Gelli telefona arrabbiato «Bruno fa troppo il furbo»

Gelli telefona arrabbiato «Bruno fa troppo il furbo» Nelle registrazioni aspri rimproveri a Tassan Din Gelli telefona arrabbiato «Bruno fa troppo il furbo» ROMA — L'Espresso pubblica nel suo prossimo numero alcune trascrizioni di nastri magnetici contenenti telefonate di Licio Gelli. Si tratta, in particolare, di tre telefonate di tono minaccioso e ricattatorio fatte il 25 novembre 1981. La prima conversazione riportata dall'Espresso (si svolge alle ore 10 del 25 novembre) è con la signora Grimoldi, segretaria del direttore generale della Rizzoli Bruno Tassan Din. La signora Grimoldi comunica a Licio Gelli che Tassan Din non c'è: è a Roma per una riunione sindacale al ministero. Gelli mostra di non crederci e, irritato, afferma: «... deve dire che purtroppo ci sarà una cosa molto ma molto ma molto terribile e che quindi peggio per lui e peggio per gli altri, non posso dirle altro, se vuole questo... Il memoriale parte corredato con tutto quello che deve partire... Se anche oggi stesso lo posso rintracciare per potergli parlare a un numero piuttosto tranquillo, bene, altrimenti parte tutto e quindi... è inutile che vada al ministero, gli conviene andare all'estero... CU dica che l'unica cosa importante è questa telefonata. Il resto non conta nulla, nulla, nulla. Gli dica questo. D'altra parte se è al ministero lo si chiama fuori perché amiche andare al ministero gli conviene prendere un aereo e non so se fa a tempo». La seconda telefonata pubblicata dall'Espresso è alle 13 dello stesso giorno. A rispondere è Giorgio Rossi, funzionario del gruppo Rizzoli, il cui nome figura negli elenchi della P2. -Tu volevi parlare con Bruno?», chiede Giorgio Rossi. »Non importa», risponde Gelli, ^lascio a te il messaggio, lui farà una valutazione: che si scelga un posto fuori più tranquillo, giusto? Io non sono più disponibile ad aspettare... Oggi come oggi è finito, non me ne frega proprio più nulla... D'altra parte, lui che fa il furbetto, che va di qua e di là, anche tutto quello che gli è costato, che ha dato agli avvocati. Abbiamo i documenti di tutto quello che ha dato agli avvocati di quelli delle Br. La villa che ha a Losanna non se la potrà godere. Ho mandato a quel paese anche Baffino (secondo gli accertamenti, con questo nomignolo, Gelli indica il suo partner Umberto Ortolani, n.d.r.) che è venuto a trovarmi... Comunque muoia Sansone con tutti i filistei, ormai. Ora basta, sono ormai otto mesi. Affondiamo tutti. Quando il comandante vede che l'equipaggio non risponde e che si è ammutinato, cosa fa? Prende una bomba e la mette nella santabarbara e fa scoppiare tutta la nave. Gelli richiama per la terza volta alle ore 17 del 25 novembre. Racconta all'interlocutore — riferisce L'Espresso — di aver avuto timore di essere malato di cancro alla gola e di essere stato assistito a Houston, negli Stati Uniti, da Ortolani, che continua a chiamare Baffino. Ma non aveva il cancro, dice. Ora è rincuorato perché i medici hanno accertato che si trattava di una lisca di pesce che gli si era conficcata nella gola. La telefonata cosi prose¬ | gue: '...Calvi non può fare tutto quello che vuole, se gli dico di fermarsi lo deve fare, perché in sei anni e mezzo... lo conosco bene. Ricordatevi che il gruppo non sarebbe andato avanti senza di me. Ieri avevo bisogno di parlare con Bruno (evidentemente si tratta del direttore generale della Rizzoli, Tassan Din, n.d.r.), lui ha risposto al telefono e mi ha passato la segretaria. Questo | non me lo deve fare

Luoghi citati: Losanna, Roma, Stati Uniti