Il Papa meno duro, accorato parla del dramma polacco di Marco Tosatti

Il Papa meno duro, accorato parla del dramma polacco Nessuna reazione ufficiale alla lettera di Jaruzelski Il Papa meno duro, accorato parla del dramma polacco ROMA — A un mese esatto dal golpe militare in Polonia, Giovanni Paolo II ha denunciato ancora una volta le violazioni dei diritti umani in atto nel suo Paese. Il tono delle parole del Papa è apparso più accorato, e meno duro di domenica scorsa, quando stigmatizzò le pressioni esercitate sui lavoratori per estorcere dichiarazioni di «abiura» da Solidarnosc, e di lealtà al regime militare. «A causa del deplorevole stato di assedio che dura già da un mese — ha detto il Papa nell'udienza generale —, la venuta a Roma è stata resa impossibile ai miei connazionali. Tuttavia essi non cessano di essere moralmente qui presenti'. «/ partecipanti all'udienza delle altre nazioni sentono la loro assenza — ha proseguito — e in quest'assenza vedono la limitazione e la violazione dei diritti che spettano agli uomini liberi. Perciò, come ogni mercoledì, anche oggi parlo in polacco'. Giovanni Paolo II rivolgendosi soprattutto a sessanta polacchi in procinto di partire per gli Stati Uniti, dove hanno chiesto asilo politico, ha poi ricordato la travagliata esperienza storica della sua terra; e riferendosi alla Madonna di Jasna Gora ha det to: •Dinanzi a te ci incontriamo tutti, anche quando siamo separati dalla distanza, dalle frontiere, dai muri dei campi di internamento e delle carceri. Più di una volta fu cosi nel corso della storia: Il 1982 è il seicentesimo anniversario del culto di Jasna Gora Ieri mattina il Papa aveva ricevuto in udienza il vescovo di Stettino, Kazimierz Ma jdanski. Nei prossimi giorni è prevista una visita a Roma di mons. Bronislao Dabrowski segretario della conferenza episcopale polacca. Non è mai stata confermata ufficiai mente, né ufficiosamente, l'apertura di una linea diretta di comunicazione fra il Vaticanoe l'arcivescovado di Varsavia; ma resistenza di questa «possibilità di contatto» è quasi sicura. Se ciò è vero, è altrettanto probabile che su questa linea vengano esercitati dei controlli, da parte del regime. Per un quadro esatto della situazione la Santa Sede si affida dunque in modo particolare ai resoconti fatti dai propri «viaggiatori». Nessuna reazione ufficiale, per ora, alla lettera del generale Jaruzelski. Ma un corsivo dell'Osservatore Romano dà una definizione dell'atteggiamento del Pontefice: •Deciso a mediare, a moderare, a denunciare si, e a rivendicare, ma sema mai trascendere, per non spezzare l'invisibile, esilissimo filo della speranza: perché sia resa possibile con tutti i mezzi la difficile ma non impossibile impresa del ristabilimento dell'ordine vero, quello della libertà e autodeterminazione di un popolo in travagliata ricerca della sua autonomia: •Invisibile, esilissimo filo della speranza': sono parole che inquadrano con chiarezza il sentimento prevalente nella Santa Sede, e confermano la mancanza di serie garanzie fornite alla Chiesa da Jaruzelski. Un quadro drammatico della repressione in atto l'ha f or nito ieri pomeriggio Sewerin Blumstajn, direttore dell'agenzia di stampa di Solidarnosc, che si trovava a Parigi il giorno del golpe. In un convegno organizzato dall'Arci, Blumstajn ha parlato di •reticolati di filo spinato tesi fra un reparto e l'altro, alla fabbrica Ursus, per impedire contatti fra gli operai', e di licenziamenti di massa in tutto il Paese e soprattutto a Danzica. La resistenza passiva (sabotaggio alla produzione) proseguirà a lungo, secondo l'esponente di Solidarnosc, e una volta superato il trauma del putsch riprenderà anche la •resistanza attiva: •Come in Spagna» ha detto, facendo un'analogia implicita fra il regime di Franco e quello di Ja ruzelski. Marco Tosatti

Persone citate: Bronislao Dabrowski, Giovanni Paolo Ii, Jaruzelski

Luoghi citati: Danzica, Parigi, Polonia, Roma, Spagna, Stati Uniti, Stettino, Varsavia