Un documento di internati «Freddo, malattie, ricatti»

Un documento di internati «Freddo, malattie, ricatti» Testimonianza clandestina dal campo di Bialoleka Un documento di internati «Freddo, malattie, ricatti» a r n . e o a a l i o o , o - VARSAVIA — Questo è il testo — pervenuto clandestinamente — di una dichiarazione delle persone internate nel centro di Varsavia-Bialoleka e datata primo gennaio 1982: «Dichiaro che contrariamente alle garanzie del cosiddetto Consiglio militare per la salvezza nazionale, il nostro soggiorno qui. oltre a i separarci dalla società, è un atto di repressione e di rivalsa. Ci sono tra di noi persone gravemente malate. Le richieste insistenti da parte nostra di liberarle o almeno di assicurare loro le cure mediche adatte vengono ignorate. I servizi di sicurezza ricattano i malati ponendo loro come condizione per la liberazione la firma della dichiarazione di lealtà o la collaborazione. Uno di noi osserva lo sciopero della fame dal 13 dicembre». •Le condizioni in cui viviamo si diversificano solo di poco da quelle che esistono nella maggior parte delle prigioni in Polonia. Il nostro gruppo, di quasi 300 persone, è stato detenuto in fredde celle con 12 persone in 18 metri quadri in condizioni antigieniche. La mancanza di acqua calda e dei mezzi igienici, ad eccezione del sapone, favorisce le malattie. Già adesso nel campo c'è un'epidemia di influenza». «Il regolamento che ci è stato letto è molto più severo di quelli adottati nei campi nazi- ; sti. Praticamente siamo pri-i vati della libertà di movimen- : to nel campo, dei contatti tra di noi. della possibilità di svolgere attività culturali e ricreative, e inoltre non è permessa la preghiera quotidia-1 na comune. Il regolamento è j scptdtlltgppcsgstpzc stato fatto in modo da dare al comandante del campo competenze illimitate. Nonostante le nostre insistenti domande non ci è stato possibile ottenere di confrontare il regolamento con il contenuto delle convenzioni di Ginevra, ratificate dalla Polonia, che regolano il trattamento delle persone internate, come noi». •Nonostante non ci siano procedimenti penali in corso contro nessuno di noi. siamo sottoposti a continui interrogatori da parte dei servizi di sicurezza. Ci vengono presentate false accuse e minacce di prolungare la nostra deten zione se non firmiamo la dichiarazione di collabora¬ zione». •Noi siamo preoccupati per la sorte delle persone più vici ne. in molti casi prive di cure e di mezzi di sostentamento Ci preoccupiamo anche per la sorte di migliaia di internati di altri campi che . secondo informazioni pervenuteci, si trovano in condizioni di detenzione peggiori delle nostre. Ringraziamo tutte le persone di buona volontà che ci appoggiano moralmente e finanziariamente. Siamo particolarmente grati alla Chiesa, che sin dall'inizio ci ha concesso la sua protezione. Ci rafforza la consapevolezza che la solidarietà umana è più forte del male».

Luoghi citati: Ginevra, Polonia, Varsavia