Il nuovo consorzio dell'elettronica parte con 1092 dipendenti di troppo

Il nuovo consorzio dell'elettronica parte con 1092 dipendenti di troppo Presentato al ministro Marcora il piano per Indesit, Emerson e Voxson Il nuovo consorzio dell'elettronica parte con 1092 dipendenti di troppo Sono il 45% del personale - Nessun licenziamento - Si attende la valutazione del Cipi e una decisione sui finanziamenti ROMA — Creazione di una società comune tra Indesit Elettronica ed Emerson, collaborazione con la Voxson che, sottoposta recentemente a gestione commissariale, potrà entrare successivamente nel gruppo industriale, ripresa della produzione di televisori a colori e in bianco-nero, di cinescopi e di monitors; conclusione delle trattative in corso da tempo per raggiungere un'intesa con un partner straniero (l'olandese Philips o la giapponese Sharp) che fornisca la tecnologia avanzata necessaria per entrare nel campo, nuovo per l'Italia, dei videoregistratori. Il capitale della nuova società dovrebbe essere di 46 miliardi e 200 milioni, di cui 23 miliardi e 700 milioni apportati dalla Indesit e 22 miliardi e mezzo dalla Gepi come contributo in conto capitale. Questo, in sintesi, il piano per la ripresa dell'attività produttiva delle tre aziende (bloccata ormai da molti mesi a causa della crisi finanziaria in cui tutte e tre sono incappate) presentato ieri al mini- stro dell'Industria Giovanni Marcora in base al recente decreto legge che assegna 240 miliardi di aiuti all'industria elettronica. Ma il piano ha un pesante risvolto sull'occupazione che ha provocato valutazioni negative dei sindacati. Lasciando per ora fuori dal conto la Voxson, che ha 1800 dipendenti nel suo stabilimento di Roma, la Indesit Elettronica (stabilimenti di None, presso Torino e Teverola, presso Caserta) e la Emerson (stabili¬ menti di Siena e Firenze) hanno complessivamente 2412 dipendenti: la nuova società prevede di averne 1320; quindi l'eccedenza è di 1092 persone. Non vi saranno licenziamenti (anche i 1700 già decisi dalla Indesit e attualmente sospesi saranno revocati) ma ci saranno ugualmente dei tagli. Circa 300 persone a None e 180 a Siena e Firenze dovranno essere messe in cassa integrazione e in mobilità esterna. Per quanto riguarda il Piemonte queste 300 persone andrebbero ad aggiungersi alle 7000 che già sono in questa situazione e per le quali è stato recentemente raggiunto un accordo tra ministero del Lavoro e Regione per facilitare il loro ricollocamento preferenziale in altre aziende. Gli oltre 600 eccedenti al Sud, secondo il piano, dovrebbero essere licenziati dalla Indesit e contemporaneamente assunti dalla Gepi «per essere utilizzati in attività diversificate" come ha detto l'ammini¬ stratore delegato della Indesit Elettronica. Romano Manassero. La nuova società potrà contare sugli stabilimenti di None e di Napoli della Indesit e affitterà dalla liquidazione della Emerson lo stabilimento di Siena. A None saranno prodotti i sintonizzatori, a Siena le memorie elettroniche per i televisori mentre per le attrezzature meccaniche ci si affiderà in particolare alla Voxson; con quest'ultima sarà costituita una società di progettazione comune. E' stato previsto un centro di ricerche in collaborazione con l'università di Napoli che, ha assicurato Manassero, per prendere il via attende solo la firma del ministro Signorile. I primi due esercizi della nuova società dovrebbero chiudersi in perdita, mentre il terzo dovrebbe essere in pareggio. II piano Indesit sarà ora passato al Cipi che dovrà dare la propria valutazione determinante e decidere circa i finanziamenti, v. rav.

Persone citate: Giovanni Marcora, Manassero, Marcora, Romano Manassero