Sugli euromissili dialogo più freddo

Sugli euromissili dialogo più freddo Ripresi a Ginevra incontri Usa-Urss Sugli euromissili dialogo più freddo Ieri il confronto è durato due ore - Haig: «Nonostante il caso polacco bisogna trattare con impegno» - La Tass contro ['«opzione zero» GINEVRA — Dopo una pausa di quasi un mese le delegazioni americana e sovietica che danno vita al negoziato sugli euromissili sono tornate a riunirsi a Ginevra. L'incontro, il settimo della serie, si è svolto nella sede dell'ente americano per il controllo delle armi ed il disarmo ed è durato oltre due ore. Come prassi vuole, né il capo della delegazione americana Paul Nitze né il capo di quella sovietica Yuli Kvitsinski hanno rilasciato dichiarazioni. I convenevoli tra i due diplomatici sono apparsi comunque piuttosto tiepidi a conferma del mutato clima in cui il negoziato sulle armi di teatro in Europa è ripreso. Sul futuro sbocco della trattativa gettano ombre gli ultimi, drammatici avvenimenti polacchi e le sanzioni economiche imposte dall'amministrazione Reagan nei confronti di Mosca. Al segretario di Stato americano Haig, che si trovava a Bruxelles, è stato chiesto ieri quale effetto la crisi polacca potrebbe avere sulla trattativa di Ginevra sugli euromissili. «I colloqui di Ginevra fanno parte di una categoria speciale; li abbiamo iniziati avendo la cognizione netta che essi rispondono tanto all'interesse dell'Occidente quanto a quello dell'Unione Sovietica. Nonostante la Polonia, è nostra intenzione continuare ad impegnarci per fissare dei limiti ai missili nucleari in Europa». ha spiegato Haig. •E' tuttavia chiaro che il comportamento sovietico in Polonia farà sentire i suoi effetti sullo svolgimento della trattativa; quando si affrontano negoziati che interessano il controllo degli armamenti c'è bisogno che le parti abbiano un certo grado di reale fiducia reciproca...». Sulla ripresa a Ginevra di colloqui Usa-Urss sugli armamenti nucleari in Europa, il commentatore della Tass specializzato in affati militari Vladimir Bogachyov scrive invece che: «Gli Stati Uniti hanno accelerato i tentativi di distorcere l'atteggiamento sovietico circa la riduzione degli armamenti nucleari. In particolare, il presidente Reagan, in flagrante contraddizione coi fatti, ha sostenuto che l'Urss non ha ancora dato una risposta costruttiva alla proposta americana della "opzione zero". Nel suo recente discorso a Bonn — conclude Vladimir Bogachyov — Breznev ha sottolineato esplicitamente che gli autori di quella proposta americana "stanno rovesciando completamente il concetto stesso dell'equità e della reciprocità nella questione che si ripercuote sugli interessi della sicurezza e sulla vita stessa di milioni di persone". E, naturalmente, qualsiasi opzione zero è qui fuori.luogo».

Persone citate: Breznev, Haig, Kvitsinski, Paul Nitze, Vladimir Bogachyov