Lagorio chiede di difendersi dalle insinuazioni di Salvini

Logorio chiede di difendersi dalle aitsinuaMoni di Salvini Mercoledì sarà ascoltato in commissione Difesa Logorio chiede di difendersi dalle aitsinuaMoni di Salvini Il ministro era stato citato fra gli «amici importanti» di cui si vantava Gelli - Comunisti, radicali e indipendenti hanno sollecitato chiarimenti - L'ori Secchia: «Essere massone non è colpa né errore» ROMA — Il ministro delia Difesa Lagorio (psi) risponderà mercoledì prossimo alle domande contenute nelle interrogazioni del pei e di altri sui suoi rapporti con Gelli. Chiamato in causa dalle dichiarazioni di Lino Salvini alla commissione P2, come una delle «amicizie importanti» vantate da Gelli, invitato da radicali, comunisti e indipendenti di sinistra a chiarire la sua posizione, il ministro stesso ha chiesto di poter parlare alla commissione Difesa. Lagorio non è il solo ad essere stato «toccato» dalle dichiarazioni rese alla commissione P2. L'on. Mauro Seppia, vicecapogruppo del psi alla Camera e egli stesso commissario inquirente sulla P2, é stato citato da Francesco Siniscalchi come massone appartenente alla Loggia •Adriano Lenni» e qualcuno ha ritenuto di affermare che sarebbe uno dei pochi massoni che non condannò Gelli. Seppia ha dato querela a chi l'ha collegato con la Loggia di Gelli e ha rilasciato una dura dichiarazione: 'Nonostante il clima che per vari fini si tenta di prolungare intorno alla vicenda della cosiddetta Loggia P2, con il tentativo di criminalizzare anche la massoneria e con la conseguenza di rendere difficile l'opera di urgente e necessario chiarimento e identificazione di responsabilità, l'adesione alla massoneria non è né colpa né errore». •Per quanto mi riguarda — prosegue Seppia — tale atto non ha mai avuto alcun seguito operativo né impegni di alcuna sorta. Il resto è allusione o volgare insinuazione. In ogni caso non ho mai dato né direttamente né indirettamente solidarietà, appoggio o sostegno a Gelli o alla sua Loggia e sfido chiunque a dimostrare il contrario». Un chiarimento sulla posizione di Seppia é venuto ieri sera dal Gran Segretario della massoneria italiana Gran d'Oriente d'Italia, Spartaco Mennini: «JVon è vero che la Loggia "Adriano Lemmi" di Roma si ribellò al "duo Salvi' ni-Gelli", né che tutti i fratelli meno Mauro Seppia si siano messi in sonno per protesta» La Loggia Lemmi, dice Men nini, «era composta al 31 di cembre 1976 di 74 affiliati. Di questi soltanto 36 si dimisero il 13 gennaio 1977 per motivi personali e per dare vita a un club che òl denominò 101 Seppia «era iscritto con l'esonero dalla frequenza alla loggia e non ha perciò mai parte cipato. E si è messo in sonno da oltre tre anni». Un'altra puntualizzazione arriva dall'ori. Luigi Preti, vicepresidente della Camera, psii. «La vicenda P2 ha assunto molti aspetti grotteschi. Un certo Siniscalchi, a me fino a ieri sconosciuto, ha dichiarato, senza fornire prove, che io sarei stato tra i ricattabili di Gelli, perché costui avrebbe avuto dal generale Allavena taluni fascicoli del Si far. Mi pare — afferma Preti — che il massone Siniscalchi sia molto fervido di fantasia e assai poco serio. Non ho mai visto né conosciuto Gelli in vita mia, né ho mai avuto rapporti con la massoneria, e non vedo su quali basi Gelli avrebbe potuto ricattare me, a lui sconosciuto, non avendo io assolutamente nulla da nascondere». L'intrecciarsi delle polemiche non ferma comunque il lavoro della commissione P2, che ha ieri predisposto i lavori della prossima settimana. Martedì saranno sentiti l'avvocato Benedetti, massone, accusatore di Gelli; l'avvocato Corteo, che ha ricoperto incarichi di «giustizia massonica»; l'ex Gran Maestro Gambe r ini; l'ex segretario di Salvini, dottor Sambuco. Giovedì toccherà ad Angelo Rizzoli, Calvi, Cabassi e all'avvocato De Luca. E' probabile che nella prossima seduta, la commissione Anselmi parli ancora del caso Seppia (che ha scritto una lettera alla presidente). Certamente con interesse sarà seguita la seduta della commissione Difesa, mercoledì, dove Lagorio risponderà alle critiche e alle domande dei deputati di opposizione. Nell'interrogazione del pei si accenna all'ipotesi che la dichiarazione di Salvini sia stata usata per gettare un'ombra sulla figura del ministro e di conseguenza su possibili connessioni tra alti ufficiali iscritti alla P2. Si ricorda che Lagorio ha adottato « blande misure amministrative» nei confronti degli ufficiali iscritti alla P2 e che ha affermato di prestare più fede alle dichiarazioni dei presunti piduisti che non agli elenchi di Gelli. Argomenti analoghi sono contenuti nelle interrogazioni dei radicali e della sinistra indipendente. Bassanini, Rodotà e Milani aggiungono però che, se non fossero chiariti i rapporti tra ministro, ufficiali sospettati e P2, Lagorio dovrebbe dare le dimissioni.

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