Paolo Alessio ancora sequestrato Chiesto riscatto di 6 miliardi?

Paolo Alessio ancora sequestrato Chiesto riscafio di 6 miliardi? Il titolare dell'azienda di La Loggia dal 23 novembre nelle mani dei rapitori Paolo Alessio ancora sequestrato Chiesto riscafio di 6 miliardi? La richiesta giudicata «folle» dalla fa' iglia - Il rapito è anche l'unico che può disporre dei fondi - Il tribunale autorizza il collegio dei sindaci a dirigere la fabbrica Arrestati due della burnì® che rapì Carla Ovazza I rapitori di Paolo Alessio, l'industriale di 56 anni, corso Massimo d'Azeglio 61, sequestrato il 23 novembre scorso mentre dalla sua ditta a La Loggia stava facendo ritorno a casa, si sono fatti vivi con una richiesta di riscatto esorbitante. Si parla di diversi miliardi, forse sei, «una cifra semplicemente assurda», hanno commentato i familiari dell'imprenditore che da un mese e mezzo vivono questa angosciosa esperienza. E' convinzione degli inquirenti che a sequestrare Paolo Alessio sia stato un nuovo clan di calabresi, del tutto inesperti. A Natale la moglie, Anna Alessio, angosciata per il prolungato silenzio dei rapitori, ha rivolto loro un disperato appello a farsi vivi. Dopo le solite telefonate degli sciacalli è arrivata ora questa richiesta di riscatto. La banda sembra non rendersi conto che è materialmente impossibile per la famiglia dell'industriale aderire a qualsiasi richiesta. Alessio non ha beni al sole: tutto ciò che guadagnava lo investiva nell'azienda. E' l'amministratore unico della società. Vale a dire che senza la sua firma nulla è possibile. Perdurando il sequestro, il tribunale, il 15 dicembre scorso, ha autorizzato il collegio dei sindaci a compiere gli atti di ordinaria amministrazione. Soltanto cosi è stato possibile pagare gli stipendi e tredicesime ai seicento dipendenti. Ma il collegio sindacale non può andare al di là dei rigidi limiti imposti dalla legislatura societaria. Impossibile far ricorso a nuovi crediti bancari, quanto mai necessari per fronteggiare gli investimenti compiuti negli scorsi anni. Se la situazione dovesse protrarsi ancora il collegio sindacale dovrà quanto prima (si pensa entro la prima quindicina di gennaio) convocare un'assemblea degli azionisti per decidere il da farsi. Finora, a parte l'ultima folle richiesta di riscatto, i rapitori non hanno fornito una sola prova valida per convincere la famiglia del rapito che Alessio sia ancora in vita. Commenta uno dei legali che seguono la vicenda: 'Rapire Alessio è stata una delle cose più stupide che si potessero fare. La banda non sembra rendersi conto che ha in ostaggio la persona che ha le chiavi della cassaforte dell'azienda. Senza la sua autorizzazione non è possibile pagare nessun riscatto». *** Come un grande mosaico, tassello dopo tassello, sta assumendo una fisionomia sempre più netta la banda che sequestrò fra l'aprile '75 e l'ottobre '76 Emilia Blangino Bosco. Carla Ovazza e Adriano Ruscalla. Dopo l'arresto operato dalla Criminalpol di Salvatore Ferrara Santo (il cui ruolo nel rapimento Ruscalla è però ancora esattamente da defi nire), ieri è stata la volta dei carabinieri del Nucleo operativo di Torino che hanno catturato Giuseppe Sergio e Luigi Guerrisi su ordine di cattura del dottor Tamponi Entrambi avrebbero avuto parte di primo piano nel se questro di Carla Ovazza. Giù seppe Sergio, 43 anni, originario di Potenza ma residente a Torino in via Biasonetti 16, verniciatore, era già stato arrestato nel dicembre '77 ma venne successivamente rilasciato per insufficienza di indizi. I carabinieri del colon nello Lieto lo hanno però sempre ritenuto implicato nella vicenda e, recentemen te, hanno acquisito prove secondo cui sarebbe stato propio lui a fornire armi (pistole, mitra, bombe a mano tipo ananas) e munizioni alla banda Racca-Facchineri. Avreb be inoltre guidato personal mente l'auto che trasportava Carla Ovazza nella notte di Capodanno 1975. Inoltre avrebbe partecipato attivamente anche al sequestro Bosco fornendo la «Bmw» e la «Mini Cooper» usate per il rapimento della sorella del «re della carne». Luigi Guerrisi, 57 anni, ori ginario di Cittanova, ma trapiantato a Sommariva Bosco (un feudo della famiglia Rac- ca) è stato invece arrestato per concorso in sequestro di persona. Avrebbe strettamente collaborato con il figlio Michele, uno dei carcerieri di Carla Ovazza, nel cascinale di Martignana Po. Le sorprese non sembrano comunque finite. I carabinieri hanno forse in mano le prove per sciolgliere uno degli ultimi interrogativi della vicenda: sarebbero stati identificati gli assassini di Ernesto Brandestini e Luigi Chiarello, i due carcerieri uccisi durante la spartizione del riscatti. * Due giovani di Torino sono stati arrestati da una pattuglia della polizia stadale perché accusati di detenzione di sostanze stupefacenti. Sono Vincenzo Galentini, 20 anni, abitante in via Sciatola 30, e Vincenzo Veneruso, 22 anni, via Cravero 15. Gli agenti della Polstrada hanno trovato, nella loro autovettura, sei grammi di eroina ed un piccolo quantitativo di hashish: * Infortunio ieri mattina nella ditta Gallo di via Monginevro 244, dove si costruiscono marmitte. L'operaio Giuseppe Contino, 29 anni, via Candia 9, ha avuto la mano destra schiacciata dalla pressa alla quale stava lavorando. L'idril L'industriale Paolo Alessio Giuseppe Sergio

Luoghi citati: Cittanova, La Loggia, Potenza, Sommariva Bosco, Torino