«Regime immorale», dice Glemp se usa l'arma dei licenziamenti

«Regime immorale», dice Glemp se usa l'arma dei licenziamenti Il governo polacco ha reso note le cifre ufficiali della repressione «Regime immorale», dice Glemp se usa l'arma dei licenziamenti VARSAVIA — n primate cattolico di Polonia, arcivescovo Jozef Glemp, ha definito •immorale» la richiesta delle autorità militari di una dichiarazione di lealtà da parte dei lavoratori per mantenere loro il posto di lavoro ed ha aggiunto che tale dichiarazione non ha ancuna validità. Glemp ha fatto questa affermazione parlando a 3000 persone adunate nella cattedrale di San Pietro a Varsavia durante la Messa serale di mercoledì, giornata dell'Epifania. Glemp ha pure criticato le dure condizioni di vita in cui sono tenuti gli internati politici ed ha fatto capire che la Chiesa è a conoscenza che sono più di otto le persone uccise nei primi giorni della legge marziale. Il governo ammette che otto persone sono rimaste uccise in quei giorni di grave turbolenza. Nella sua omelia l'arcivescovo ha detto che i cattolici polacchi devono oggi fronteggiare tre grossi problemi che richiedono, nella attuale situazione, una 'riflessione morale»: il loro atteggiamento nei confronti della stessa legge marziale, il prolungamento dei termini di carcerazione per molte persone e i numerosi licenziamenti per motivi politici. 'Diversi minatori sono stati uccisi ed altri morti si sono avuti come risultato dell'imposizione della legge marziale», ha detto il prelato. Glemp ha aggiunto che «Za vendetta è il modo peggiore per rendere giuste le cose sbagliate» ed ha ripetuto il suo appello ad evitare uno spargimento di sangue. Glemp ha pure detto che le condizioni di vita variano nei diversi centri di internamento governativi: sono peggiori nei centri lontani da Varsavia e migliori nei centri vicini alla capitale. Esponenti di «Solidarnosc» hanno smentito le affermazioni del governo secondo cui sarebbero in corso conversazioni con membri del sindacato; si tratta — essi affermano — di un tentativo del governo di superare il punto morto in cui esso è venuto a trovarsi per propria responsabilità. In un comunicato ricevuto in Occidente l'altra sera, 'dirigenti di Solidarnosc ancora in libertà» affermano tra l'altro: «/ dirigenti del sindacato non hanno dato facoltà e non intendono permettere a nessuno dei suoi membri ancora in libertà di condurre tali colloqui». Il comunicato di «Solidarnosc», fatto circolare per vie clandestine, afferma che il governo sta cercando di creare confusione nella società polacca al fine di trovare una via d'uscita dalla situazione di stallo in cui si trova. Le autorità della legge marziale avevano annunciato martedì scorso che al ministero per gli Affari sindacali era no cominciati colloqui tra rappresentanti del governo, membri di «Solidarnosc» e rappresentanti dei sindacati riconosciuti dal governo. I nomi dei partecipanti non erano stati tuttavia resi noti. Un altro comunicato di Solidarnosc», firmato dallo stesso gruppo di sindacalisti, elenca le condizioni per un accordo tra il sindacato e il governo. Queste includono la revoca dello stato d'assedio, il rilascio di tutti i detenuti, il rispristino di tutte le istituzioni messe fuori legge in seguito all'instaurazione dello stato d'assedio e un'inchiesta parlamentare sui responsabili della proclamazione dello stato d'assedio. Intanto il portavoce del governo militare polacco ha dichiarato che tutti i militanti sindacali arrestati, tranne uno dei vicepresidenti di Solidarietà, verranno liberati. In un'intervista al quotidiano francese »France Soir» rilasciata a Copenaghen, il capitano Wieslaw Gornicki, stretto collaboratore del leader polacco Woiciech Jaruzelski ed ex giornalista, ha assicurato che non verrà fatto alcun male a Lech Walesa e che i giornalisti occidentali 'potranno probabilmente incontrarlo fra poche settimane». Quanto agli arresti, il portavoce militare polacco ha detto che non ci sono mai state più di 5050 persone arrestate dal giorno del colpo di mano, contrariamente a quanto sostengono fonti diplomatiche occidentali che parlano di circa 45.000 internati. A parte i 5050 arrestati e internati ammessi dal portavoce del governo militare polacco, ieri le autorità di Varsavia hanno reso noti gli altri dati ufficiali della repressione: nove i morti. 245 i feriti tra i dimostranti e 222 tra le forze dell'ordine. 'Quando ho lasciato V'arsa via due giorni fa c'erano anco ra 4400 persone imprigionate — ha detto Gornicki.

Persone citate: Glemp, Jozef Glemp, Lech Walesa, Woiciech Jaruzelski

Luoghi citati: Copenaghen, Polonia, Varsavia