Telefonata di Spadolini a Craxi Sul colloquio un piccolo «giallo»

Telefonata di Spadolini a Craxi Sul colloquio un piccolo «giallo» Il segretario socialista rientrato dal suo viaggio in Africa Telefonata di Spadolini a Craxi Sul colloquio un piccolo «giallo» Palazzo Chigi: «Una conversazione lunga e cordiale» - Il psi: «Nessuno sapeva niente, non riteniamo di dargli particolare importanza» - Piccoli è contro una crisi di governo DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Craxi è tornato ieri a Roma e la sorte del governo Spadolini dipende ora dalle decisioni che prenderà nel prossimi giorni il leader del psi. C'è stato un colloquio telefonico tra il presidente del Consiglio e il segretario socialista dedicato al terrorismo e alle misure che il Consiglio dei ministri prenderà oggi per combattere in modo più capillare ed incisivo gli eversori. Su questa emergenza, sempre più drammatica, l'accordo tra Spadolini e Craxi è totale : palazzo Chigi ha definito il colloquio 'lungo e cordiale». Per le altre emergenze, prima tra tutte quella della sorte del pentapartito, il problema è aperto e ' verrà affrontato con serenità», come dice Longo, nel prossimi giorni. A tarda sera. Craxi ha fatto buttare un secchio di acqua gelida sugli entusiasmi della presidenza del Consiglio per il colloquio tra lui e Spadolini. Un comunicato del psi afferma che gli ambienti più qualificati della direzione socialista «non erano neppure a conoscenza del colloquio e quindi non si ritengono in grado di dargli una particolare interpretazione». Il comunicato precisa che Craxi ha passato il pomeriggio ad esaminare i rapporti dei suoi collaboratori e i giornali degli ultimi giorni per aggiornarsi sulla situazione politica italiana. A Craxi, mentre era in va canza in Africa, sono state più volte attribuite, anche da parte di autorevoli esponenti del suo partito, propositi di crisi e di aspre campagne elettorali. Sono stati attribuiti anche forti malumori antidc, soprattutto dopo i riconoscimenti di Piccoli al pei per il documento sulla Polonia. Piccoli e Craxi dovrebbero incontrarsi oggi o all'inizio della prossima settimana. Piccoli avrà cosi esaurito la serie di incontri con i segretari dei partiti della maggioranza e potrà tirare le somme di una situazione tesa e ingarbugliata. Il leader de si batte decisamente contro la crisi di governo e — se davvero la rottura fosse inevitabile — contro una crisi prima dell'approvazione, da parte della Camera, della legge finanziaria e dei bilanci. Piccoli ha ribadito questa linea ieri, nel corso di una conferenza-stampa convocata per presentare il congresso de che si svolgerà in aprile a Bari e durante il colloquio che ha avuto con Zanone (pli) e Biasini (pri). Alla conferenza-stampa, Piccoli ha ribadito la volontà della de di evitare elezioni an¬ ticipate: mi tagli della legisla-\ tura rappresentano fatti mor-1 tali per le democrazie. Questo ! sarebbe il quarto su nove legislature. Riconosco che esiste il problema di un rinvigorimento dell'azione del governo. Oltre alle quattro emergenze di cui parla Spadolini ci sono altre questioni da porre in primo piano: la casa, l'occupazione, il Mezzogiorno, la ricostruzione delle zone terremotate». E' stato chiesto al leader de se era vera una frase che un giornale gli ha attribuito: «JVon è arrivata l'ora per Craxi a Palazzo Chigi». Piccoli ha risposto: -Non ho detto questo. Non sono problemi che appartengono al tratto di strada che stiamo compiendo. Un politico deve saper guardare avanti senza dimenticare la zolla su cui sta svolgendo il suo lavoro. Io continuo a lavo¬ rare su questa zolla e a coltivarla». E' apparso chiaro che la de (questo è anche il pensiero di Fanfanl) appoggerà il governo Spadolini almeno sino al congresso di aprile, quando sarà varata la nuova strategia del partito per gli Anni 80. Zanone non sembra invece escludere crisi di governo a tempi più ravvicinati; non prima, comunque, del voto definitivo dei deputati sulla legge finanziaria. A una domanda sulla possibilità di un rimpasto ministeriale, Zanone ha risposto: «72 rimpasto non mi sembra la strada giusta: è preferibile che il governo attui il proprio programma e che intanto, fra i partiti, si accertino le convergenze necessarie per un'intesa di legislatura. Tutto il resto è una questione aperta». n segretario liberale ha quindi ripetuto la posizione del suo partito: 1) va scongiurata ogni ipotesi di crisi durante la discussione della legge finanziaria; anzi, occorre stringere al massimo i tempi di approvazione della legge per limitare la durata dell'esercizio provvisorio che costa ogni giorno allo Stato parecchi miliardi; 2) la legge finanziaria, peraltro, è soltanto un primo passo e non certamen te un punto di arrivo. I partiti di maggioranza devono inno stare sulla legge finanziaria la ricerca di una intesa di più larga portata per la bonifica dello Stato e dei bilanci pub blici; 3) la coalizione a cinque non ha alternative ed è la sola che possa assicurare una stabile continuazione della legislatura, ma se vuole reggere deve rafforzarsi e guardare oltre il programa di emergenza ».

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