L'Occidente preme sulla Polonia perché rinunci alla repressione
Glemp scrive a Jaruielski: non si deve costringere a giurare lealtà al regime L'Occidente preme sulla Polonia perché rinunci alla repressione Glemp scrive a Jaruielski: non si deve costringere a giurare lealtà al regime Il primate invita il governo militare a ritirare l'ordine di licenziamento per gli iscritti a Solidarietà - «Lo faccia in nome della nostra patria» - Nuovi arresti - La legge marziale sarà abrogata il 1° febbraio? VARSAVIA — Una lettera del primate Glemp a Jaruzelski in cui si denuncia duramente il ricatto del governo militare ai lavoratori iscritti a Solidarietà e non disposti ad «abiurare» e ad assicurare piena lealtà al nuovo regime costituisce la notizia del giorno nella vicenda polacca. Parallelamente un'altra lettera è stata inviata da Jaruzelski al Papa, che proprio domenica ha parlato della «violazione alle coscienze' fatta dal governo dittatoriale di Varsavia. Intanto si ha notizia di altri arresti tra sindacalisti (undici a Radom: sono attivisti che diffondevano volantini) e si parla di una sostituzione d'autorità di Walesa alla testa del sindacato, come «punizione» per non aver voluto collaborare. In pratica il regime militare progetterebbe di inserire propri uomini in Solidarietà per piegare il sindacato ai propri obiettivi. C'è tuttavia anche una notizia che incoraggia qualche speranza, il viceprimo ministro Jerzy Ozdowski in una conferenza stampa di ieri ha annunciato che la legge marziale potrebbe essere abrogata a partire dal 1° febbraio. La lettera di Glemp, resa k nota ieri ma scritta il 28 di ' cembre, dopo aver citato tra virgolette le disposizioni go vernative sul licenziamento dei lavoratori che non lasciano Solidarietà afferma: «Mi sento in dovere di presentare al signor generale l'opinione della Chiesa su questo argomento cosi importante per la nazione. Perché il contenuto dei colloqui con i membri di "Solidarnosc" ha lo scopo di distruggere le loro coscienze». •1) - L'errore essenziale della circolare consiste nel fatto di giudicare ogni "membro di Solidarnosc" come nemico dell'ordine e della dedizione alla Repubblica popolare polacca. Tale posizione va prima provata in ogni singolo caso perché punire con il licenziamento chi non ha commesso, né ha avuto intenzione di commettere, un reato, è una discriminazione ». «2) - Il secondo errore consiste nel fatto che si lascia negli uffici dell'amministrazione statale gente distrutta, indecisa, impaurita e si respingono le persone che hanno carattere e coraggio civile. Le cause della crisi dipendono dall'immobilismo dell'apparato burocratico che ha operato fino a questo momento. La circolare vuole rafforzare questa burocrazia». •3) - Senza voler ricordare che la circolare intacca i diritti e la dignità dell'uomo, desidero tuttavia attirare l'attenzione sull'atmosfera inadeguata creata dalla circolare a proposito della continuazione del rinnovamento dopo lo stato di guerra. Una volta un cittadino, responsabile del partito, mi ha confessato che "Solidarnosc" ha aiutato molte persone oneste del partito a scuotersi dall'atmosfera inquinata di prima dell'agosto, ad allontanarsi da quello stile di vita che non permetteva — in date circostanze — di poter fare a meno di costruirsi ville e case per le vacanze. Dunque il membro del partito ha visto gli effetti positivi della attività di "Solidarnosc"». «Desidero anche sottolineare iì fatto che la circolare mette in dubbio le norme costituzionali ed è lontana dallo spirito del programma che lei, signor generale, ha presentato nella sua dichiarazione del 13 dicembre. La prego, signor generale, di revocare la citata circolare, di rinunciare alle dichiarazioni di volontà ottenute con la forza e di eliminare le conseguenze causate dalla circolare. Lo faccia in nome della nostra patria e del rinnovamento del quale lei, generale, è portatore». lflGpfrcfdssgls l'aggravamento del conflitto fra la Chiesa e il regime dopo l'attacco dell'arcivescovo Glemp, primate di Polonia, a proposito dei giuramenti di fedeltà richiesti dalle autorità». « Siamo stati in grado di accertare che i negoziati sono falliti'.
Persone citate: Glemp, Jaruzelski, Jerzy Ozdowski, Walesa
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