Qualche brivido nelle file del pci

Qualche brivido nelle file del pei Si contano i voti dopo il congresso Qualche brivido nelle file del pei Fermenti e malumori alla lettura dei risultati per il rinnovo degli 81 membri del comitato - Ha vinto Pala operaista ingraiana Fermento, malumori, minacce di dimissioni nel pei piemontese, dopo il congresso concluso domenica, che pareva dovesse limitarsi ad approvare la linea politica regionale e le decisioni della direzione centrale sulla condanna dell'intervento militare in Polonia e dell'ingerenza sovietica. n fermento è nato dai risultati per il rinnovo degli 81 membri del comitato. La segreteria regionale e i vertici del partito a tutti i livelli sono stati confermati, ma il voto ha premiato vistosamente l'ala operaista ingraiana, ponendo ai primi posti (dopo il segretario Quasso e il sindaco Novelli) il sen. Lucio Libertini, Gianni Mercandino (capogruppo in Provincia), Germano Calligaro e Piero Fassino (responsabili/fabbriche regionale e della federazione). Il risultato ha trovato conferma nella scelta dei 25 della commissione di controllo: il primo eletto è l'ingraiano Gianni Alasia, ex assessore al Lavoro in Regione. Sotto tono il gruppo centrale del partito, i «berlingueriani», se si considera che il vicesegretario regionale, Franco Revelli, il segretario cittadino Giancarlo Quagliotti, lo stes so vicepresidente della giunta regionale ed assessore al La voro, Dino Sanlorenzo, sono oltre il decimo posto. In un angolo, infine, «l'intellighentia» e l'ala amencio liana: la responsabile cultu rale del pei torinese, Magda Negri è quarantunesima, il capogruppo a Palazzo Civico, Giuliano Ferrara, è 43° e, se si vuol trovare Saverio Vertone, il direttore di «Nuovasocietà». che in un'intervista aveva attaccato la linea politica di Ingrao, si deve scendere al fondo della graduatoria, alla settantaduesima posizione; e sotto ancora c'è uno dei più vivaci uomini di cultura del partito, il prof. Franco Ricca, 75° su 81 eletti. Ecco allora i malumori, le proteste di chi, come l'assessore provinciale Todros non è neppure stato posto in lista ed ora—si dice — minaccia di dimettersi da tutto. Ma fra gli esclusi vi sono altri nomi prestigiosi: il vicepresidente dei deputati comunisti, Ugo Spa gnoli, l'assessore municipale Angela Migliasse il vicepresi dente dell'Usl-Torino, già presidente degli ospedali S. Giovanni, ing. Poli. Lo scontro nel pei piemon tese dunque esiste. Le compo nenti in gioco sono tre: la «de stra» amendoliana, il «centro» berlingueriano e la «sini< stra» operaista-ingraiana. Le differenze non ci sono per i temi internazionali: sulla Polonia sono tutti d'accordo. La discriminante emerge dalla vertenza Fiat, da quei 35 giorni dell'autunno '80. In quel periodo il pei torinese sosten ne compatto la lotta sindacale e operaia; la critica si avviò dopo, sulla conduzione e sulle conclusioni. Oggi le divisioni continua no fra chi sostiene la necessità di spingere più a fondo la rgfappdpsgRt1plv1 riflessione critica (i berlingueriani) e chi (ingraiani) afferma che la linea di attacco alla grande impresa è giusta, poiché si devono controllare i processi di trasformazione delle fabbriche e della Fiat in particolare. Una divisione che si è manifestata anche al congresso nazionale della Cgii a Roma, dove Trentin ha battuto il più cauto Garavini. E 10 stesso Trentin al congresso piemontese del Palazzo a Vela ha fornito, elogiando più volte Fassino, indicazioni per 11 voto dei delegati operai. Che accadrà ora nel pei in Piemonte? Rimarranno con gelati gli incarichi di vertice, come era stato concordato prima dell'assise regionale? C'è chi ritiene che gli ingraiani, dopo il successo, proporranno la candidatura di Fassino al vertice della segretaria provinciale, al posto di Gianotti. Fassino, si dice, «ha santi a Roma*, fra i collabora tori di Berlinguer. Ma biso gnerà vedere se il segretario nazionale abbandonerà i suoi fedelissimi (Novelli, Guasso, Gianotti, Quagliotti, Revelli, Virano) per consentire il pas saggio della federazione alla sinistra operaia dei Libertini, Fassino, Pugno, Calligaro < Mercandino. Giuseppe Sangiorgio

Luoghi citati: Piemonte, Polonia, Roma, Torino