Polonia il dialogo armato di Frane Barbieri

Polonia il dialogo armato Polonia il dialogo armato n o i a a «Se crolla Jaruzelski non sarà Walesa a sostituirlo ma Breznev»: questo sarebbe stato 'argomento più forte usato da Schmidt nei colloqui con Reagan. Ora il problema è di vedere quale differenza passi fra Jaruzelski e Breznev, prima di tutto per i polacchi. Militarmente Jaruzelski si è scoperto un buon generale. Con un blitz esemplare ha occupato la Polonia, causando il minimo pensabile di vittime. La circostanza più unica che rara di dover occupare il proprio Paese può avergli facilitato l'operazione ma poteva renderla anche più diffìcile e traumatica. Dall'operazione militare ora si passa alla politica. Da questa settimana il generale ha fatto scattare la prima fase della normalizzazione. Si sono riaperte le scuole e le fabbriche. Anche se si è trattato di una ripresa Fiacca, gli effetti non sembrano scostarsi troppo questa volta dalle enunciazioni censurate degli speakers televisivi in uniforme. Nel silenzio che ormai domina il Paese i polacchi sembrano essersi piegati. Piegati, non dalla paura, perché da questa non sono stati mai sopraffatti. Piegati, non dalla disciplina, perché questa ai polacchi è sempre mancata. Non hanno ceduto certamente neanche al fascino cupo di Jaruzelski, delle cui gesta non devono andare orgogliosi. Hanno ceduto alla stanchezza, allo scoramento, alla riscoperta di un rango che li vede prigionieri della geopolitica già prima che del proprio esercito. Hanno ceduto infine anche alla fame, alle estenuanti file davanti ai negozi. La scalata di Walesa non è riuscita anche perché basata troppo sull'euforia. Jaruzelski impone il ritorno alla realtà partendo dalla demoralizzazione. Con l'anno nuovo riporta la Polonia praticamente all'anno zero. Per la sesta volta dalla fine della guerra la disgraziata nazione si vede costretta a ricominciare tutto da capo. Finora, con Gomulka, con Gierek, con Kania si era ripresa con qualche speranza. Questa volta anche la speranza è venuta a mancare. Sono infatti più numerosi gli incitamenti alla normalizzazione provenienti dall'estero di quante fossero le offerte alla collaborazione avanzate al generale dai gruppi interni. Papa Wojtyla, Schmidt, una buona parte degli statisti europei auspicano il ritorno al dialogo nazionale nella Polonia. E Jaruzelski, tramite il vice-premier Rakowski e il capitano portavoce Gornicki, lo promette, ma se la ripresa del dialogo e del cosiddetto rinnovamento nazionale si scoprisse anche Frane Barbieri (Continua a pagina 2 in quinta colonna)

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