Metti una sera a cena con Karpov di Fabio Galvano

Metti una sera a cena con Karpov INCONTRO A MOSCA CON IL CAMPIONE MONDIALE DI SCACCHI Metti una sera a cena con Karpov «In questi giorni non tocco la scacchiera, ma dovrò riprendere gli allenamenti per il torneo a Mar del Piata» «Per prudenza con mia moglie non gioco mai» - Tra gli scacchisti «ci sono stati veri pazzi» -1 vizi e le vittorie DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Neppure a tavola Anatolij Karpov dimentica d'essere campione di scacchi, anzi «il» campione, pluridecorato e osannato, applaudito da Breznev. Piccolo e mingherlino, può dare una prima impressione di timidezza, con il capo quasi rinchiuso fra le spalle curve, un ciuffo di capelli che gli cade sul volto. Ma poi t'accorgi che il suo è calcolo. Non in senso dispregiativo, si badi bene, ma nel senso che ogni gesto e ogni parola sono attentamente soppesati, che neppure di fronte a un piatto di *italjanskie makaronj» — che sarebbero poi qualsiasi genere di pasta, dagli spaghetti al maccheroni veri — riesce a far cadere una maschera che non è affettazione ma stile di vita. Sorride brindando con la vodka, lui che è quasi astemio, ma quando gliela offri di nuovo dice no grazie, spiegando che 'esistono due sistemi, il sistema russo che impone di non rinunciare mai alla vodka, e il sistema Karpov che è un po'diverso». Gli scacchi non le vengono mai a nausea? «In questi giorni non tocco la scacchiera, ma dovrò riprendere gli allenamenti prima del torneo che disputerò a febbraio a Mar del Piata: Non gioca neppure per divertimento, con Anatoly junior, suo figlio? «No, è troppo piccolo, anche se riconosce già i pezzi: Lei quando ha cominciato a giocare? • Quando avevo quattro anni». E sua moglie è una scacchista? 'Di tanto in tanto». Chi vince a casa? «Per prudenza non giochiamo mai insieme. E' lo stesso motivo per cui, a nove anni, smisi di giocare con mio padre: Non fuma, e noto con sorpresa che Roshal, il suo biografo, gli chiede il permesso prima di accendere una sigaretta. Karpov dà un autorevole benestare, ma subito ag- giunge: 'Durante il gioco non gli sarebbe stato permesso. Il fumo non mi piace, nuoce alla salute. Quando devo analizzare una partita mando via tutti i fumatori-. Ma che vizi ha? Scrolla le spalle. Insisto, girando in battuta: solo quelli che non si possono dire? «Lei conosce molto bene la vita; risponde, e non so che cosa abbia voluto dire. Gli verso un altro po' d'Orvieto, tanto Introvabile a Mosca. Si considera una persona normale? «Non ci sono persone normali, sono tutte anormali. La persona normale è mediocre». Ma è vero che i giocatori di scacchi sono un po' matti? «Ci sono stati anche quelli davvero pazzi: Ha riportato qualche souvenir dall'Italia? «Questa volta no, ma c'ero già stato in passato.. E che cosa si era riportato in Russia? <Una scacchiera d'osso, l'ho vinta nel 75: Questa volta, a Merano, il premio è stato più bello. «Si, il nome di campione del mondo vale molto di più: Pensavo all'assegno. «No, il titolo è la cosa principale: E quella scacchiera d'osso è la sua unica stravaganza in fatto di alfieri torri e re? «No, ne ho una bella collezione, di ottone, argento, onice. Talune sono in esemplare unico. Ho anche un tavolino fatto di aragonite spagnola'. Le usa regolarmente? «No, per studiare mi servo di due scacchiere con i pezzi di legno, del tipo che si usa nelle gare: Dopo la registrazione di due partite per la tv sovietica — causa del suo ritardo — deve andare a una conferenza. Ha fretta, si vede. Insisto su Merano, e lui s'illumina. E' stato davvero un incontro difficile? 'Non ci possono essere campionati facili. Questo è stato abbastanza breve*. •A Merano, dice d'improvviso, c'erano cinquecento giornalisti, alle Olimpiadi di Mosca, con un numero incredibile di discipline sportive, poco più di duemila. Mi è sembrato, dal vostro punto di vista, un incontro molto interessante». A Merano, osservo, c'erano anche gli americani. Non raccoglie la provokatsija: «Gii scacchi sono una manna per organizzatori e giornalisti, perché un campionato mondiale può durare due o tre mesi: Come una vacanza, insomma? 'Per molti Merano è stata proprio quello'. E il pubblico? 'Ospitale fin dall'inizio, ma se parliamo di simpatia devo ammettere che c'erano più tifosi di Korchnoi che miei. Poi, però, le cose sono cambiate'. 'Il merito, interviene Roshal. è stato di due persone: Karpov e Korchnoi». Le hanno dato fastidio le polemiche di Korchnoi? «No, ma provavo fastidio e vergogna per il fatto che anche gli scacchi fossero inquinati in questo modo, come altri sport». Ha mai incontrato il suo avversario dietro le quinte del mondiale? Interviene enfatico Roshal: 'Qualsiasi discorso con Korchnoi fa schifo a Karpov». Arriva il caffè, un buon espresso nero e fumante. 'Ecco, osserva Karpov. da che cosa mi sono accorto che Merano non è veramente in Italia, dal caffè». Ma c'è uno speck che non è male. •£ tante altre cose, solo che non avevo il tempo di godermele». Sempre impegnato con gli scacchi, giorno e notte? 'Scacchi, tennis e lunghe dormite. Ho bisogno di almeno 8-9 ore per notte». E' un mattiniero? «Assolutamente no: gli scacchi costringono a lunghe analisi dopo le partite, il mattino dormo». L'hanno nominato, per la vittoria di Merano, sportivo dell'anno, perché lo sport di cui è campione è un orgoglio nazionale dei russi, con quattro milioni e mezzo di giocatori tesserati, la metà del totale mondiale, ma soprattutto perché è stato l'eroe di uno scontro che non si poteva perdere, di fronte a un personaggio come Korchnoi. che secondo l'agenzia Tass è 'degradato, vano, invidioso e egoista aveva tradito la sua patria». E un po' Karpov, nella vita ufficiale libero docente di economia e direttore della rivista di scacchi 64, si deve sentire eroe. Non lo nasconde neppure. Esiste l'avversario veramente difficile? «No», risponde questo trentenne che da sette anni è ai vertici mondiali. Se la sconfiggono? «Mi comporto come se avessi vinto». Aviatore mancato — era un sogno d'infanzia — e col rimpianto di non avere studiato medicina, risponde sempre a tono, da «eroe sovietico». Letture? «Tante, ma il mio preferito è il poeta Lermontov». Altri hobby? 'Cinema, teatro, sport». La notorietà la disturba? 'Soltanto in quanto impedisce di riposare: Il suo eroe preferito? «L'eroe del nostro tempo». Fabio Galvano