Tassan Din parla Nuova versione sul giallo bobine di Ruggero Conteduca
Tassan Din parla Nuova versione sul giallo bobine Interrogato dalla commissione P2 Tassan Din parla Nuova versione sul giallo bobine Il suo avvocato avrebbe sostenuto: «Gelli telefonava a nome di Piccoli e Craxi» ROMA — Bruno Tassan Din, il suo avvocato Gaetano Pecorella e il viceprefetto di Milano Domenico Lerro sono stati interrogati ieri per ore dalla commissione parlamentare d'inchiesta sulla P2, sul «giallo» delle registrazioni delle telefonate con le quali Licio Geli! avrebbe cercato di condizionare la vendita del «Corriere della Sera». L'avv. Pecorella avrebbe sostenuto che una delle bobine gii era caduta dalla tasca del cappotto nell'ufficio di Lerro. A un commissario che gli chiedeva per conto di chi Celli e Ortolani parlavano a Tassan Din avrebbe risposto : «Per conto di Piccoli e Craxi». Angelo Rizzoli e Bruno Tassan Din erano stati interrogati ieri mattina anche dal consigliere istruttore Ernesto Caudillo, che conduce l'inchiesta sulla P2, nella duplice veste di parte lesa per le presunte pressioni di Celli e come indiziati di reato, per falso in bilancio, nella vicenda della Finanziaria Rizzoli. I due avevano ricevuto una comunicazione giudiziaria dai magistrati milanesi dopo il ritrovamento nella villa di Gelli di documenti sulla loggia segreta. La commissione P2 ha per ora risolto il caso Riccardelli. L'esponente della sinistra indipendente si è difeso ieri per un'ora dalle riserve avanzate dai socialisti e dal de Calarco nei suoi confronti. Il settimanale «L'Espresso» ha intanto diffuso il testo di tre telefonate fatte da Gelli il 25 novembre 1981. Con tono minaccioso e ricattatorio, il capo della P2 invita Tassan Din «a non fare il furbo». A pagina 2 il servizio di Ruggero Conteduca.
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