I giocatori dell'Avellino rapinati dei premi partita negli spogliatoi
I giocatori dell'Avellino rapinati dei premi partita negli spogliatoi Da tre banditi mentre la squadra si allenava: bottino venti milioni I giocatori dell'Avellino rapinati dei premi partita negli spogliatoi AVELLINO — Fra le tante vicende extra-sportive che di quando in quando mettono in agitazione il mondo del calcio, non c'era mai stata una rapina a mano armata. Da ieri il primato sotto questo aspetto tocca all'Avellino, una squadra che evidentemente è destinata a scontare il buon successo tecnico con una ricorrente cattiva sorte sul piano extra sportivo: è stata coinvolta prima nella tragedia del terremoto, poi nelle cronache giudiziarie (il suo presidente, Antonio Sibilla, condannato al confino per sospetti di camorra) e nella cronaca nera (attentato al giornalista televisivo Luigi Necco fuori dallo stadio). Ieri pomeriggio, infine, la rapina, che ha fruttato agli autori un bottino di una ventina di milioni: tutti i premipartita appena versati dalla società ai giocatori per la vittoria di domenica a Como (1-0) e incautamente lasciati dai calciatori nelle tasche dei loro abiti, negli spogliatoi dello stadio, mentre la squadra era impegnata sul campo in una partitella d'allenamento in vista della trasferta di domenica prossima a Cagliari. Tre giovani — uno dei quali a viso scoperto — si sono introdotti negli spogliatoi e hanno subito messo fuori causa, con le pistole spianate, Ugo Della Sala, Antonio Valentino, Giuseppe Bagnotta e Giuseppe Di Nardo, frequentatori abituali degli allenamenti, legandoli mani e piedi, incerottandoli e infine rinchiudendoli nel magazzino. Successivamente i tre sono entrati nei locali delle docce, dove c'erano il massaggiatore Vincenzo Deiucca Picioni, il magazziniere Angelo Digrezia, il calciatore «allievo» Ciro Esposito e il centravanti Facchini, rientrato in anticipo dal campo perché reduce da un infortunio che l'ha costretto fuori squadra per alcune domeniche. I tre sono stati minacciati con le pistole e rinchiusi nei vani doccia. E' entrato poi, ignaro, nel locale anche Daniele Novellino, calciatore della «primavera», cugino dell'omonimo Walter del Milan. A lui i rapinatori hanno riservato un trattamento più energico, a base di schiaffi e calci. Divenuti padroni indisturbati dei locali, i malviventi si sono impossessati del denaro e degli oggetti di valore che i calciatori avevano nei loro abiti. Dalla razzia si è salvato solo Vinicio, il cui spogliatoio privato ha resistito ai tentativi di forzarlo operati dai malviventi. Il pedaggio più consistente l'hanno pagato i giocatori Chimenti (tre milioni), Juary, Di Somma e Piga (un milione e mezzo). Tutti i componenti della rosa dei titolari, comunque, si sono visti alleggerire di somme osculanti dal mezzo milione al milione, ol¬ tre ad oggetti d'oro, orologi, medaglie. I rapinatori si sono poi dileguati a bordo di una Renault azzurra e di una Ritmo bianca, di cui nessuno è riuscito a scorgere le targhe. Testimone della fuga è stata la moglie del calciatore Ferrante, che aspettava il marito, infortunato. Neppure lei però è riuscita a fornire particolari. Dopo il comprensibile momento di sgomento, Vinicio ha fatto prevalere la professionalità ordinando la ripresa dell'allenamento, che si è concluso all'orario previsto. Le reazioni dei giocatori sono state di tono diverso. Chimenti se l'è presa con la sua sbadataggine. Il brasiliano Juary ha rimproverato alla società la scarsa sorveglianza degli spogliatoi. Di Somma ha invitato i compagni alia calma. C'è ancora speranza di recuperare il denaro e poi se le cose dovessero andar bene a Cagliari un altro premio, magari doppio, l'Avellino lo pagherebbe volentieri. E questa volta tutti andrebbero a depositarlo subito in banca. g-P-
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