Susanna Ronconi in tre omicidi ha guidato i killer di Prima linea di Vincenzo Tessandori

Susanna Ronconi in tre omicidi ha guidato i killer di Prima linea Chi sono le quattro terroriste evase domenica dal carcere di Rovigo Susanna Ronconi in tre omicidi ha guidato i killer di Prima linea Dal «Piccolo manuale del guerrigliero urbano» di Carlos Marighella, una specie di Vangelo, si dice, per i terroristi, anche di Prima linea: «/{ guerrigliero urbano prigioniero entra in carcere sapendo che dovrà imparare a conoscerlo perfettamente, in modo da potersi liberare con un'azione di guerriglia. Non esiste alcun carcere inespugnabile per l'astuzia, la furberia, la potenza di fuoco dei rivoluzio- nari*. Come per molti terroristi, anche per Susanna Ronconi la liberazione del compagni pare dogma accettato e lei, forse non ancora «capo», il 20 febbraio 1978, tenta l'assalto al carcere delle Murate di Firenze. Secondo l'accusa, quel giorno, c'è l'intera «aristocrazia» di PI, con Marco Donat-Cattin. Marco Scavino, Bruno Laronga. più tardi tutti arrestati, e Sergio Segio, ancora latitante e forse, ipotizzano gli inquirenti, colui che ha guidato l'assalto alla prigione di «massima insicurezza» a Rovigo. Obiettivo fallito, quel giorno, fu la liberazione di Renato Bandoli; l'azione si concluse con l'uccisione di un agente. Per anni di Susanna Ronconi nessuno aveva sentito parlare: la sua attività di terrorista venne scoperta la sera della vigilia di Natale del 1975 quando, casualmente, a Pavia viene trovata la base di un gruppo staccatosi dalle Brigate rosse. E' sorpreso e arrestato Fabrizio Pelli, sfuggono alla cattura Corrado Alunni e Susanna Ronconi che, però, si lascia dietro una cartella clinica con i dati anagrafici. Veneziana, oggi ventottenne, famiglia borghese, figlia di un ex ufficiale dell'aviazione ora dirigente di un'industria petrolifera, già studentessa di Scienze politiche a Padova, la giovane ha percorso la lunga strada della contestazione giovanile, imboccando, poi, il sentiero che conduceva al terrorismo fino a trasformarsi in un 'individuo di pericolosità elevatissima*, come la definisce il sostituto procuratore Piero Luigi Vigna di Firenze, che ha diretto una vasta indagine sul gruppo terroristico, e secondo il sostituto procuratore Alberto Bernardi, di Torino, 'personaggio trainante di Prima linea*. Per anni sembra imprendibile ed è, secondo le accuse, la protagonista di numerose azioni di Prima linea. Gli omicidi dell'agente Giuseppe Ciotta e della guardia carceraria Giuseppe Lorusso. a Torino, e del criminologo napoletano Alfredo Paolella, sarebbero stati guidati da lei. E' a Firenze, alla fine del novembre 1980. quando Michele Viscardi, killer prezzolato di Prima linea, decide di collaborare: una vasta rete viene gettata in mezza Italia nella notte fra il 30 novembre e il primo dicembre e in un appartamento del quartiere di Novoli, a Firenze, viene sorpresa nel sonno anche Susanna Ronconi impegnata a ricucire le maglie dell'organizzazione già colpita a fondo. cgclidrTteSpnssdrgrvtnmlnbcBccntMptnAveva la pistola sotto il cu-1 scino non ha fatto in tempo a i usarla* racconteranno gli uomini della controguerriglia.! La sua liberazione, più di quella delle compagne fuggite ! con lei da Rovigo, era, forse, l'obiettivo dell'assalto. Nel luglio dello scorso anno la corte d'assise di Torino la condannò a 14 anni e mezzo per banda armata. Dice il dott. Vigna: 'E' forse in atto un recupero degli elementi più duri che avevano militato in Primi linea e che, oggi, potrebbero aggregarsi alle Brigate rosse. Non è impossibile una con¬ comitanza con il sequestro del generale della Nato*. Dunque, un «capo» e tre comprimari o, come qualcuno li definisce, «soldati di base» di Prima linea o delle Brigate rosse. Genovese, abitante a Torino, 41 anni, già insegnante di lettere. Marina Premoli era ricercata per Prima linea. Secondo alcuni, avrebbe fatto parte della «terza generazione» dei brigatisti torinesi che, secondo i piani dell'organiz- zazione avrebbero dovuto ricomporre la colonna smantellata dopo le confessioni di Patrìzio Peci. L'arrestano a Biella, il 13 giugno dello scorso anno, mentre sta per salire sulla corriera per Ivrea. Nella borsetta ha una pistola cai. 7.65, Venticinquenne, nata a Diamante, in Calabria, biologa. Loredana Biancamano viene arrestata il 18 settembre 1977, a Napoli, in una base delle Brigate rosse che, sembra, stavano allora organizzando la colonna campana. Con la giovane sono catturati anche i presunti terroristi Raffaella Pingi e Rosario Carpentieri, che, dicono gli inquirenti, avevano tentato di compiere un attentato a una caserma dei carabinieri. Infermiera, iscritta a medicina, milanese, venticinquenne, Federica Meroni è arrestata il 20 dicembre 1980 in una piazza di Napoli, con Marco Fagiano, il terrorista della Val di Susa, considerato un capo all'interno dell'«Organizzazione combattente comunista Prima linea». La cattura chiude un furioso scontro a fuoco fra agenti della Digos e terroristi. Gli uomini della controguerriglia avevano seguito i genitori di Fagiano accorsi a un appuntamento con il terrorista Vincenzo Tessandori