La Bastogi decide il suo futuro di Marco Borsa

La Bastogi decide il suo futuro Lunga e animata riunione del Consiglio d'amministrazione La Bastogi decide il suo futuro Il titolo era stato sospeso dalla Consob - Oggi si conosceranno le decisioni MILANO — Si è riunito ieri a Milano il consiglio di amministrazione della Bastogi, il cui titolo è stato sospeso dalla Consob in vista di possibili decisioni sul capitale. La discussione, iniziatasi nel pomeriggio, si è protratta fino a tarda sera. Un comunicato sulla delibera che adotterà il consiglio sarà diramato oggi. I nodi della Bastogi, che in omaggio a una immagine retorica che rischia di sopravvivere alla stessa società viene ancora oggi ricordata come il salotto della finanza italiana, sono venuti al pettine. L'elenco delle partecipazioni in portafoglio composto da ben 71 voci per un valore di carico di 177 miliardi (uno dei più grossi portafogli italiani) è il ritratto di dieci anni di decadenza, di errori, di inerzia. I dividendi incassati a fine 1980 erano solo 2,88 miliardi provenienti da nove pa;i.ecipazioni di cui solo due controllate dalla Bastogi (gli altri diviaendi vengono da un po' di Pirelli, Ifi-Fiat, un po' di Generali e Imi, quasi tutta roba ceduta nelle ultime settimane insieme col blocco Sip-Stet e Montedison). Tolta la Cogefar che ha dato 1,8 miliardi di dividendo, il rendimento del portafoglio scende a poco più dello 0,5 per cento. Molti i titoli dunque, di molte società, ma quasi tutte malandate. L'ultimo bilancio si era chiuso con una perdita di 13 miliardi ma dopo HO miliardi di rivalutazioni di immobili e titoli e 74 miliardi di svalutazioni delle perdite su titoli e partecipazioni. Un anno dopo I l'altro in realtà la società si sta mangiando uno dei più grossi patrimoni immobiliari (che ancora oggi raggiunge almeno 400 miliardi) per finanziare una serie di aziende elettroniche, meccaniche, nel settore delle costruzioni, nella chimica, prive di una strategia comune, e di solide prospettive di reddito. Incapaci di sfoltire il gruppo degli assistiti che grava sulle spalle della società, i dirigenti della Bastogi continuano ad accumulare debiti che hanno portato ormai il livello degli oneri finanziari a quasi 70 miliardi per la capogruppo su un indebitamento complessivo del gruppo intorno ai 1500 miliardi. In una situazione di questo genere una operazione di pulizia sul capitale si impone, dovrà essere drastica, ma non sarà sufficiente se non accompagnata da una opportuna strategia per una rapida ed efficace realizzazione delle partecipazioni industriali con lo scopo di tamponare le perdite che provocano ricorrenti crisi di liquidità più che di raccogliere nuovi mezzi da investire. Chi si assumerà questa iniziativa? Il problema, prima che porsi a livello dirigenziale, si pone a quello societario dei grandi azionisti. Carlo Pesenti al quale, attraverso l'Italmobiliare, fa capo il 20 per cento circa del capitale Bastogi potrebbe non sentirsela di impegnarsi in una operazione cosi complessa che richiederà tempo, denaro e lavoro. Angelo Terruzzi che si stima abbia in mano dal 12 al 15 per cento del capitale attraverso fiduciarie (che non superano singolarmente il 2% in modo da non dover fornire comunicazione alla Consob) non ha mai mostrato finora alcuna propensione a impegnarsi in programmi industriali o finanziari di lunga portata. Il resto dell'azionariato è frazionato e non può coagulare una maggioranza sufficientemente omogenea capace di concordare un chiaro programma di risanamento. Le risorse all'interno della società per evitarne il crollo definitivo ci sono, gli uomini capaci di usarle con successo non sono impossibili da trovare. La premessa indispensabile tuttavia è che gli azionisti di maggioranza decidano con rapidità e chiarezza se, e come, intendono muoversi in questa direzione. Marco Borsa

Persone citate: Angelo Terruzzi, Carlo Pesenti

Luoghi citati: Milano