Il presidente Usa blocca all'Europa forniture per il gasdotto siberiano

Bpresidente Usa blocca all'Europa forniture per il gasdotto siberiano Le ritorsioni americane contro Mosca dopo il colpo di Stato in Polonia Bpresidente Usa blocca all'Europa forniture per il gasdotto siberiano La decisione colpisce la Nuovo Pignone Italiano, la Aeg tedesca e la Brown Boveri inglese Appello alla solidarietà Nato - Il segretario dell'Orni sollecita il vertice Reagan-Breznev DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — 17 governo Reagan ha proibito alla General Electric di for nire a tre ditte europee, tra cui il Nuovo Pignone Italiano, parti essenziali dei compressori per turbine a gas destinate al gasdotto transiberiano. Ha inoltre chiesto formalmente a tutti i Paesi membri della Nato di bloccare analoghe forniture all'Urss, in modo da ritardare o impedire la costruzione del gasdotto stesso. Il dibattito sulla richiesta, incominciato alla riunione di ieri a Bruxelles, proseguirà in seno a un apposito comitato il 19 prossimo a Parigi. La duplice decisione del governo Reagan è stata motivata dalla crisi polacca. La General Electric, una delle più grandi compagnie americane, ha perso cosi 17S milioni di dollari, quasi 220 miliardi di lire. Le tre ditte europee, la Aeg Telefunken tedesca e la Brown Boveri inglese oltre al Nuovo Pignone, potrebbero ottenere le parti di cui hanno bisogno o dalla Alshton Atlatique francese, o da un'altra azienda britannica, la Rolls Royce. Il governo Reagan spera comunque che il presidente Mitterrand e il premier Thatcher glielo impediscano. Reagan in persona ha inviato loro un messaggio a questo scopo, insistendo che l'Urss deve pagare il prezzo della sua interferenza negli affari interni polacchi. Pur non affrontando direttamente il problema del gasdotto, il segretario di Stato Haig, parlando coi giornalisti a bordo dell'aereo che lo portava a Bruxelles, ha sottolineato che gli Stati Uniti si aspettano dagli alleati «una dimostrazione di unità». Haig ha lamentato che la crisi polacca stia diventando un asso nella manica sovietica, in quanto minaccia di creare un divario tra l'Europa Occidentale e la superpotenza. Egli ha addirittura riferito di aver detto al Cancelliere tedesco Schmidt, durante la sua recente visita a Washington, che «il governo Reagan non sa più se Bonn è parte integrante dell'Alleanza o si considera un'entità sospesa tra l'Est e l'Ovest». «Non chiediamo altro che l'adozione di una strategia congiunta a medio raggio», ha concluso. Reagan rifugge tuttavia da un'intesa di questo tipo perché nel corso della campagna elettorale si era impegnato a revocare il blocco del grano decretato da Carter contro l'Urss per l'invasione dell'Afghanistan, cosa che poi fece. Teme inoltre che, qualora lo riadottasse, altri Paesi subentrerebbero nel ruolo di fornitori agricoli di Mosca, che l'anno scorso ha ottenuto il 25% in meno del previsto di raccolti. L'unica a rassicurarlo è stata l'Argentina. Buenos Aires aveva boicottato Carter, ma non boicotterebbe Reagan, con cui ha buoni rapporti. Il nuovo Segretario generale dell'Onu, De Cuellar, in un'in¬ tervista al New York Times, la prima dal suo ingresso al Palazzo di Vetro, ha sollecitato un vertice Reagan-Breznev, sostenendo che contribuirebbe ad alleviare le attuali tensioni internazionali. «E' tempo che i principali Paesi comprendano che le tensioni non escludono il dialogo ma lo rendono più necessario», ha detto De Cuellar. Ennio Carello