Avviso di reato a Roberto Calvi per i finanziamenti a pci e psi
Avviso ili reato a Roberto Calvi per i finanziamenti a pei e psi Dai magistrati romani Gattucci e Melisi che lo hanno a lungo interrogato Avviso ili reato a Roberto Calvi per i finanziamenti a pei e psi Avrebbe violato l'articolo 7 della legge che prevede l'iscrizione nei bilanci degli istituti bancari delle somme date in prestito ai partiti DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Per il presidente del Banco Ambrosiano Roberto Calvi nuovo appuntamento con i magistrati romani, i quali si interessano ai finanziamenti che l'istituto di credito avrebbe concesso a partiti politici e a quotidiani. Ieri pomeriggio, poco prima delle sei, il banchiere si è presentato a Palazzo di Giustizia accompagnato dai propri legali, gli avvocati Giorgio Gregori e Pietro Moscato. Data l'ora tarda, il gruppetto sperava di passare inosservato, ma giornalisti, teleoperatori e fotografi si trovavano in tribunale in attesa della sentenza Moricca e quindi Calvi e i suoi avvocati non hanno potuto evitare l'impatto con i flashes. Il presidente dell'Ambrosiano è stato accolto dal procuratore della Repubblica Achille Gallucci e dal suo sostituto Luciano Infelisi, i quali gli hanno notificato un avviso di reato per violazione dell'art. 7 della legge sul finanziamento pubblico ai partiti: non avrebbe iscritto nei bilanci le cifre date a psi e pei. Il colloquio è durato a lungo e deve considerarsi la prosecuzione di quello avvenuto il 26 novembre scorso a Milano, dove Infelisi si recò per raccogliere le prime dichiarazioni del banchiere. L'inchiesta condotta dalla procura della Repubblica ha una duplice origine. Da una parte fu la procura della Repubblica di Milano ad avviare un accertamento su presunti finanziamenti concessi dal Banco Ambrosiano al psi e al pei. Quando, per decisione della Cassazione, l'inchiesta, insieme con tutte le altre legate alla vicenda della loggia P2 di Licio Gelli, venne trasferita a Roma, si arricchì di un nuovo episodio rivelato dal deputato radicale Gianluigi Melega. Con un'interrogazione, questi chiese se fosse esatta la voce secondo cui il Banco Ambrosiano aveva concesso un finanziamento di una de cina di miliardi al quotidiano romano Paese Sera, che sì trovava in una situazione cri' tica e con un pesante passivo. Gallucci e Infelisi ripresero dunque gli accertamenti e come primo atto ascoltarono il direttore di Paese Sera Giuseppe Fiori e Carlo Lombardi, presidente di Rinnovamento, la società editrice del quoti- diano legata al pei (che però ha recentemente ceduto il giornale a un altro editore). Nei giorni seguenti (si era nell'ultima decade di novembre) Infelisi parti per Milano dove ascoltò come testimone Roberto Calvi. Ora i magistrati hanno sentito la necessità di approfondire il discorso con il banchiere e cosi ieri l'hanno convocato a Palazzo di Giustizia. Per quanto riguarda i finanziamenti ai partiti, fu lo stesso banchiere, quand'era detenuto per l'esportazione di valuta, a parlare spontaneamente di prestiti concessi al psi e al pei, prestiti che il primo partito—disse—non aveva ancora restituito interamente, mentre l'altro aveva fatto onore ai suoi impegni. Quanto al finanziamento a Paese Sera, Calvi non negò di aver dato soldi al quotidiano, osservando: «Non vedo perché non dovremmo prestare soldi ad un giornale: In sostanza sia il banchiere sia il vecchio editore di Paese Sera sostennero la regolarità del prestito di dieci miliardi, che la società aveva cominciato a restituire pagando puntualmente le rate. Quanto al fatto che si trattava di una impresa che aveva accumulato miliardi di debiti, fu spiegato dagli interessati che il finanziamento era stato garantito dalle entrate che con la nuova legge sull'editoria sarebbero finite nelle casse del giornale. Dopo i primi interrogatori, i magistrati, senza troppo clamore, hanno proseguito i loro accertamenti e, stando alla nuova convocazione di Calvi, sembra che gli elementi raccolti negli ultimi giorni abbiano reso necessaria una maggiore conoscenza della vicenda riguardante Paese Sera. L'inchiesta, secondo quanto si apprese, si potrebbe estendere, interessando altri istituti di credito e altri giornali. L'attenzione degli inquirenti si è infatti appuntata su una banca della capitale che avrebbe concesso finanziamenti a un noto gruppo editoriale.
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