Tangenti Eni: Mazzanti ammonito se non convincerà rischia l'arresto di Eugenio Palmieri

Tangenti Eni: Marnanti ammonito se non convincerà rischia l'arresto Scontri tra membri dell'Inquirente, il presidente minaccia di dimettersi Tangenti Eni: Marnanti ammonito se non convincerà rischia l'arresto ROMA — E' diventata improvvisamente incandescente l'atmosfera alla Commissione Inquirente sul caso delle tangenti Eni-Petromin. Anche la versione sulla necessità della mediazione fornita dall'ex presidente dell'ente petrolifero, Giorgio Mazzanti, è apparsa contraddittoria e in alcuni passaggi oscura tanto da essere «ammonito» per reticenza, un passo che potrebbe sfociare nell'arresto. E tra i commissari che martedì avevano ascoltato fino a tarda notte l'ex direttore per Teste ro. Sarchi, è esplosa la battaglia e sono volate parole grosse. Alcuni, infatti, in testa i due relatori Busseti (de) e Martorelli (pei) che di recente avevano raccolto a Parigi le dichiarazioni del presunto me diatore, l'iraniano Parviz Mi na, volevano addirittura arrivare all'immediata incriminazione di Mazzanti per reticenza o quanto meno ammonirlo a dire la verità sull'intricata questione. Insomma a riservargli lo stesso trattamento di Sarchi («ammonito» ufficialmente e non «fermato» come martedì sera alcuni commissari avevano dichiarato). Alla fine l'hanno spuntata e a Mazzanti è stata concessa una «pausa di riflessione» di qualche giorno per evitare guai maggiori. A soluzioni clamorose, prima del completamento della testimonianza, si è opposto il presidente della Commissio ne, il socialdemocratico Reg giani, che nel momento più drammatico della discussione è arrivato a minacciare le dimissioni. «Non sei un uomo se non lo fai», ha ribattuto uno dei commissari: Busseti e Martorelli hanno tenuto fin da principio un atteggiamento assai critico nei confronti della versione fornita da Mazzanti; altri esponenti come l'andreottiano Vitalone si sono mantenuti su linee assai più caute e favorevoli alle tesi inr.ocentiste. All'epoca dello scandalo, primavera del '79, presidente del Consiglio era Giulio Andrectti che secondo i socialisti era il protettore politico dell'operazione tangenti: più di 100 miliardi che dovevano rientrare in Italia. Anche in questa occasione i parlamentari hanno brillato per la loro assenza. Nei momenti più «caldi» della seduta fiume non c'erano più di undici persone sulle 20 che compongono la commissione. Ma vediamo i punti che non convincono buona parte dei commissari i quali hanno sollevato con Mazzanti le stesse obiezioni già mosse a Sarchi: perchè non è stata precisata la specifica attività del mediatore Mina in cambio della sostanziosa tangente? Perchè non è stata data risposta all'interrogativo sulla destinazione, vera o presunta, della tangente? Perchè non è stato chiarito se la mediazione era veramente necessaria visto che si trattava di un contratto da Stato a Stato? Perchè non è stato precisato se il petrolio sarebbe stato concesso anche senza mediazione? Insomma il dubbio di fondo è se la tangente era davvero indispensabile per oliare la controparte saudita. Mazzanti avrebbe insistito sul fatto che le sue dichiarazioni sono le stesse fornite a suo tempo alla magistratura che chiuse il caso con un nulla di fatto. Ma alcuni commissari —al di là della testimonianza di Mina il quale si è detto completamente estraneo alla vicenda, di non aver svolto alcuna opera di mediazione e di non aver ricevuto alcun compenso per la sua consulenza — ritengono che ugualmente conti non tornano. Ed ecco i rilievi mossi da uno del commissari: «L'i o il 2 giugno del 79 Mazzanti riceve una telefonata da Sarchi: il contratto è a buon punto, ma non ci sono notizie sulla data del contratto e sull'entità delle forniture. Il 3 parte un telegramma ufficiale da Riad nel quale l'ambasciatore Solerà comunica alla Farnesina che Taher, il numero uno dell'ente petrolifero saudita, gli ha annunciato la conclusione del contratto e che il 12 ci sarà la firma. Il 6 Mazzanti ha un colloquio con il presidente del Consiglio Andreotti, per metterlo al corrente della necessità della mediazione per sbloccare la fornitura». E secondo gli stessi commissari le date non collimano e i dubbi sull'indispensabilità della tangente restano. Eugenio Palmieri

Luoghi citati: Italia, Parigi, Riad, Roma