guadagnarono con l'alleanza del 77 si è consumato all'interno di un processo di accelerazione che sconvolge i tempi della vita politica spagnola, dove Justino Sinova vede succedersi fatti bastanti a riempire più d'un quarto di secolo di storia». Sudrez che si trasforma in socialdemocratico e Carrillo che indossa con rigidezza i panni del vetero-comunista sono oggi una sorpresa ancora più irridente della loro vecchia alleanza. Tenuta sulla corda dalle sciabole che si sentono agitare nelle caserme, la politica trova comunque il modo di dispiegare con sofisticatezza le sue manovre e le sue tattiche di vertice. Anche questa è una delle contraddizioni che s'incontrano oggi per le strade di Spagna, dove tra la gente che risponde alle domande degl'intervistatori solo il 18 per cento dice d'interessarsi ancora della politica. Il » Tramonto degli dei» si va compiendo in un quadro di problemi dove l'erosione di ogni consenso fa rinascere il clima della paura, la senoria del medio come ta chiama Cebridn. Ogni domenica, ottomila spagnoli si mettono in coda per vedere il Guernica di Picasso: c'è una gran passione, ma la teca di cristallo antiproiettile rinserra dietro anche le speranze allegre dei vecchi tempi di Berlanga. Mimmo Candito (A pag. 4: Cambia il vertice delle Forze Armate spagnole).